Note per un romanzo: “Il sangue della Montagna” di Massimo Maugeri

Il libro dello scrittore siciliano Massimo Maugeri, inventore del blog Letteratitudine, racconta il nodo inestricabile tra l'uomo e la Natura. E' uscito nelle scorse settimane per La Nave di Teseo

Il sangue della Montagna di Massimo Maugeri per la Nave di teseo

Piove da tre giorni, incessantemente. Ed è tutto un inghippo della Natura. Diciamo: “Si ribella”. Il gas serra, le emissioni di CO2, il dissesto idrogeologico, lo scempio delle coste, gli incendi dolosi, l’innalzamento dei mari. L’emergenza climatica è un problema ed è una realtà con cui fare i conti. Ma la Natura è sempre stata ribelle, anche quando la mano dell’uomo non era così aggressiva. Siamo venuti fuori da un caos, siamo evoluti per via di un cataclisma, e se vogliamo credere ai racconti biblici, questa pioggia non può stupirci: chissà quanto aveva piovuto per inventarsi l’Arca di Noè! Capire il senso della Natura non è solo faccenda della Scienza, la quale sa stupirci con le sue scoperte quanto un verso perfetto, di Dante o di Shakespeare per esempio. Giacomo Leopardi, sempre per esempio, si è chiesto incessantemente cosa fosse quell’ essere incombente, ingombrante, indomabile che lo aveva meravigliato sin “dai veroni del paterno ostello”, mentre spalancava di fronte a sé, giovinetto infelice nel corpo e felicissimo di mente, l’orizzonte illimitato dell’infinito. Fino all’ultimo giorno davanti alla lava del Vesuvio implacabile sterminatrice e alla esile gialla ginestra, che poi era lui e tutta l’umanità.

 

A un vulcano è dedicato un libro che, letto qualche settimana fa, mi frulla ancora in testa e mi rimanda all’epica leopardiana del rapporto Uomo- Natura. Il romanzo è “Il sangue della Montagna” di Massimo Maugeri. La Montagna è l’Etna, un altro vulcano sterminatore. Solo che il vulcano di Maugeri e degli abitanti delle sue falde e della piana di Catania è distruzione e creazione assieme. Borbotta, trema, sputa fumo, versa lava rossa come il sangue. L’Etna, la Montagna per chi ci vive addosso, è Natura e umanità assieme: niente a che fare con l’Islandese, perché l’uomo davanti a questa Natura, pure lui, borbotta, trema, sputa fumo e versa sangue.

Tutto qui è il senso del romanzo: nell’antropomorfizzazione della Montagna, e a questa dimensione femminile si perdona pure il paragone lava- mestruo, forzato solo per chi, come me, non riesce e non può codificare l’ancestralità di esistenze a ridosso dell’Etna, di lingue forgiate dalla lava, dallo spavento, dal furto. E’ una ladra, l’Etna per le vite dei numerosi personaggi che agiscono, amano, odiano, partono, arrivano, creano, distruggono, vivono, muoiono dentro le pagine del romanzo che è una ventata d’aria nuova nella narrativa italiana e ci voleva) e lo fanno assieme ai loro sogni, progetti, fallimenti, illeciti, Economia umana, Riflessioni estemporanee di un pragmatico sognatore, manufatti e tartarughe. E’ una ladra e una presenza magica, da scacciare con riti sciamanici.

 

 

Massimo Maugeri

Così nella folla di personaggi del romanzo, io scelgo Padma e Vito Terrazza. L’artigiano della lava e la sua badante, lo sciamano e la sua sacerdotessa. Perché c’è solo una maniera per accostarsi al mistero della natura: evocarla, liberarla dalla pietra come le tartarughe di pietra lavica scolpite da Vito e Padma. Evocarla con il linguaggio più antico del mondo: il canto. Il cunto diventa in Sicilia. Un cunto di sedici terzine e una quartina chiude il romanzo di Maugeri ed è il canto- cunto di Vito Terrazza, un Eliodoro (il leggendario mago che ricavò dalla lava dell’Etna il liotro, l’elefante simbolo di Catania) disincantato, che s’inchina di fronte alla Bellezza della Natura “Tu invece Montagnella dolce e cara/ continui a offrire al mondo la tua bellezza/ mettendo in scena fuoco, fumo, e sciara”. Una messinscena è “Il sangue della Montagna” e se proprio vogliamo farne una lettura critica, sbizzarriamoci con la componente metaletteraria, così sentita da Maugeri nelle sue opere che mettono in scena l’avventura della scrittura, ma stiamo attenti: alla fine la Natura vuole idoli e gli idoli cantano e fanno sgorgare poesia.

Il romanzo

Per gli abitanti del luogo l’Etna non è un vulcano, ma la Montagna. Marco Cersi, quarantasei anni, con la sua impresa specializzata nella realizzazione di prodotti in pietra lavica, tenta di rivalersi nei confronti di questa magmatica madre che gli ha segnato la vita. Paola Veltrami, vedova, quarantatré anni, è una docente universitaria di letteratura con il sogno di un modello economico più umano. Le loro vite si incrociano a causa della sparizione di un vecchio intagliatore di pietra lavica, amante della poesia: don Vito Terrazza. Mentre una nuova eruzione aumenta la propria intensità devastatrice, Marco e Paola rimangono schiacciati dal peso di problematiche enormi: l’uno deve fare i conti con il proprio doloroso passato e i risvolti sempre più aspri della crisi; l’altra deve gestire il difficilissimo rapporto con la figlia. Sarà la Montagna, con il fluire incandescente del suo sangue, a segnare il passo in un arco temporale ampissimo che ci conduce fino all’anno 1886 per poi catapultarci nuovamente nei nostri giorni inquieti.

*Il sangue della Montagna di Massimo Maugeri, edito da La Nave di Teseo

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Daniela Sessa

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