“Quando A Todi Ardeva La Fiamma”: uomini e idee controcorrente in Umbria

Il volume di Barberini e Quaglietti per Eclettica descrive la storie del Msi locale dal 1947 al 1995. Il prof. Giuseppe Parlato ha firmato la prefazione

Giorgio Almirante con i camerati del Fronte e del Msi di Todi

Ben 250 pagine per raccontare la storia del M.S.I. in una cittadina di provincia, a Todi, in Umbria: 250 pagine che non sono solo un album di ricordi ma diventano lo svolgersi dal 1947 al 1995 di una trama tessuta dalle esperienze, dalle passioni, dall’impegno, dalle ingenuità, dalle speranze di una comunità umana, con una narrazione che va ben oltre l’interesse locale tanto che chiunque in qualsiasi luogo d’Italia abbia avuto analoghe esperienze può ritrovare facilmente in questo libro il proprio vissuto.

Quando A Todi Ardeva La Fiamma è un libro pensato e realizzato bene. Frutto dell’impegno dei due autori ormai verso i settant’anni, Graziano Barberini che del Msi. fu consigliere comunale e Pierfrancesco Quaglietti, per due volte eletto a Perugia nella lista del Fuan come rappresentate degli studenti nel Consiglio dell’Opera Universitaria. Per più di un anno hanno consultato fondi dell’Archivio di Stato, esaminato i registri matricolari del Distretto Militare, le carte della Questura ed i verbali dei consigli comunali, sfogliato gli archivi personali di vecchi militanti, le cronache della stampa locale,  raccolto testimonianze e sollecitato i ricordi di vecchi sodali o dei parenti di questi per chi purtroppo era andato avanti, per usare il linguaggio di quel mondo. Nel lavoro di ricerca sono stati indubbiamente facilitati da chi nel perugino, quando l’Msi si sciolse, consegnò tutti i documenti di partito al locale Archivio di Stato. Non è stato così invece per Alleanza Nazionale, i cui ultimi esponenti locali “non si ricordano” dove siano finiti gli archivi, probabilmente mandati al macero.

Nel libro traspare chiaramente la partecipazione emotiva degli autori, e non potrebbe essere diversamente, con il grande merito però di riuscire a raccontare quei cinquant’anni senza in alcun modo indulgere a retoriche assoluzioni e/o compiaciute glorificazioni, sempre con grande lucidità nell’analisi elaborata a distanza di decenni, e anzi con toni di equilibrata autocritica e appropriata ironia.

A colpire in primo luogo è vedere di quale spessore umano e politico potessero essere i personaggi che allora riusciva ad esprimere un partito condannato all’opposizione anche in una piccola realtà come Todi, di fronte ai quali l’inevitabile confronto con i componenti dell’odierna classe politica suscita indubbio imbarazzo. Al di là infatti di Ivo Laghi e Aimone Finestra, ben noti a tutti e che, soprattutto il primo, furono protagonisti in prima persona dell’esperienza  missina tuderte, basti pensare ad Aldo Chinea che nel ’44, a 14 anni, falsifica i documenti, scappa di casa e si arruola nell’esercito della Rsi., nel ’45 viene catturato in Piemonte dai partigiani di Moranino, riesce a fuggire ed a piedi torna a casa. Qui gli fanno fare alcuni mesi di prigione e, una volta libero, si iscrive al Liceo Classico per riprendere gli studi interrotti per quell’avventura guerriera. Nel 1948 sarò poi, e come altrimenti?, tra i primi aderenti al Msi, di cui guiderà la Federazione Provinciale dal 1956 al 1969, senza mai percepire prebende o indennità.

Quando A Todi Ardeva La Fiamma ha voluto fermare nero su bianco la storia di un mondo, di una comunità locale, per lasciarne una traccia, perché quella storia non sia  dimenticata Questo è l’obiettivo dichiarato degli autori, ma attraverso  quelle cronache di provincia appaiono di riflesso ma nitide la vita, le tensioni, i sacrifici, le illusioni, le divisioni, gli errori che caratterizzarono anche a livello nazionale la vita del partito neofascista.

Con la loro narrazione Barberini e Quaglietti, tra le righe ma con lucidità chirurgica, riescono anche a individuare motivi della decadenza sociale ed economica dell’Umbria intera. Infatti, già a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, il tessuto economico della libera impresa del tuderte iniziò ad assottigliarsi e ciò determinò un decremento demografico, che pesò anche sul Msi per i tanti militanti ed elettori costretti ad emigrare. Di fronte a ciò i governi locali a guida socialcomunista nulla fecero per facilitare la libera impresa ma affrontarono i problemi occupazionali solo gonfiando a  dismisura le assunzioni nelle amministrazioni locali, trasformate in efficienti macchine da clientela,  in cui non c’era ovviamente posto per chi al mondo missino apparteneva.

Un lavoro ben fatto, come dicevo, e da leggere con sicuro interesse per chi ha fatto parte o vuol provare a capire quella storia, anche al di là della conoscenza diretta dei protagonisti.

Il volume sul Msi di Todi per Eclettica

A “certificare” la qualità del libro è poi l’introduzione dal professor Giuseppe Parlato che ha prefato il libro concludendo con parole degli autori che rappresentano in maniera corretta, pur in una visione tutta interna al movimento, una sorta di bilancio del mezzo secolo di vita del M.S.I. di Todi, ma applicabile certamente a livello nazionale:

“Poi, certo, fu anche una comunità intellettualmente rissosa, tatticamente ingenua e strategicamente confusa, attraversata com’era da visioni e da aspirazioni non sempre conciliabili, a volte un po’ refrattaria ad affrontare le sfide della modernizzazione della società. Ma fu una comunità di gente per bene. Profondamente per bene. Che diede molto e non chiese nulla”.

*Quando a Todi Ardeva la Fiamma  di Graziano Barberini e  Pierfrancesco Quaglietti  pagg. 250  Eclettica 2021

@barbadilloit

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