Antonio Cassano, l’opinionista che gioca nel ruolo sbagliato (sembra Leone di Lernia)

Poteva essere il Paisiello del rettangolo verde ha preferito trasformarsi in un pittoresco ospite da talk show

Antonio Cassano

Quando Antonio Cassano è apparso nelle nostre vite calciofile, correva imprendibile e dispettoso sul prato verde del San Nicola. Controllava di tacco il pallone in corsa, facendo della folta e agguerrita metà campo interista una prateria spalancata. Era bellissimo, l’essenza stessa dello sberleffo ai luoghi comuni del pallone. Però si invecchia. E purtroppo non è detto che, come il vino, si migliora.

Antonio Cassano, da genietto libertario della trequarti si è trasformato – da opinionista – in un ruvidissimo stopper ingessato d’altri tempi. Buono a menare, menare e menare. E basta.

Secondo lui, Immobile non sa giocare al calcio perché c’ha paura. Ribéry avrebbe dovuto smettere prima di raccattare figuracce con la Salernitana. Lui, Cassano, l’ha fatto. Ricordate, se ne andò all’Hellas che doveva salvarsi e poi, impaurito come un pulcino, se ne andò straparlando di scintille mancate e di donne perdute. Poi si ritirò, non prima di quel balletto infinito che lo voleva all’Entella, un giorno sì e l’altro no. In mezzo, ovviamente, parole “dolcissime” per i colleghi. A cominciare da Paul Pogba, un talento “sopravvalutato” (ipse dixit).

Però parla. Di paura e di carriere da finire o proseguire. Parla è può farlo. Mica perché Vieri (che tra l’altro a fine carriera se ne andò svernando all’Atalanta) gli apre un collegamento su Twitch? No! lui parla perché ha giocato nel Real Madrid. Che poi “giocato” è una parola grossa dato che stava o sovrappeso, o fuori rosa, o in panchina o a mangiar le patatine chissà dove. L’avventura tra i blancos è l’immaginario su cui Cassano costruisce la sua autorità. Insieme agli aneddoti di spogliatoio con Totti e al mito dell’integrità di Zanetti. Maneggia con voluttà un ego capace (ma solo quello…) di duellare con CR7.

Alla Leone di Lernia

Da destra Marco Mazzoli e Leone Di Lernia

Antonio Cassano è quello che fa ascolti perché dice sciocchezze e crea discussione. Roba da social media manager, coinvolgimento e via dicendo. Ce n’è tanti, come lui. Gente che fa opinione perché è risaputo che, come da soluzione dell’antico rebus, il mondo è per lo più gabbia di matti. Eppure resta il rimpianto. Il talento di Bari Vecchia poteva essere il Giovanni Paisiello del calcio e magari continuare a suonare sinfonie sul rettangolo verde; invece si è accontentato di fare il Leone Di Lernia del Bar Sport virtuale e di tuonare i suoi terrifici “Auz” da un canale Twitch. Che peccato.

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Giovanni Vasso

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