StorieDi#Calcio. Addio al bomber brasiliano Roberto Dinamite, una vita per il gol

Una settimana dopo Pelè scompare un altro grande del calcio verdeoro degli anni Settanta e Ottanta

Dopo Pelè e Vialli, il calcio mondiale perde un altro grande attaccante. Un giocatore meno famoso a livello internazionale, almeno qui da noi, perché a differenza dei suoi connazionali dei tempi odierni ha trascorso l’intera carriera in Brasile, come accadeva nel passato. Nel suo Paese, però, era considerato un vero mito, anche perché ha praticamente giocato per una sola squadra, l’amato Vasco da Gama: una caratteristica che lo rende d’ufficio una grande icona del vecchio calcio romantico che non esiste più, eppure continua a incantare molti appassionati in ogni parte del mondo. Leggendari i derby negli anni Settanta e Ottanta con Zico, l’amico/rivale del Flamengo suo coetaneo e come lui maglia numero 10, capitano e simbolo del proprio club.

Carlos Roberto de Oliveira, noto negli stadi brasiliani come Roberto Dinamite, è morto ieri a Rio de Janeiro all’età di 68 anni, consumato da un cancro all’intestino che l’ha colpito poco più di un anno fa. Il suo ultimo post su Instagram, pubblicato lo scorso 29 dicembre, è stato un commosso omaggio a Pelè. Una settimana dopo se n’è andato anche lui.

I numeri di Roberto Dinamite, centravanti tecnico e potente, sono impressionanti: ha giocato per 22 anni, quasi sempre con indosso la maglia bianconera del Vasco, dal 1971 al 1993, disputando 1.110 partite per la squadra di Rio de Janeiro (record assoluto) e segnando 708 gol. Nel corso della sua lunga carriera ha vinto un campionato brasiliano e cinque campionati dello Stato di Rio de Janeiro, oltre a molti altri tornei minori. Acquistato dal Barcellona nel 1980, non si è adattato al calcio spagnolo e dopo pochi mesi è ritornato al Vasco da Gama. A fine carriera ha poi vestito anche le maglie di Portuguesa e Campo Grande, sempre in Brasile.

La sua parentesi con la Seleção è stata significativa ma priva di grandi successi: nella nazionale verdeoro ha disputato 49 partite segnando 27 gol e ha partecipato a due Mondiali, in Argentina nel 1978 (dove fu titolare) e in Spagna nel 1982, dove però il ct Telè Santana lo lasciò sempre in panchina. Ancor oggi molti si chiedono come sarebbe finita se quel famoso pomeriggio allo stadio Sarrià, il 5 luglio del 1982, in campo ci fosse stato lui al posto dello sterile centravanti Serginho: chissà se la leggendaria partita Italia-Brasile sarebbe finita 3 a 2 per noi?

Una volta appese le scarpette al chiodo, Roberto Dinamite ha intrapreso la carriera politica, è stato svariate volte consigliere comunale della città carioca e deputato dello Stato di Rio e Janeiro. Ma l’amore per il calcio e per il Vasco è sempre stato al primo posto, tanto che dal 2008 al 2013 è stato eletto presidente del club. La sua gestione non è stata vincente (a parte la conquista della Copa Brasil nel 2011) e nel 2013 la squadra è anche retrocessa in B, costringendolo alle dimissioni; tuttavia la tifoseria “cruzmaltina” non ha smesso di amarlo e nel 2021 grazie a una sottoscrizione popolare è stato raccolto il denaro necessario per edificargli una statua fuori dallo stadio São Januario, il “covo” del Vasco da Gama, monumento inaugurato alla sua presenza nell’aprile dello scorso anno. Quello stesso stadio São Januario che oggi ospiterà la camera ardente del grande campione, così come è avvenuto a Santos per il feretro di Pelè.

Giorgio Ballario

Giorgio Ballario su Barbadillo.it

Exit mobile version