Mostre. Tutti eredi di Giotto (al Mart di Rovereto)

Il grande Maestro, il Novecento e la Tradizione che tutto rifà in un evento che sarà visitabile fino al 19 marzo

Giotto e il Novecento a Rovereto

L’arte eternamente comunica. Un quadro, una scultura, un mosaico non finiscono di enunciare i propri perché. E un autore come Giotto mai termina di generare legami artistici. Al Mart Rovereto, prova a spiegare ciò la Mostra ‘Giotto e il Novecento’, attiva sino al 19 marzo 2023.  Il tutto grazie ad un’idea di Vittorio Sgarbi, con la cura di Alessandra Tidia. Ora ribadiamo un’idea: la tradizione, da cui partiamo per conoscere cosa siamo stati e cosa vogliamo essere, è contemporanea. Lo scriviamo avendo alle spalle la stagione (infelice) che ha provato ad abolire la tradizione. Pertanto dalle immagini del passato nascono sempre nuove visioni. Prendete ad esempio Rothko e la sua astrattezza, pure in lui troverete il blu giottesco.

È notevole il merito critico dell’esposizione: mette insieme 200 opere di artisti contemporanei che si collegano al linguaggio del maestro medievale. Da Carrà, Sironi, de Chirico, Campigli sino a Matisse, Klein, Dynys e Dean; qui stilemi o colori riportano a Giotto; riportano al padre della modernità in arte. Il visitatore così scopre affinità tra il Novecento e il gigante toscano e  apre una riflessione sulla potenza della tradizione. La quale, in senso evoliano, non rimane certo l’ombra del passato, bensì l’inizio che tutto rifà possibile.

Un de Chirico in mostra a Rovereto

A scuola Giotto è insegnato con questa priorità: il Maestro medievale rompe la bidimensionalità, decanta la realtà, dipinge il dolore e l’amore. Ma, a scuola,  emerge meno un concetto, questo: gli affreschi giotteschi sono pittura comunitaria. In Italia, altri momenti hanno la stessa passione nella storia. Come Il Manifesto della pittura murale (1933) di Sironi, Carrà, Campigli, Funi. E il Muralismo politico degli anni Settanta, che, con autori meridionali, raccontava la società contadina con forme geometriche giottesche.

Qui possiamo riempire il discorso di citazioni. Carrà dipinge avendo negli occhi il paesaggio giottesco. L’architettura di de Chirico è medievale ed è osservabile negli affreschi di Padova o Assisi.  Questo e tanto altro in un’esposizione che ricostruisce un dialogo tra autori, oltrepassando barriere culturali e temporali. Al termine della visita poi emerge una sensazione: Giotto è la porta dell’Occidente e numerosi sono i suoi eredi.  Per un ‘sistema artistico’ ancora chiaro e valido: si fa arte per la società, per contrastare indifferenza e superficialità.

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Renato de Robertis

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