Formula 1. Verstappen sbanca al Gran Premio del Belgio

Nonostante una partenza nelle retrovie, l’olandese legittima una grandiosa rimonta col massimo risultato

Terminata la pausa estiva, la Formula 1 torna a gareggiare per il quattordicesimo appuntamento stagionale e lo fa in una delle sue piste più iconiche: 7004 metri nella Foresta delle Ardenne, Spa-Francorchamps è sinonimo di curve mitiche, quali il complesso Eau Rouge-Raidillon, la Rivage, il curvone Puhon, la Stavelot e Blanchimont.

Per altro, il circuito si presentava leggermente modificato, con alcune porzioni riasfaltate e l’aggiunta della ghiaia in talune vie di fuga.

In occasione del Gran Premio del Belgio, la Pirelli mette a disposizione delle squadre la scelta mediana delle mescole, ossia le C4 (Soft), C3 (Medium), C2 (Hard).

La tre giorni viene inaugurata da un importante annuncio, l’ufficializzazione dell’ingresso dell’Audi in Formula 1, a partire dal 2026.

 

Le prove libere

La sfida in testa riparte sin dal venerdì: le FP1 vedono il primato di Sainz, in 1’46”538 (sulle Soft), mentre a Verstappen vanno le FP2, in 1’45”507 (Soft); entrambe le sessioni sono caratterizzate dalla pioggia nel finale.

Al sabato mattina, nelle FP3, il gruppo viene invece capeggiato da Sergio Perez, con l’altra Red Bull, col tempo di 1’45”047 (Soft).

Intanto, ultimate le seconde libere, erano state ufficializzate una serie di penalità, causate dalla sostituzione di taluni componenti o dell’intera unità motrice (unità motrici che dal primo settembre prossimo saranno soggette congelamento): quindici posizioni per Bottas (già sicuro dunque della quattordicesima posizione); arretramento in fondo alla griglia per Leclerc, Verstappen, Norris, Ocon, Mick Schumacher e Zhou che al sabato pomeriggio si sarebbero giocati le posizioni dalla quindici alla venti.

 

Le qualifiche

Le “anomale” prove di qualifica cominciano, sopra un asfalto piuttosto freddo, con il primato di Verstappen nella Q1, in 1’44”581 (Soft), successivamente imitato da Leclerc nella Q2, con il tempo di 1’44”551 (Soft).

La Q3, praticamente si risolve nel run iniziale: Verstappen, nell’unico tentativo, fa segnare un 1’43”665 che gli garantirebbe la partenza al palo; a spuntarla alla fine è Sainz, secondo ma in pole position grazie alle penalizzazioni,  pur non avendo migliorato l’1’44”197 iniziale, come del resto accaduto per Perez.

Quarto sarebbe stato Leclerc (un tempo solo anche per lui, in 1’44”553, salvo poi essere mandato in pista unicamente per tirare la scia a Sainz, lungo il rettilineo del Kemmel, nel tentativo conclusivo).

Sulla griglia di partenza, alle spalle di Sainz e Perez, Alonso, Hamilton, Russell e Albon; Ocon e Norris (rispettivamente, quinto e decimo tempo) scalano diciassettesimo e diciottesimo, dietro a Bottas, Verstappen e Leclerc.

 

La gara

Nella mattinata di domenica viene completamente sostituita l’unità motrice di Tsunoda: il giapponese, che si sarebbe dovuto schierare tredicesimo, è costretto a partire dalla corsia dei box, facendo scalare gli altri di una piazzola; poco prima del via, un problema elettrico costringe anche l’altra AlphaTauri, quella di Gasly, a partire dalla corsia delle soste (nessun avanzamento, la sua postazione in griglia resta vuota).

Interessante anche il dato di un asfalto molto più caldo, di oltre dieci gradi, sia del venerdì che della sabato.

Allo spegnimento delle luci, Sainz si conferma capofila, mentre Perez  scivola addirittura quinto, con Alonso secondo, Hamilton terzo e Russell quarto; il messicano attacca subito e riprende la posizione su Russell lungo il Kemmel, come del resto proverebbe Hamilton su Alonso: l’inglese arriva alla curva in fondo al rettilineo, quella di Les Combes, con mezza macchina di vantaggio ma chiude eccessivamente la traiettoria, toccandosi con lo spagnolo e decollando.

La gara dell’inglese finisce già al primo giro, dopo aver creato scompiglio in mezzo al gruppo mentre cercava di proseguire con la vettura danneggiata.

Un altro contatto coinvolge, al giro successivo, Ocon, Latifi e Bottas, dovendo quest’ultimo abbandonare: deve entrare Safety Car, che rimarrà fino al termine della quarta tornata.

Quando si ricomincia, Sainz mantiene la posizione, Russell, in terza, si difende da Alonso; all’inizio del giro sei, Verstappen è sesto, Leclerc sedicesimo.

Il monegasco infatti, che pure aveva guadagnato diverse posizioni, era dovuto rientrare ai box già alla fine del giro tre: una visiera a strappo, tirata via da un altro pilota, gli era infatti finita nella presa del freno anteriore destro, cominciando a surriscaldarlo e a far uscire del fumo.

Per evitare danni peggiori, costretto a farla estrarre, nella fermata ne aveva pure approfittato per passare dalle morbide alle medie.

L’olandese della Red Bull non si ferma e si prende in serie la quinta posizione di Vettel, la quarta su Alonso, la terza su Russell; dietro, nella pancia del plotone, Leclerc deve inventarsi due sorpassi (giro 8) per sopravanzare le AlphaTauri e mettersi quattordicesimo, proseguendo con Zhou, Magnussen e Norris.

Sainz e Alonso (che sceglie ancora un treno di medie) effettuano la prima sosta al termine del giro 11: per lo spagnolo della Ferrari, arrivano delle medie, prima di tornare in pista e di passare Ricciardo e Vettel.

In pista, Verstappen aveva intanto scavalcato Perez sul Kemmel  (giro 12), Perez che a sua volta avrebbe “pittato” due giri dopo, ancora per le Medium: l’11 torna in gara appena davanti a Leclerc che prova il l’affondo, prontamente rintuzzato nella staccata di Les Combes.

Verstappen si ferma al termine del 15 (Medium), lasciando il primato a Sainz, ma riproponendosi davanti a Perez.

Il confronto in testa si infiamma al giro 18, con Verstappen che esce dal Raidillon con una grande velocità, sfrutta la scia di Sainz e con annesso DRS, prende l’esterno dello spagnolo e si riprende il primato.

Il 55 finisce presto anche nel mirino della Red Bull numero 11: è il giro 21 ma la dinamica e il risultato del sorpasso sono le stesse di tre tornate prima; cambia solo l’interprete, con Perez che si porta secondo.

Entrambi i ferraristi (in quel momento in terza e quinta posizione) vengono richiamati per il pit stop, alla fine del giro 26, montando, rispettivamente, le Hard Sainz e le medie Leclerc.

La Red Bull opera di conseguenza: Perez passa alle Hard al termine del 27, tenendo su Sainz e Verstappen tre passaggi dopo (ancora per le medie).

A Leclerc il compito, eseguito, di riprendere e sorpassare Vettel: è il giro 31 e il monegasco è di nuovo quinto.

Il tedesco dell’Aston Martin, costantemente in lotta per i punti dall’inizio, si ferma per le medie alla fine del giro 33 e riguadagna la careggiata, ottavo, alle spalle di Gasly: Vettel impiega un passaggio per riprendere l’avversario e scartarlo, sfruttando la migliore accelerazione in uscita dal tornantino della Source.

 

Nessuno dei due aveva però fatto i conti con Ocon: il francese dell’Alpine massimizza la battaglia davanti a sé e al giro 35 sfrutta il contrattacco portato da Gasly a Vettel lungo il Kemmel per prendere una doppia scia e sopravanzare entrambi,  tirando una grande staccata allo stesso Gasly e portandosi settimo.

Vettel riuscirà comunque a scavalcare, di nuovo, il francese dell’AlphaTauri all’interno nella curva successiva, la Rivage.

Gli ultimi passaggi, tra i piloti di testa, vivono del tentativo di Russell di recuperare su Sainz, salvo quest’ultimo difendersi senza grandi affanni; in Ferrari però c’è ancora il tempo per combinare un altro pasticcio: nella speranza di acciuffare il giro veloce, a Leclerc viene montato un treno di Soft alla fine del terzultimo giro, assumendosi un rischio non piccolo ma che non paga.

L’agognato punto in più, infatti, non sarà conquistato, anche perché il monegasco si ritrova ingaggiato in un duello con Alonso, dopo esser stato a sua volta passato dallo spagnolo in uscita dai box, per via delle gomme fredde.

Il sorpasso all’ultimo giro di Leclerc però non serve a nulla, visto che il superamento dei limiti di velocità al momento di rientrare per la precedente sosta, gli costa cinque secondi di penalità che lo riportano dietro l’Alpine a gara ultimata; a discolpa del 16 però, il fatto che l’infrazione sia stata causata per colpa del mancato funzionamento di un sensore, utilizzato per verificare la velocità media in pit lane, sensore bruciato dalla stessa visiera a strappo finita nella presa del freno.

La rimonta di Verstappen va in porto, con la bandiera a scacchi che ne saluta la vittoria; per l’olandese, anche il punto bonus del giro più veloce, siglato al giro 32, in 1’49”354.

Con lui, sul podio, il compagno Perez e il ferrarista Sainz; a punti, Russell, Alonso, Leclerc, Ocon, Vettel, Gasly e Albon.

Chiosa finale e al netto della sfortuna: la Red Bull aveva sin dal venerdì dimostrato una certa superiorità sul passo gara; a nulla è valsa una scelta di carico aereodinamico più elevato (che in teoria avrebbe dovuto aiutare le Rosse nel secondo settore del tracciato, più guidato), vista anche la variabile del degrado superiore al previsto, generato dalle temperature più elevate, che potrebbe aver giocato la sua parte.

La Formula 1 tornerà in pista già la settimana prossima, a Zandvoort, sulle coste del Mare del Nord, per il Gran Premio dei Paesi Bassi.

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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