La lettera. C’è bisogno di una destra che non piaccia alla sinistra

Quando la nostra area esprime un parere discordante dal mainstream viene subito tacciata di “fascismo”, ma, paradossalmente, accade che, spesso, siano gli stessi destri a prendere le distanze da posizioni nette e coerenti della propria comunità politica di appartenenza

Un bosco di tricolori

Una manifestazione di destra a Roma

Passeggio per il corso “II giugno” della mia città natale Senigallia, ridente località turistica della costiera adriatica, da circa un anno amministrata da una giunta, finalmente, non più rossa. D’improvviso, mi accorgo che l’azzurro di questa bellissima giornata è stranamente colorato: ombrellini arcobaleno regalano al centro storico un’inconsueta ma strana gajezza.

Che succede? Mi dicono che l’ “addobbo”, definito come “stravagante idea di colorare le strade cittadine con numerosissimi ombrelli fluttuanti, creando delle vere e proprie opere d’arte all’aperto” nasce nel 2012 in Portogallo. Dal 2013 in poi, si è diffuso in Italia come “iniziativa contro la violenza sulle donne” (sic!). Non solo: l’idea di realizzare questa carnevalata nella città di Pio IX è frutto dell’immaginazione di una giunta cui piace definirsi di “destra”. L’Assessore con delega ai servizi alla persona, pari opportunità (forse meglio chiamarla AssessorA, in ricordo della accademica della Crusca ad honorem Boldrini) è orgogliosa di tutto ciò e lo dimostra sui canali social.

A me, invece, questa trovata non piace. Potrà sembravi una sciocchezza, ma rifletteteci: è possibile che una destra, sia essa nazionale o locale, debba avere risonanza mediatica solamente quando realizza idee che piacciono alle Sinistre (idee, oltretutto, molto discutibili sotto il profilo etico ed estetico, che non le appartengono né come storia né come forma mentis politica)? E’ possibile che la Destra, per essere tale, debba sempre piacere alle Sinistre? 

Quando la nostra area esprime un parere discordante dal mainstream viene subito tacciata di “fascismo”, ma, paradossalmente, accade che, spesso, siano gli stessi destri a prendere le distanze da posizioni nette e coerenti della propria comunità politica di appartenenza: esempio eclatante ne è la triste vicenda che ha visto un noto esponente regionale di “Fratelli d’Italia” venire isolato dal suo stesso partito nel momento in cui ha condannato l’aborto e, colpa ancora più grande, ha osato lamentare una crisi di natalità, che è talmente oggettiva da essere sotto gli occhi di tutti. Ma tant’è. 

D’altra parte, in tante altre occasioni questo è accaduto: penso alla facilità con cui dopo il primo governo Berlusconi, Alleanza Nazionale tentava di rifarsi il trucco per raccogliere consensi “democratici” e finiva per rinnegare pensatori che, da sempre (nel bene e nel male), avevano costituito il suo “pantheon” ideale, come il “terribile” Julius Evola.

Ombrellini colorati

Tornando agli ombrellini colorati: vi sembra possibile che un tema delicato ed importante come quello della violenza sulle donne (che, più in generale, dovrebbe essere quello della violenza in sé) possa essere affrontato con un linguaggio tardo-sessantottino che finisce per banalizzare tutto? Ogni tematica, ecologica, sociale, lavorativa, è ridicolizzata dal progressismo imperante e i partiti di destra, anziché proporre al popolo italiano valori forti provenienti da lontano e tramandati da uomini e donne che hanno visto la guerra ed hanno affrontato l’odio delle piazze, cosa fanno? Seguono la via più facile, in discesa, che ovviamente conduce alla perdizione politico-culturale: copiano intuizioni sinistre e finiscono per appropriarsene con orgogliosa, insopportabile sicumera.  

Mi sia consentito un sano e necessario pessimismo: non ci mancano le idee, ci mancano persone capaci di esprimerle e di realizzarle. Siamo alle solite: ci manca una classe dirigente seria, preparata e fedele al proprio sacrario di valori, che sappia realizzare ciò che deve essere fatto, in silenzio, senza alcun complesso di inferiorità, senza alcun ruffiano spasmodico bisogno dell’altrui comprensione, senza tanti piagnistei, senza alcuna necessità di scimmiottare quella penosa esigenza di presenzialismo mediatico e social tipico dei vari Renzi, Di Maio, Bersani, Grillo e compagnia cantante…

Abbiamo bisogno di una Destra che non piaccia alla Sinistra.

@barbadilloit

Giovanni Flamma

Giovanni Flamma su Barbadillo.it

Exit mobile version