Segnalibro. “I due stendardi”, amore fra paganesimo e cristianesimo

Le edizioni Settecolori pubblicano un classico della letteratura francese di Lucien Rebatet: mancava in traduzione italiana. Un progetto lungo vent'anni

Lucien Rebatet

Ambientato negli anni Venti del secolo scorso ma scritto fra il 1943 e il 1949, I due stendardi è il libro culto di Lucien Rebatet. Lo stile, la scrittura, le tematiche, mostrano bene come lo scrittore francese fosse figlio della modernità e rappresentasse i sentimenti e le idee in maniera piena, a tutto tondo. Amante non a caso dei nuovi movimenti culturali del tempo, dal futurismo al surrealismo al dadaismo, era soprattutto attratto dalla sperimentazione nelle varie arti. I due stendardi è la rappresentazione plastica proprio del romanzo tradizionale, quello con un impianto solido e pieno di rimandi, alla Dostoievskij, alla Balzac, allo Stendhal impastato con un lessico molto moderno. Un romanzo che si dipana su più piani, offrendo letture varie della narrazione, con registri sempre cangianti intorno a un polo narrativo: le dinamiche di un triangolo amoroso fra due giovani amici, Régis e Michel, che amano entrambi la diciottenne Anne-Marie. Michel, parigino, è un nietzscheano, un pagano, Régis, lionese, aspira a essere accolto nella Compagnia di Gesù per soddisfare la propria inclinazione mistica e spirituale. Anne-Marie è bella, attraente, interessata però più alle persone del proprio sesso che a quello maschile e vede in Régis, seguace di Sant’Ignazio di Loyola, chi forse ha trovato la via di fuga dall’assillo della sessualità che lei già conosce. In questa storia l’esito del triangolo irrisolto è un intreccio di slanci, emozioni, passioni, ossessioni e il libro mostra una visione prospettica sull’essere e sui sentimenti dei tre ragazzi. Uno scandaglio, un approfondimento continuo che conferisce alla visione di questo triangolo maggiore nitidezza e più colore se si pensa che questo libro è – anche – un inno alla giovinezza. Età difficile ma anche età in cui tutto sembra possibile ed eterno, dove sentimenti come l’amicizia e l’amore, ma anche le scelte e le aspirazioni, sono totali.

Romanzo di sentimenti

“I due stendardi” di Lucien Rebatet

Un romanzo di sentimenti, di pulsioni, quindi, con al centro la giovinezza ma, come sottolinea efficacemente nella prefazione Stenio Solinas anche un romanzo di ideologia o – meglio – di visioni del mondo contrapposte: da una parte il cattolicesimo, dall’altra il paganesimo, da un lato Cristo, dall’altra Dioniso, da una parte il misticismo dall’altra la vita con i suoi piaceri e i suoi dolori.

Intanto, Rebatet, nato nel 1903, visse gli anni della maturità in un clima di conflitti sociali e, soprattutto, cosa importante, nel pieno della guerra. Visse e descrisse, in articoli e in libri, la sconfitta della Francia e analizzò la decadenza del popolo francese, con la grandeur irrisa, e fece la propria scelta di campo, in un’epoca in cui gli intellettuali decisamente marcavano il proprio impegno. Rebatet scelse il fascismo e scrisse articoli e pamphlet violenti, senza mezzi termini. Una decisione per “riscattare la propria patria vittima della decadenza”. Finita l’occupazione dei tedeschi, finì in carcere per adesione al fascismo e per collaborazionismo. I suoi scritti pesarono molto nella decisione della giuria di condannarlo a morte. In cella, in attesa della fucilazione, giorno dopo giorno lottò contro il tempo per scrivere e rivedere I due stendardi, al quale già stava lavorando dal 1943. In un primo tempo lo intitolò Ni Dieu ni le diable. Poi, lo cambiò in quello con il quale sarebbe divenuto un romanzo fra i maggiori della letteratura francese. La condanna a morte, dopo alcuni mesi, fu commutata in ergastolo e lo scrittore lavorò a questo romanzo fino al 1949, anno della consegna del manoscrito all’editore Gallimard. Fu pubblicato nel 1951.

Dopo poco Rebatet fu graziato e uscì dal carcere grazie alle pressioni dell’intelligentsia francese. La storia della pubblicazione in italiano di questo libro è stata travagliata e spiegata nella prefazione con affetto da Stenio Solinas.

Il sogno realizzato di Pino Grillo

Era il libro che l’editore di Settecolori, Pino Grillo, voleva pubblicare ma subito si accumularono varie traversie e complicazioni finché una malattia portò via questo valido e generoso editore. Il suo sogno, la traduzione dei Due stendardi, sembrava ormai svanito definitivamente. Vent’anni dopo il figlio Manuel, con coraggio, non ha abbandonato quel sogno e, rilanciando con alcuni amici la casa editrice, ha portato a termine il progetto. Talvolta le “storie parallele”, per quanto dure e travagliate, danno senso all’esistenza e alle opere di chi resta.

*Lucien Rebatet, I due stendardi, Edizioni Settecolori, (introduzione di Stenio Solinas, traduzione di Marco Settimini), 2 voll., pp. 700 e 728; euro 48. Il volume è acquistabile qui  direttamente dalla casa editrice guidata da Manuel Grilo

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Manlio Triggiani

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