Lo scrittore Sandro Marano: “Vi spiego la forza della poesia”

L’autore, firma di Barbadillo, esalta nel saggio (per La Matrice) "una galleria dei poeti del Novecento" che ha consapevolmente attraversato nel corso della vita, venendone segnato

La forza della poesia di Sandro Marano

D’Annunzio, Ungaretti, Soffici, Palazzeschi, Campana, Pavese, Quasimodo, Pasolini e tanti altri, noti e meno noti, sono i poeti che alimentano – il I volume da pochi giorni libreria – de «La forza della poesia» (Edizioni La Matrice Bari, www.lamatrice.it), ultima fatica letteraria dello scrittore Sandro Marano.

L’autore, firma di Barbadillo, esalta «una galleria dei poeti del Novecento» che ha consapevolmente attraversato nel corso della vita, venendone segnato.

Poesia, per Marano, che «non argomenta ma emoziona», poesia che «non è il cosa ma il come», poesia che è «estetica, etica e metafisica».

 

Dottor Marano come nasce la sua ultima fatica letteraria?

“Originariamente, “La forza della poesia” è stata una rubrica di riflessioni e commenti su versi e poesie di vari poeti del Novecento, italiani e stranieri, che ho tenuto sul giornale in rete Barbadillo per poco più di un anno, da luglio 2020 ad agosto 2021, su richiesta del suo fondatore, Michele De Feudis. Ho sentito poi il bisogno di riunire questi testi, che avevo anche rielaborato e riproposto per La fiaccola diretta da Paolo Scagliarini e per Interzona news, portale di letteratura arte e musica curato dal poeta Cosimo Rodia”.

Qual è il filo conduttore che lega i poeti protagonisti del suo libro?

“Il libro contiene diciassette profili di poeti contemporanei che hanno accompagnato la mia vita e con i quali mi sono confrontato e mi confronto.  Il volume, poi, è aperto e chiuso da due capitoli tematici. Nel primo analizzo il tema della “passeggiata” attraverso D’Annunzio, Palazzeschi, Campana, Soffici e Pasolini. Nel secondo affronto il tema dell’estate, richiamando i versi di D’Annunzio, Montale, Cardarelli, Giuseppe Conte. Sono, come puoi notare, poeti diversi per epoca storica, per modi di intendere la poesia, per temperamento. Tutti, però, hanno qualcosa da dire agli uomini del nostro tempo. Ritengo che sia questo il filo conduttore dei poeti che ho tratteggiato con rapidi cenni biobibliografici e senza soverchie preoccupazioni filologiche: far emergere dall’estetica la loro visione del mondo. In altre parole, mettere in risalto il messaggio oltre la forma e contenuto dei versi”.

Sandro Marano

Le prime pagine si aprono con «La passeggiata dei poeti»; vuole essere ciò anche un chiaro riferimento alle passeggiate ecologiche di cui lei è fautore vista la sua vocazione ambientalista?

“Non ci avevo pensato, l’osservazione è senz’altro pertinente, il riferimento tra le passeggiate dei poeti e le passeggiate nella natura che come ambientalista pratico, non è voluto, non è calcolato, ma inconscio. È un legame che s’impone con la forza dell’evidenza”.

 

Perché ha avvertito la necessità di far emergere poeti sconosciuti al grande pubblico?

“Per la verità, tutti i poeti di cui ho tracciato i profili in questo primo volume sono noti ad eccezione forse di Bodini e certamente di Silvestri, che sono poeti del nostro sud. Bodini, ingiustamente escluso dalle antologie oggi in voga, è uno straordinario poeta, che si muove tra surrealismo ed esistenzialismo e di cui ultimamente la critica letteraria si sta occupando con competenza e vigore. Silvestri invece è davvero sconosciuto. Ho avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo, ed ho voluto proporre ai lettori la sua esperienza poetica, che mi è parsa significativa, il suo mal d’Africa e la sua Puglia segreta”.  

 

Essendo «condensazione lirica», rispetto al passato, la poesia, oggi, quanto riesce ad emozionare?

“Sono dello stesso parere del grande Céline, in principio è l’emozione. La poesia non deve argomentare ma emozionare, è questo che la distingue dalla prosa. La comunicazione è proprio per questo importante, la poesia deve parlare a tutti. Oggi si tende a privilegiare l’artificio, la sperimentazione, sembra che molti che si dedicano alla poesia, tra cui anche incensati e antologizzati poeti, imparino il mestiere sulla Settimana enigmistica. Questo è uno dei motivi per cui la poesia canonica, soprattutto italiana, non ha grandi cerchie di lettori tra i giovani, che allora la cercano nelle canzoni ed i cantautori a volte sono autentici poeti”.

Al volume appena uscito ne seguirà un II, può anticiparne i contenuti?   

“Seguirà la stessa linea del precedente volume, ma riguarderà i poeti del mondo. Ci saranno Apollinaire e Borges, Pound e Ritsos, ma anche poeti davvero poco noti come Lagerkvist, Brasillach e Drieu la Rochelle”.

@barbadilloit

Michele Salomone

Michele Salomone su Barbadillo.it

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