“Il soccombente” di Thomas Bernhard e il senso del limite

A un corso di Horowitz, a Salisburgo, si incontrano tre giovani pianisti. Due sono brillanti, promettenti. Ma il terzo è Glenn Gould: qualcuno che non brilla, non promette, perché è. E presto diventerà una leggenda

Il soccombente di Thomas Bernhard, Adelphi

Il  Soccombente, opera del romanziere, poeta e drammaturgo austriaco Thomas Bernhard è il primo di tre scritti sull’arte, questo sulla musica, A Colpi d’Ascia sul teatro e Antichi Maestri sulla pittura, una trilogia quindi. Il Soccombente narra la vicenda di tre giovani pianisti di grande talento che frequentano a Salisburgo un corso tenuto dal maestro e pianista russo( realmente esistito) Horowitz. Uno dei tre è la voce narrante proiezione dell’autore, il secondo è Wertheimer ( personaggio fittizio),il terzo è Glenn Gould, il leggendario pianista canadese divenuto celebre per le interpretazioni delle Variazioni Goldberg di Bach anche se non solo per queste, morto di ictus a cinquant’anni ( 1982); (nel romanzo la data è dell’anno prima). 

Perché questo titolo e chi è “il soccombente”, quale significato ha?  Bernhard intende mettere a fuoco il tema del voler riuscire ad essere in ambito artistico, di credere soprattutto da parte di Wertheimer di essere il primo, il migliore ma c’è qualcuno che in realtà è già e non ha bisogno di dimostrarlo cioè Glenn Gould. L’occasione che causerà la disfatta, la rovina di Wertheimer è quando tutti e due nell’appartamento che condividono, un giorno ascoltano Gould suonare le variazioni Goldberg. In quel momento Wertheimer rimane impietrito, capisce che c’è qualcuno più grande di lui, un genio cosa che lui non riuscirà mai ad essere perché o lo si è costitutivamente o no. Da quel momento in poi i due pianisti reagiscono in modo diverso vedendo le loro ambizioni frustrate e capendo che mai potranno raggiungere i vertici dell’arte di Gould. Per Wertheimer inizierà la rovina che alla fine culminerà con il suicidio, l’altro abbandona il pianoforte accettando i suoi limiti. Egli dice: “ Niente dell’artista! Niente dell’artista! Niente dell’artista!”. La rovina di Wertheimer, l’essere il soccombente così lo definisce Gould, deriva dalla sua ambizione, dal credersi il grande talento che difatti era ma, che di fronte a chi è superiore, non lo accetta mentre l’altro che in realtà non aveva mai creduto fino in fondo all’arte pianistica, si salverà dedicandosi alla scrittura. Quindi, la voce narrante, il terzo pianista, prende coscienza dei propri limiti il che significa la salvezza e infatti dice: “ Probabilmente se non avessi conosciuto Glenn Gould non avrei abbandonato il pianoforte e sarei divenuto un virtuoso, forse addirittura uno dei migliori virtuosi al mondo. Se incontriamo il primo di tutti, dobbiamo rinunciare, pensai”.  Wertheimer ad un certo punto ammette la superiorità di Gould  ma è incapace di farsene comunque una ragione precipitando così in una spirale di rovina interiore che lo porterà al suicidio. Prima di quest’esito, la sua vita è una disperata ricerca di affermazione e in questo senso cerca di affidarsi alle “ scienze dello spirito” ma senza risultati apprezzabili. Egli, forte di questi suoi fallimenti, riverserà sulla sorella le sue ambizioni frustrate rendendola un’infelice al tal punto che lei fuggirà in Svizzera sposando un ricco del posto. Il soccombente, scrive la voce narrante, “ è già stato messo al mondo come soccombente, pensai, è stato dasempre il soccombente, e se osserviamo il mondo che ci circonda, stabiliamo che questo mondo è composto quasi esclusivamente da uomini che soccombono come Wertheimer, che da Gould fin dal primo momento è stato visto in trasparenza come un uomo dal vicolo cieco” Bernhard ci vuol dire che queste persone della loro debolezza fanno la loro forza nel senso che cercano di vessare chi sta loro vicino, di “ uccidere a poco a poco le persone che li frequentano”,mi dissi. Questi godono della loro infelicità, del loro fallimento incapaci di uscirne. “ Wertheimer non è stato infelice, ma anzi felice, a causa di essa”,pensai.  Abbiamo quindi di fronte il perdente, che non è stato capace di accettare la propria inferiorità pur essendo un grande talento e il genio, Gould, che esprime la grazia, la bellezza, un uomo è stato detto che “ andava incontro alla musica”. Considerazione generale sul pensiero di Thomas Bernhard sull’arte di cui come detto, scrisse altri due romanzi ma anche sulla funzione della scrittura. La perfezione nell’arte non si raggiunge e volerlo tentare è impresa inutile che conduce al fallimento. Ci si deve accontentare di ciò che si è e di ciò che si riesce a realizzare perché questo è ciò che conta. Allo stesso tempo, però, l’arte in generale così come la letteratura, la scrittura, ci dice l’autore, ci salvano perché comunque un minimo di senso alla vita lo danno. Lo stesso Glenn Gould con il suo perfezionismo o con il volerlo raggiungere, si è consumato, annullato sul pianoforte come ad identificarsi, al limite estremo delle possibilità umane. Lo stile di Bernhard è in questo romanzo rispetto a tutti gli altri, di più facile approccio, uno stile che qui è come un resoconto a posteriori della loro vicenda, raccontata come una sorta di flusso di coscienza, senza dialoghi com’è tipico di questo scrittore in uno stile avvolgente, ripetitivo, a spirale. Lo stesso Bernhard diceva che la sua scrittura era “ musicale”,come una variazione su un tema e ciò anche perché aveva avuto una formazione musicale, aveva studiato violino e canto e drammaturgia.   

 

*Il Soccombente, di Thomas Bernhard, edito da Adelphi

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Pasquale Ciaccio

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