Gran Bretagna. Caos a Downing street dopo le dimissioni di Liz Truss

L'ex ministro degli Esteri Sir Malcolm Rifkind ha affermato che “il breve regno di Ms Truss ha gravemente danneggiato la reputazione dell'Uk sulla scena mondiale"

Liz Truss, ex premier

Il vento è tornato a soffiare sulle terre d’oltre manica. Un vento che scompiglia regole, politica ed economia rendendo i più insonni e smarriti. E che si intrufola ora dentro la porta spalancata del numero dieci di Downing street. Anthony France sull’Evening Standard del 21 10 non nasconde la situazione, descritta dai commenti impietosi dei media internazionali: “Le drammatiche dimissioni di Liz Truss hanno fatto notizia, in tutto il mondo mentre il Regno Unito è stato impietosamente preso in giro.”
Il New York Post: “Rispetto ai circa 20 minuti del il re di Francia Luigi XIX nel 1830, Truss è rimasta in carica un’eternità”. Il New Indian Express: “Il terribile mandato di Truss è terminato.” Il Wall Street Journal: “Truss si dimette dopo 45 giorni di tempesta”, Il New York Times ha dichiarato in copertina: “Truss si dimette, chiudendo sei settimane di disordini nel Regno Unito: il periodo più breve di un primo ministro britannico: inizia la lotta per un successore”.
Il Washington Post in prima pagina: “Dopo la rapida caduta di Truss, il Regno Unito cerca una direzione”. Mentre Le Monde: “Le dimissioni di Truss lasciano il Regno Unito in una crisi politica profonda e senza precedenti”. “Il Regno Unito è immerso nel caos”, ha affermato lo spagnolo El Pais. Il quotidiano danese Jyllands-Posten ha dichiarato: “Dal trionfo al tracollo”, aggiungendo: “passerà alla storia come il primo ministro britannico più impopolare di sempre”.
Il quotidiano La Repubblica ha riportato l’autodistruzione dei Tory durante le turbolenze politiche del proprio paese. Il titolo: “Truss getta la spugna e Boris pensa al rientro”.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden l’ha ringraziata per la sua collaborazione contro la guerra della Russia in Ucraina e ha detto che le due nazioni rimangono “forti alleati e amici duraturi”.
Un tweet del governo ucraino diceva “meglio chiamare Boris”. Patetico il commento della BBC: “Nel calcio gli UK non hanno mai battuto l’Italia, ma ora gli UK battono l’Italia in un altro modo.”
Nei commenti, sempre sull’Evening Standard: “Abbiamo bisogno e in fretta di un leader. Dopo 44 giorni in carica, infliggendo danni all’economia e danneggiando temporaneamente la posizione globale della Gran Bretagna, Liz Truss ha riconosciuto di non poter attuare il suo mandato. La domanda ora non è solo chi la sostituirà, ma cosa verrà dopo? Chi emerge affronta molteplici sfide: unire un partito politico caduto nella faziosità e minaccia di diventare ingestibile. Stabilizzare un’economia spinta sull’orlo del baratro da un disastroso mini-bilancio. Affrontare il compito di cercare di ribaltare le valutazioni dei sondaggi.”
Il parere di David Bond Deputy Political Editor:
“L’umiliante caduta di Liz Truss è avvenuta dopo 44 giorni straordinari…Nel giro di sei settimane il suo audace piano economico – soprannominato Trussenomics – era a pezzi mentre i mercati finanziari hanno reagito con orrore al suo mini budget che ha ridotto le tasse di 45 miliardi di sterline, facendo crollare la sterlina e salire vertiginosamente il costo dei prestiti.” Il Pari conservatore Lord Hayward ha descritto la sua caduta come “deprimente ma inevitabile”. Aggiungendo: “È stato molto, molto peggio di quanto chiunque avrebbe potuto immaginare…” L’ex ministro degli Esteri Sir Malcolm Rifkind ha affermato che “il breve regno di Ms Truss ha gravemente danneggiato la reputazione della Gran Bretagna sulla scena mondiale…In pochi giorni la Banca d’Inghilterra è stata costretta a intervenire con un programma di acquisto di obbligazioni di emergenza del valore di 65 miliardi di sterline per sostenere i fondi pensione che erano gravemente esposti a causa dell’impennata dei rendimenti obbligazionari”. Lo storico Sir Anthony Seldon, ha riassunto la natura senza precedenti degli ultimi mesi. Alla BBC: “La combinazione della rapida transizione di primi ministri, cancellieri, segretari interni, il tutto combinato con la perdita di un monarca… Mai prima d’ora. È oltre la follia”.
L’espressione penitente di Liz Truss che comunque non rinuncia a fare jogging, fa il paio con quelle gaudiose di aspiranti primi ministri. Ma chi sta bussando, con l’acquolina in bocca, sempre più insistente, al 10 di Downing street, è lui, novello Cincinnato, ovvero il clown Bojo, secondo il parere della commentatrice del Guardian Polly Toynbee che lo definisce “buffone, snob, sociopatico, egocentrico e mentitore seriale”.
Mentre il toto ministro impazza i botteghini accolgono la lieta novella e lo danno per candidato attendibile! Boris ha intenzione di candidarsi! Una favola metropolitana? No, nuda verità. Infatti la prima pagina dell’Evening Standard del 21 ottobre mostra la foto sua, di Penny Mordant e del miliardario Rishi Sunak, a caratteri cubitali titola “RACE FOR N 10 HOTS UP”, sotto appare la pubblicità a caratteri cubitali dello spettacolo “Les Miserables”.
The Economist descrive la Gran Bretagna come “paese di instabilità politica, bassa crescita e subordinazione ai mercati”. L’ambasciatore italiano nel Regno Unito ha criticato The Economist per aver rivisto vecchi stereotipi dopo aver ritratto Liz Truss vestita da centurione e con in mano una forchetta con spaghetti sotto il titolo “Benvenuti a Britaly” sulla copertina della sua ultima edizione. Beppe Severgini ha ragione quando dice: “Gli Inglesi temono il caos, hanno bisogno di stabilità, certezze, non sono abituati all’insicurezza.” Ma intanto mentre una lacrima di emozione del primo ministro Giorgia Meloni, sigla il varo del nostro nuovo governo (nonostante i suoi alleati), Westminster annaspa. E il legame sotterraneo fra Brits e Italici puntualmente riemerge come la copertina di The Economist insegna. Il settimanale motteggia il nostro way to be, così diverso dal loro, e critica in modo masochistico anche il loro. Se alla fine la gara del toto ministro la vincesse Boris che dichiarava: “Votare i Tory farà diventare più grosse le tette di vostra moglie”, almeno una cosa buona rimarrà: la tappezzeria di Downing street, con quello che è costato rinnovarla sarebbe un buon inizio.

Lorenzo Ferrara

Lorenzo Ferrara su Barbadillo.it

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