Formula 1. Hamilton imperioso vince il Gp di Sao Paulo e riapre il campionato

La rimonta compiuta del pilota inglese sul tracciato brasiliano. Le Ferrari chiudono a punti

Archiviato il Messico, la Formula 1 resta in America e per il Gran Premio di San Paolo (rinominato così il Gran Premio del Brasile, assente nel 2020, in ossequio al maggior coinvolgimento delle autorità locali) propone, per la terza volta in stagione, il format con la “Sprint Qualifying”.

Ancor prima che le vetture scendano in pista, cala una scure sul fine settimana di Lewis Hamilton: la sostituzione dell’ICE (il motore endotermico; il quinto del 2021, a fronte di un massimale di tre), gli costa una penalità di cinque posizioni da scontare sulla griglia di partenza del Gran Premio.

 

Le prove libere e le qualifiche del venerdì

Nonostante tutto, l’inglese conclude in testa le FP1 (le uniche prove libere del venerdì), siglando un 1’09”050; inoltre, il 44 conquista anche le qualifiche del venerdì, primo nel Q1 (1’08”733), in Q2 (1’08”068) e in Q3, fermato il cronometro della manche conclusiva sull’1’07”934, dopo aver migliorato il tempo del primo run (di 1’08”107), davanti a Verstappen, Bottas, Perez, Gasly, Sainz, Leclerc, Norris, Ricciardo.

Nelle FP2 di sabato mattina, il capofila è invece Fernando Alonso, sull’Alpine-Renault, in 1’11”238.

 

DRS Gate: il giallo e le polemiche

Il venerdì si era però chiuso con un giallo che aveva visto coinvolti i due grandi protagonisti del mondiale: il primo a finire sotto la lente d’ingrandimento dei giudici era stato Hamilton, reo di aver utilizzato un’ala posteriore viziata dal funzionamento irregolare del DRS, la cui apertura avrebbe ecceduto gli 85 mm previsti  dal regolamento (distanza massima tra i due flap a dispositivo funzionante; quando invece l’ala posteriore è chiusa, suddetti devono rimanere in uno spazio compreso tra i 10 mm e i 15 mm).

Successivamente, anche Verstappen viene incredibilmente richiamato: l’altra indagine scatta a causa di un video, in verità tutt’altro che nitido, girato da un tifoso in tribuna, dove l’olandese sarebbe parso toccare con la mano l’alettone posteriore della Mercedes 44, ferma dopo le qualifiche del venerdì .

Una fattispecie, questa, vietata dalle regole sul regime di parco chiuso (salvo deroghe particolari, nemmeno i meccanici possono fare operazioni di nessun genere) e che la Mercedes cercherà di utilizzare per difendersi, dichiarandola come il motivo della manomissione.

Il verdetto si fa attendere quasi ventiquattro ore, per arrivare a FP2 ormai ultimate: a Verstappen, per quel tocco, viene comminata una sanzione di 50.000 Euro; va molto peggio ad Hamilton che si prende una squalifica (alla Mercedes viene comunque riconosciuta la buona fede, senza l’aggravante del dolo), con conseguente retrocessione nella gara di qualifica dal primo all’ultimo posto, sulla base di una irregolarità quantificata in 0,2 mm di eccedenza rispetto alle misure regolamentari.

 

La Qualifica Sprint

Allo spegnimento delle luci, Bottas sfrutta le mescola morbida per prendersi la testa, come per altro fa Sainz (5° in griglia) che transita terzo alla S di Senna e riesce poi a conquistare la seconda posizione ai danni di Verstappen (che aveva scelto le gomme medie, come per altro Hamilton).

Il finlandese prende subito il largo, mentre il compagno, in rimonta dal fondo, all’inizio del quarto giro (poco prima  Verstappen si era riportato secondo a scapito di Sainz) è tredicesimo.

L’inglese entra nei primi dieci col sorpasso su Ricciardo alla tredicesima tornata, attacco preparato in uscita dall’Arquibancadas e completato in accelerazione, sul rettilineo.

Hamilton non si ferma e replica due giri dopo su Vettel, ancora su Ocon e poi su Gasly, questi ultimi all’interno, mentre Verstappen ha già chiuso il gap su Bottas: il riaggancio però non riesce, per cui il finlandese si prende la Qualifica Sprint e la seconda pole position consecutiva.

Alle loro spalle Sainz, stoico, nonostante le Soft usurate, resiste fino alla fine su Perez (che correva sulle medie), rintuzzandone a più riprese gli attacchi; quinto Hamilton, passato Norris proprio all’ultimo giro (fermo restando la penalità che lo avrebbe portato decimo in griglia alla domenica), seguito dallo stesso inglese della McLaren e da Leclerc.

 

La gara

Tutti i partenti scelgono le Medie, eccetto Tsunoda (15°; sulle Soft)

Allo spegnimento dei semafori, Bottas ha un pessimo scatto e si fa sopravanzare subito da Verstappen; il finlandese arriva successivamente lungo in uscita dalla curva 4, dovendo cedere pure nei confronti di Perez.

Alle spalle dei primissimi, Norris, anch’egli autore di un grande scatto, si tocca con l’anteriore destra di Sainz, contatto che gli costa la foratura della posteriore sinistra e una sosta non prevista che lo fa retrocedere in fondo al gruppo; lo spagnolo, sarà invece sopravanzato, di forza, dal compagno Leclerc sulla Reta Oposta.

All’inizio del secondo giro, Hamilton è già sesto, divenendo quinto su Sainz al giro 3, per poi passare Leclerc e divenire terzo al quinto giro, quando Bottas gli lascia strada.

Intanto, un contatto tra Tsunoda (che sarà penalizzato di 10”) e Stroll lascia diversi detriti sulla pista e costringe la direzione gara, in colpevole ritardo, a mandare in pista la Safety Car nella sesta tornata: la neutralizzazione dura lo spazio di quattro passaggi ma sia la ripartenza, sia una nuova breve neutralizzazione (virtuale), lasceranno invariate le prime posizioni.

Al giro 18 si infiamma il duello tra Perez e Lewis Hamilton per la seconda posizione, con l’inglese che prima passa il messicano alla S di Senna, salvo Perez rendergli il favore all’esterno della curva 4; il pilota della Red Bull comunque si deve arrendere alla prima frenata della tornata successiva, mentre negli stessi giri, anche Vettel e Ricciardo si scambiano e riscambiano le posizioni tra l’ottava e la nona.

 

La prima sosta di Hamilton arriva al giro 26 (Hard), mossa replicata al giro successivo da Verstappen che si difende dal tentativo di undercut; fermatosi anche Perez (28), leader provvisorio diviene Bottas che cambierà (sempre per la mescola dura) alla conclusione del trentesimo, lasciando nuovamente la testa a Verstappen ma riuscendo a scavalcare Perez nel gioco delle soste.

Alla fine del quarantesimo, Verstappen anticipa la seconda fermata, optando per un altro treno di dure, come per altro fanno Bottas e Perez (Hard) nelle due tornate successivi; Hamilton risponde solo alla fine del 43, rientrando alle spalle di Verstappen.

L’inglese comunque riesce a raggiunge il rivale e prova un primo attacco al giro 48, all’esterno della curva 4 ma Verstappen lo respinge con durezza allargando la traiettoria e gli tira la staccata per rimanere davanti, addirittura costringendo entrambi a transitare sulla via di fuga.

Dieci tornate dopo Hamilton, stavolta più timidamente, si fa nuovamente vedere negli specchietti ma a Verstappen basta spostarsi al centro della pista, senza troppi problemi; il 33 non può però fare nulla al giro successivo, quando la migliore accelerazione in uscita dalla prima esse, consente all’inglese di portare l’attacco, con l’ausilio del DRS, molto prima della frenata e di conquistare la testa.

E’ il momento decisivo, culminante nello sventolio della bandiera a scacchi che saluta il ritorno alla vittoria di Lewis Hamilton, davanti a Verstappen e al compagno Bottas.

Perez, quarto, fatto fermare a due passaggi dalla fine, riesce nell’ottenimento del giro più veloce (con annesso punto bonus) proprio al settantunesimo e ultimo giro, in 1’11”010, strappandolo proprio ad Hamilton.

Gli altri punti iridati sono per le due Ferrari di Leclerc e Sainz, poi Gasly (autore di un secondo stint in rimonta continua, sugellato dai duelli vinti nel finale con Ocon e Alonso), Ocon, Alonso e Norris (ritirata l’altra McLaren di Ricciardo a causa di una perdita di potenza).

La Formula 1 non si ferma e torna in pista la prossima settimana, per la novità Gran Premio del Qatar, in quel di Losail.

 

 

 

 

 

 

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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