Segnalibro. I miti antichi dal Graal alla saga arturiana

Il saggio per Il Cerchio di Margarete Riemschneider (1899-1985), una delle maggiori storiche delle religioni: la studiosa ha utilizzato il metodo tradizionale, definito dall'Accademia “metodo comparativo”, nell’interpretazione delle saghe delle culture ittita, etrusca, classica, celtica

Il Graal

Margarete Riemschneider (1899-1985), una delle maggiori storiche delle religioni ha utilizzato il metodo tradizionale, definito dall’Accademia “metodo comparativo”, nell’interpretazione delle saghe delle culture ittita, etrusca, classica, celtica.

Con questa prospettiva (peraltro ben spiegata da Julius Evola, Mircea Eliade e Walter Heinrich, fra gli altri) ha affrontato problemi storici, mitici e, in senso più ampio, religiosi. I suoi lavori, basati su questo metodo, poneva in confronto continuo le varie tradizioni finendo col dimostrare che esiste una Tradizione unica anche se si esprime in differenti modalità da realtà in realtà, da popolo a popolo. La conoscenza profonda di questi mondi e delle loro tradizioni le permisero di illustrare importanti piste di ricerca nelle antichi popoli non solo dell’Antichità, ma anche del Medioevo. E il libro di Riemschneider appena ripubblicato in passato edito da Rusconi con il titolo Miti pagani e miti cristiani, espone con profondità la continuità dei miti. Spiega bene le modalità per mezzo delle quali il romanzo medioevale deriva dalla religione e dalla tradizione celtica cui appartengono le leggende del sacro Graal e dei racconti di Re Artù. Ma proprio grazie al metodo comparativo Riemschneider ricompone una mappa di miti e simboli che affondano le proprie radici nell’antichità greco-romana, germanica, celtica, meridio-orientale. Emerge una visione particolare della cultura medioevale.

E’ chiaro come la visione pagana dei miti sopravviva ed estenda la sua presenza anche rituale nelle religioni e nei racconti religiosi successivi, specie cristiani, che assorbirono questa narrazione tradizionale e profonda. L’analisi parte da Chrétien de Troyes, autore francese vissuto nel XII secolo e traccia paralleli con la mitologia dell’opera Parzival di Wolfram von Eschenbach. Viaggiando nella mitologia di tutti i tempi, illustra una lettura che va da Omero in poi, attraversando la romanità. Non solo. Analizza di ogni narrazione il senso religioso, la simbologia delle armi, della coppa, di Artù nell’isola, il richiamo al mitico Re primordiale dell’età dell’oro. Ancora: la leggenda del giovane folle e la mitica spada nell’acqua, un vero e proprio simbolo; la saga del re fabbro, il castello del Graal e altri miti di fecondità, le teste tagliate di Cernunno, il cervo e il Paradiso e il satiro silvestre. Un insieme di bei miti della cultura europea che illustrano bene il collegamento fra le Tradizioni.

Un genere di studi interessante poiché restituisce le tradizioni e la storia degli antichi popoli europei all’europeo di oggi che spesso rischia, per colpa della globalizzazione, di perdere la propria identità.

*Riemschneider, Dal castello del Graal. Mito antico e saga arturiana (Il Cerchio ed., pagg. 215, euro 28,00; ordini: ilcerchio.it)

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Manlio Triggiani

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