Torna Maurice Barrès con “Un giardino sull’Oronte” e “Una giornata parlamentare”

Per Robin edizioni approdano in libreria, per la prima volta tradotti in italiano, due testi del grande scrittore conservatore

Ormai caduto in oblio, specie in patria, complice le mépris de Sartre, Maurice Barrès è stato un grande scrittore di destra, e meriterebbe un maggior riconoscimento rispetto a quello sino ad oggi tributatogli. Il motto “revêtons nos préjugés; ils nous tiennent chaud”, ossia “rivestiamoci dei nostri pregiudizi: ci tengono al caldo” descrive appieno l’orientamento dello scrittore sunteggiandone il pensiero conservatore. Impegnato politicamente, Barrès aderì al boulangismo; eletto deputato di Nancy nel 1889, partecipò attivamente alla vita politica, assumendo una netta posizione antiparlamentare e nazionalistica.

Disgustato della corruzione imperante nella Terza Repubblica, si schierò contro i sostenitori di Dreyfus e contribuì a organizzare la Ligue de la Patrie Française. Accademico di Francia e deputato di Parigi nel 1906, sostenne in Parlamento fino alla morte le posizioni della destra. A questa posizione politica è collegata la successiva tesi filosofico-ideologica di Barrès, per cui l’individuo non può realizzare pienamente sé stesso se non rendendosi conto dei profondi legami con la tradizione della propria famiglia, della patria, della religione. Nasce così la trilogia dei romanzi “de l’énergie nationale”, che nei Déracinés ha l’opera che meglio esprime l’infelicità di chi si lascia “sradicare” dalla propria terra.

Per i tipi di Robin edizioni, nella storica collana la Biblioteca del Vascello, è apparso, per la prima volta in italiano, Un jardin sur l’Oronte (1922), ultimo romanzo scritto da Maurice Barrès. Dietro la storia d’amore tra un giovane crociato e una principessa musulmana si annida un finissimo lavoro di riscrittura e di citazione da molteplici testi, da Le mille e una notte alle tragedie di Sofocle ed Euripide, anche se è di poe­sia che il romanzo si nutre, soprattutto dei lirici persiani e orientali.

E sempre per le benemerite edizioni Robin è stato pubblicato quello che un critico contemporaneo dell’autore, Adolphe Thalasso, ebbe a definire come “la première pièce franchement politique du théâtre contemporain”, Une journée parlamentaire (1894). Unico testo teatrale di Barrès, bloccato dalla censura, venne messo in scena da André Antonie nell’ultima stagione del suo Théâtre Libre. Al centro del dramma, scritto in una Francia ormai prossima all’affaire Dreyfus, è l’intreccio tra finanza e politica dello scandalo del Canale di Panama, una vicenda che mise in luce l’enorme potere acquisito dalla stampa.

Più che adottare una prospettiva morale condivisibile, Barrès sceglie di affidarsi a un coro di colpevoli: parlamentari corrotti e violenti, giornalisti assetati di scandali e compravendite, un amico dall’integrità vacillante, una moglie accecata dalla vanità e un protagonista gravato dalle scelte del passato. A oltre un secolo dalla sua stesura, Une journèe rimane – a dire di Stefano Serri, curatore del volume – un testo godibile sulla pagina, ma anche ben adattabile alla scena (teatrale e politica) dei nostri giorni.

* Un giardino sull’Oronte, di Maurice Barrès (Robin edizioni. – 2019: pagg. 122 – euro 14); Una giornata parlamentare. Commedia di costume in tre atti (Robin edizioni. – 2019: pagg. 119 – euro 14)

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Giuseppe Balducci

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