L’itinerario dello storico Emilio Gentile da Prezzolini e Volpe alla antifascista Laterza

Il suo primo libro lo pubblicò su "La Voce e l'età giolittiana," con Pan, che era la casa editrice presso cui pubblicava anche l'intellettuale conservatore

Emilio Gentile, storico Laterza

La storia di Emilio Gentile sarebbe lunga. In gioventù, anzi da adolescente, aveva una straordinaria ammirazione per Prezzolini. Gli scrisse, da liceale, mandandogli un suo tema, e andò a trovarlo. Il suo primo libro lo pubblicò su “La Voce e l’età giolittiana,” con Pan, che era la casa editrice presso cui pubblicava anche Prezzolini. In seguito fu aiutato nelle sue ricerche dall’editore Giovanni Volpe, figlio del grande storico Gioacchino, ma poi il suo primo volume sulle origini dell’ideologia fascista lo pubblicò nel 1975 con Laterza, entrando nel salotto buono dell’editoria italiana, tradendo le aspettative di Volpe. Non posso fargliene un torto: Gentile sarebbe potuto al massimo divenire professore di liceo, se avesse pubblicato col “fascista” Volpe (in realtà, Giovanni Volpe si definiva “monarchico e non antifascista”, ma tanto bastava per entrare nel ghetto).

Quello che mi vede in disaccordo con lui è la sua pretesa di presentare il fascismo come un fenomeno “totalitario”, andando oltre il giudizio di Annah Arendt. Penso che tale giudizio non sia dettato da opportunismo, visto che Gentile è da tempo professore ordinario, e la sua bella carriera l’ha fatta, però mi dispiace lo stesso, e penso che l’ “apota” Prezzolini non sarebbe stato d’accordo con lui.

I diari di Giuseppe Prezzolini pubblicati dalla Rusconi

p.s. Chi ne avesse voglia, potrebbe cercare nel secondo volume dei Diari di Prezzolini i passaggi in cui racconta le visite ricevute da Gentile a Vietri sul Mare, dove risiedette prima di trasferirsi a Lugano. Sono commoventi per l’ingenuità del visitatore e per la benevolenza con cui Prezzolini, tanto avaro nelle spese quanto generoso con gli uomini, lo accolse. Informo però che la ricerca sarà faticosa, perché i Diari uscirono con Rusconi senza l’indice analitico. Lo volle Prezzolini perché temeva che quanti conosceva, se consultando i volumi non si fossero visti citati, non avrebbero comprato il libro.

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Enrico Nistri

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