Breve panoramica sulla ricerca compostellana in Portogallo

Brunello Natale De Cusatis: le vie lusitane a Santiago de Compostela e la strada reale

Non dico nulla di nuovo nell’affermare che i pellegrinaggi a Santiago de Compostela rappresentano un importantissimo denominatore comune della cultura europea fin da quando venne scoperto, nel corso del IX secolo, il sepolcro di san Giacomo il Maggiore, e da lì il sorgere di una rotta millenaria, il Cammino di Santiago, com’è planetariamente conosciuto.

Da allora, sono stati milioni e milioni i pellegrini, provenienti dalle più svariate parti del Mondo, che hanno percorso i Cammini europei, andatisi nel frattempo formando e finendo per confluire tutti alla famosa e splendida Cattedrale, in cui si ha modo di venerare le reliquie del Santo Apostolo: un “fenomeno” straordinario che non solo si è preservato per oltre dodici secoli ma che – com’è a tutti noto – va odiernamente sempre più intensificandosi.

Ciò premesso e focalizzando l’attenzione sui pellegrinaggi a Santiago de Compostela procedenti dal confinante Portogallo, questi si sarebbero moltiplicati a partire dal XII secolo – più esattamente dal 1139-1140, ossia, all’indomani dell’indipendenza del Portogallo stesso dal regno di Castiglia e León – finendo per assumere un particolare rilievo la cosiddetta “strada reale” Oporto / Barcelos / Ponte de Lima / Valença do Minho: un percorso che rappresenta ancora oggi la spina dorsale dei Cammini Portoghesi a Santiago, poiché in esso vanno a confluire tutte le restanti strade, tanto antiche quanto di formazione più recente, in territorio lusitano. I più frequentati cammini o percorsi in epoca moderna partono da Lisbona, dal Santuario di Fatima, da Coimbra e da Braga. In anni più recenti, soprattutto a partire dal 2002 – quindi, da vent’anni a questa parte – si è messo maggiormente in rilievo rispetto ai restanti il percorso Lisbona / Coimbra / Oporto / Rates / Barcelos / Ponte de Lima / Valença do Minho. Tenendo presente, tuttavia, come per il tratto Lisbona / Coimbra esista l’alternativa di optare fra la strada di Santarém / Golegã / Tomar e la strada di Alcobaça / Aljubarrota / Leiria. Un’alternativa – fermo restando che la prima scelta è prevalente sulla seconda – che risale al XVII secolo, se non prima (1).

Orbene, il percorso Lisbona / Coimbra / Oporto / Rates / Barcelos / Ponte de Lima / Valença do Minho (con l’alternativa per il tratto Lisbona / Coimbra – come già ricordato – della strada che passa per Santarém / Golegã / Tomar) ha finito per assumere la designazione di Cammino Centrale o Cammino Principale Portoghese per Santiago.

Chilometro più chilometro meno, abbiamo le seguenti distanze:

– Lisbona <-> Valença do Minho = 530 km

Con le due distanze intermedie:

– Lisbona <-> Oporto = 395 km

– Oporto <-> Valença do Minho = 135 km

Questo, ovviamente, per quanto concerne il versante portoghese del Cammino.

Una volta giunti a Valença do Minho e passando per Tui – che rappresenta il chilometro “zero” del Cammino Portoghese in Galizia – si percorrono altri 110 Km fino a Santiago.

Occorre dire, tuttavia, come tutti i Cammini per Santiago in territorio portoghese – e, soprattutto, quello più antico, il primitivo, già citato, ossia, il vecchio cammino medievale rappresentato dalla “strada reale” Oporto / Barcelos / Ponte de Lima / Valença do Minho – durante molti anni fossero stati votati, per certi versi, all’oblio e all’abbandono.

Fu, d’altronde, questo, un fenomeno molto più vasto e che investì, così com’era già occorso in epoca anteriore con il Cammino Francese, tutti gli altri Cammini in territorio galego e, più ingenerale, in territorio iberico. Basti pensare, ad esempio: a) al Cammino del Nord, quello che parte da Irun, un percorso di oltre 800 km e che segue tutta la costa cantabrica; b) al Cammino Primitivo, il primo itinerario jacopeo in assoluto, da qui la sua denominazione di “primitivo”, e il cui principale punto d’origine era e seguita a essere Oviedo; c) al Cammino Inglese, con le due alternative, quanto al punto di origine, di Ferrol e de La Coruña, prolungandosi poi fino a Finis Terra e a Muxía.

Ebbene, la principale e grande spinta a che vi fosse un cambio di rotta, con riferimento alla riscoperta di questi e altri Cammini a Santiago, si deve all’Anno Santo 1993. Andarono, così, a espandersi le Associazioni preesistenti legate al Cammino e si sarebbe registrato il sorgere di Associazioni nuove. Una menzione particolare merita senza dubbio l’Asociación Galega Amigos do Camiño de Santiago (AGACS), creata nel 1992 e alla quale spetta il grande merito – anche in considerazione degli scarsi mezzi finanziari in suo possesso e ricorrendo, per il tramite dei suoi componenti, alla ricerca tanto bibliografica quanto “sul campo”, per così dire – della riscoperta del primitivo e storico Cammino Portoghese a Santiago, quello percorso, fra gli altri, da Giovanni Battista Confalonieri, da Domenico Laffi e da Nicola Albani, solo per citare tre dei pellegrini italiani più noti e le cui relazioni sono state oggetto di vari e importanti studi.

Quel che in qualche modo stupisce, in modo positivo, è il fatto che praticamente nel giro di qualche mese dalla sua fondazione, l’AGACS, ripercorrendolo e, quindi, riscoprendolo, sarebbe riuscita a segnalare con centinaia di “frecce gialle” l’intero percorso, dal versante galego, della rotta portoghese del Cammino a Santiago, per poi, subito a seguire, nel 1993, pubblicare, con il patrocinio importante della Xunta de Galicia, la prima guida del Cammino Portoghese, cammino che allora venne battezzato con una bellissima e significativa definizione che ancora oggi perdura emblematicamente: il Cammino dei Trovadori. Difatti, come ha avuto modo di scrivere José Antonio de la Riera, già presidente dell’AGACS:

 

«Se il Cammino Francese è il Cammino dell’Epica, il Cammino Portoghese è il Cammino della Lirica. Il pellegrino non troverà gli altopiani desolati del Cammino Francese, né toccherà il cielo con le mani su altissime montagne, né tantomeno s’imbatterà in qualche Roldán, in qualche Carlo Magno, in qualche Mio Cid, ma nella profondità delle “rupi”, nel silenzio dei crocicchi; s’imbatterà, una volta approssimatosi alle crociere millenarie, nelle ombre amabili dei trovadori: Bernal de Bonaval, Martin Codax, Meendiño, il re don Dionigi, che declamano cantigas de amigo all’imbrunire dell’antico mare dell’occidente» [RIERA, 20062: 4].

 

Ovviamente, restava da ricuperare e segnalare il versante lusitano del Cammino Portoghese Medievale. Un’operazione, questa, che sarebbe potuta avvenire solo coinvolgendo direttamente pellegrini e studiosi portoghesi. Ed è quello che sarebbe avvenuto, grazie soprattutto alla creazione, nel frattempo, della prima associazione del Cammino in Portogallo, l’Associação de Valença do Minho dos Amigos do Caminho de Santiago (AVACS). Sicché, in stretta collaborazione con quest’ultima, l’Asociación Galega Amigos do Camiño de Santiago avrebbe ripercorso e ricuperato, segnalandolo sempre tramite delle “frecce gialle”, il tragitto del Cammino Portoghese fra Ponte de Lima e Valença do Minho. Tale importantissima “prima pietra” sul Cammino Centrale o Cammino Principale Portoghese per Santiago sarebbe stata presentata ufficialmente dalle due Associazioni “sorelle” durante il III Encontro sobre os Caminhos Portugueses a Santiago, tenutosi a Valença do Minho nella primavera del 1995, per poi, l’anno successivo, essere pubblicata la prima guida del tragitto, appunto, Valença do Minho / Ponte de Lima [cfr. IDEM: 4-5].

In pratica, fu questo Incontro ad agire da cardine propulsore per la nascita di tutta una serie di associazioni jacopee in Portogallo. È stato il caso dell’Associação dos Amigos do Caminho Português a Santiago de Ponte de Lima, la quale, avanzando verso sud le ricerche, sarebbe riuscita in breve a ricuperare e a segnalare il tratto Oporto / Barcelos / Ponte de Lima.

L’anno, tuttavia, della profonda svolta – come già ricordato – nelle ricerche sia documentali che “sul campo” del Cammino Centrale Portoghese per Santiago, fu il 2002, allorquando, col fine di raggiungere l’importante obbiettivo del recupero completo del Cammino a partire da Lisbona, tre associazioni jacopee – una galega, la già citata AGACS, e due portoghesi, la già citata AVACS e l’Associação dos Amigos do Caminho de Santiago do Norte de Portugal, con sede a Maia – unirono le loro forze.

Per elaborare tale tipo di lavoro, il gruppo composto da pellegrini e ricercatori appartenenti a queste tre associazioni jacopee si è basato principalmente sul famoso resoconto del viaggio in Portogallo realizzato da Giovanni Battista Confalonieri nel 1594 (pubblicato postumo, insieme ad altri suoi resoconti o relazioni di viaggio, nel 1890). Sono stati anche utilizzati resoconti di altri pellegrini (ad esempio, quello di Jerónimo Muenzer, del 1495, e quello di Lorenzo Magalotti, il quale – com’è noto – nelle sue funzioni di segretario di Cosimo III de’ Medici, relazionò ufficialmente il viaggio da questi compiuto nel 1668-1669 in Spagna e Portogallo), come pure sono state utilizzate opere d’informazione storica e geografica (è il caso, fra le varie, di quella monumentale in sei volumi di Mário de Saa, As Grandes Vias da Lusitânia, pubblicata fra il 1957 e il 1967).

Inoltre, allo scopo di meglio inquadrare l’itinerario, i pellegrini-ricercatori galeghi e portoghesi hanno utilizzato la Carta Geral do Reino o anche conosciuta come Carta Corográfica de Portugal, il cui primo foglio o mappa fu fatto stampare nel 1856 dalla regina Maria II – un documento di grande importanza per poter avere una visione dettagliata della rete stradale portoghese antecedente la costruzione, nel corso della seconda metà del XIX secolo, delle cosiddette Strade Reali e prima dell’arrivo della Ferrovia nello stesso Portogallo.

Risulta ovvio come – a causa degli ampiamenti della rete viaria, sia rurale che urbana, ma, soprattutto, per mettere in condizione di sicurezza i pellegrini – il percorso tracciato subisse delle piccole alterazioni rispetto a quello originario medievale.

Una volta conclusosi il lavoro di ricerca bibliografica e di sopralluogo “sul campo”, il tratto del Cammino Centrale Lisbona / Oporto (con l’alternativa – ebbene sempre sottolinearlo – per il percorso Lisbona / Coimbra della strada che passa per Santarém / Golegã / Tomar) sarebbe stato anche questo segnalato con delle “frecce gialle”. L’ultima di queste frecce sarebbe stata dipinta esattamente il 14 maggio 2006 [cfr. IDEM: 5].

Sicché, sono oramai sedici anni che il Cammino Centrale Portoghese, da Lisbona a Santiago de Compostela, è stato definitivamente riportato alla luce e, di conseguenza, modernamente incorporato fra i grandi Cammini religiosi; peraltro, con una funzione ulteriore, assolutamente non trascurabile, poiché, in senso contrario, rappresenta il percorso per quei pellegrini che provenienti da Nord si recano a Fatima. Un percorso, quest’ultimo, segnalato in gran parte del tragitto Oporto / Coimbra / Ansião – quindi, terminante a pochi chilometri dal celebre Santuario mariano – con frecce dipinte di azzurro collocate al di sotto di quelle gialle indicanti la direzione per Santiago [cfr. RIERA, 20061].

Risulta chiaro come negli anni a seguire il completamento di questa impresa di sicura portata storica – un’impresa frutto del lavoro, a un tempo, silenzioso e metodico, umile e collaborativo fra pellegrini, fra galeghi e portoghesi – si sarebbero pubblicati numerosi libri e articoli, organizzati incontri e convegni, fondate nuove associazioni e aperti centri di studi in Portogallo. E quanto a questi ultimi, di certo quello più importante e attivo è il Centro de Estudos Galegos (CEG), creato nel 1994 presso la Faculdade de Ciências Sociais e Humanas dell’Universidade Nova di Lisbona e attorno al quale, praticamente, ruota tutto quel che concerne il Cammino o i Cammini Portoghesi a Santiago de Compostela. Tale Centro, peraltro, possiede una biblioteca ben organizzata e un sito web sempre aggiornato (2), che mette a disposizione di chi vi accede informazioni di tutti i tipi sulla Galizia, sul Cammino Portoghese, su vari links, e il cui interesse principale resta legato alla cosiddette “liste di discussione”, veri e propri forum, appunto, di discussione e scambi di informazioni fra migliaia e migliaia di soci pellegrini o semplici lettori – e non solo portoghesi evidentemente – il cui interesse comune è proprio quello di chiedere o fornire consigli e suggerimenti inerenti il viaggio-pellegrinaggio a Santiago e alla tomba dell’Apostolo, partendo o passando dal Portogallo.

 

Note

(1) Difatti, Domenico Laffi, nel suo viaggio del 1687, avrebbe optato – al contrario, ad esempio, sia di Giovanni Battista Confalonieri che di Nicola Albani – per la strada, appunto, di Alcobaça / Aljubarrota / Leiria. [cfr. DE CUSATIS, 1998: 47-49].

(2) http://ceg.fcsh.unl.pt/site/principal.asp

 

 

Bibliografia di riferimento

– DE CUSATIS, Brunello, 1998. O Portugal de Seiscentos na «Viagem de Pádua a Lisboa» de Domenico Laffi. Estudo Crítico. Editorial Presença, Lisboa.

– RIERA, José Antonio de la, 20061. Introdução. In Caminho Central Português. Lisboa – Santiago, AGACS, Santiago: 9.

– RIERA, José Antonio de la, 20062. Prólogo. In Caminho Central Português. Lisboa – Santiago, AGACS, Santiago: 3-6.

 

[La prima versione di questo articolo – ora qui rivisto e attualizzato – è stata pubblicata, con lo stesso titolo, nel volume De peregrinatione. Studi in onore di Paolo Caucci von Saucken (Perugia, 27-29 Maggio 2016), a cura di Giuseppe Arlotta. CISC- Edizioni Compostellane, Perugia-Pomigliano d’Arco 2016: 575-580]

 

Brunello Natale De Cusatis

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