Il caso. Crociata del Pd contro il “Monopoly”: basta finanza cattiva (firmato Renzi boys…)

monopolyNotizia: il Pd si scaglia contro gli Usa. Davvero? Certo. Per caso contro il Muos in Sicilia in nome della sovranità? Ma nemmeno per sogno. Allora contro le agenzie di rating che dagli Usa hanno creato la crisi dei titoli spazzatura? Certo che no. E quindi contro il neointerventismo statunitense sui temi etici che sta mettendo in crisi le relazioni con (l’ex) madrepatria Russia? No, no e ancora no.

Il Pd – nella persona di un gruppo di parlamentari di fede “renziana” – ha formalmente chiesto all’ambasciatore americano a Roma Philips di intervenire per bloccare la nuova versione del “Monopoli” (ossia “Monopoly). Avete capito bene: il Pd si scaglia contro un gioco da tavolo! Il motivo? Per i deputati democratici trattasi di una versione economicamente “scorretta”, nel senso che nel nuovo percorso del famoso gioco al posto delle «tradizionali proprietà immobiliari» si troveranno «pacchetti azionari di grandi multinazionali».

Al centro della formale tirata d’orecchie del Pd contro gli States ci sarebbe quindi l’apologia della “grande finanza” irresponsabile, proprio quella che «l’azienda statunitense Hasbro starebbe per lanciare» con la nuova versione del Monopoli. A riprova del “complotto” secondo gli appellanti c’è anche la prova: all’interno del gioco la casa produttrice avrebbe tolto anche la “prigione”. Segno – cercando di interpretare la logica della lettera – dell’impunità degli abusi della finanza e quindi della diabolica infiltrazione nelle menti dei giovani italiani che vorrebbero trasformarsi così tutti in potenziali “squali finanziari” proprio dal gioco.

Davanti a questo sette deputati hanno deciso di chiedere spazio al Corriere della Sera (quotidiano notoriamente distante dai meccanismi della finanza…) e di rivolgersi al rappresentante americano in Italia che di certo avrà informato il presidente Obama (intervenuto “tempestivamente” contro gli abusi della finanza…) di tale richiesta: “Giù le mani dal Monopoli!”.

Insomma, per i renziani del Pd il problema della crisi economica e della “deregulation” (quella tanto amata dai new-labour alla Tony Blair o nella Spagna turbocapitalista dell’ex guru Zapatero) si risolve con la nostalgia per “viale dei giardini” e con il capitalismo “responsabile” e compassionevole di una volta. Tutto legittimo. Ma una domanda sorge: ma hanno capito, questi Renzi boys, con chi stanno?

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