Segnalibro. Perché riscoprire la civiltà medioevale

Il saggio di De Stefano illustra la visione ghibellina dell’Impero indicando anche quali forze spinsero il Medioevo verso la decadenza finendo per causare la caduta dell’Ideale imperiale e della concezione comunitaria tipiche di una visione tradizionale

Civiltà medioevale di De Stefano

Il Medioevo è un periodo storico che per decenni è stato denigrato e considerato “età buia”. A dipingerlo così è stata la vulgata di storici e studiosi di sinistra che intendeva affermare i valori scaturiti dalla rivoluzione francese e quindi lontani, molto lontani da quelli tradizionali e religiosi. Definire secolo buio, arretrato e reazionario un periodo di mille anni che ha visto sviluppare correnti letterarie, artistiche, un periodo che ha visto nascere le fondamenta della modernità e la definizione della civiltà occidentale non è poco. Non è un caso che nel Novecento, una serie di storici fra i migliori (Le Goff, Pernoud, Braudel, Volpe, Cardini, ecc.) ha dimostrato il valore e l’incommensurabile qualità culturale di questa epoca illustrando la “luce del Medioevo” contrapposta a quella che a lungo è stata detta ”età buia”.
Le differenze con la modernità e la superiorità dell’età di mezzo è stata da vari storici descritta e illustrata con dovizia di particolari. Adesso, una piccola, agguerrita e intelligente casa editrice, le edizioni del Cinabro, hanno ripubblicato un volume di grande valore e interesse: Civiltà medievale di Antonino De Stefano (acquistabile qui), storico e studioso siciliano di grande valore la cui opera è stata negli anni passati restituita al pubblico colto e attento dalle edizioni All’Insegna del Veltro di Parma, dirette da Claudio Mutti.

Antonino De Stefano, storico di profonda cultura, ebbe una vita difficile, travagliata. Dopo il seminario fu ordinato sacerdote ma dopo alcuni anni di incertezze, rinunciò all’abito ecclesiale e dedicò il proprio tempo agli studi sul Medioevo. Offrì una lettura delle articolazioni concettuali che fecero germogliare la decadenza nell’Età di Mezzo. Illustrò la visione ghibellina dell’Impero indicando anche quali forze spinsero il Medioevo verso la decadenza finendo per causare la caduta dell’Ideale imperiale e della concezione comunitaria tipiche di una visione tradizionale. Una decadenza che portò alla definizione della piccola borghesia che ebbe una rilevante importanza nell’era moderna. Lo spazio di ricerca di De Stefano fu il Medioevo in particolare lo studio dei movimenti ereticali, al cui studio lo storico Gioacchino Volpe aveva dedicato illuminanti pagine, e Federico II da più punti di vista tenendo al centro l’ideale ghibellino e la concezione imperiale dell’Imperatore svevo, fiero Puer Apuliae, come veniva definito. Un libro interessante per la qualità dell’analisi dello storico siciliano ma anche perché vengono individuate le forze disgregatrici ed antitradizionali che condussero a espressioni culturali che furono solo l’inizio della decadenza dell’Europa come l’Umanesimo e il Rinascimento. Un’opera di sintesi, come detto, che offre un quadro completo e nello stesso tempo individua con acume le realtà politiche, sociali, economiche del tempo e le contrapposizioni nella società del tempo.

*Antonino De Stefano, Civiltà medievale, Cinabro ed., pagg. 212, euro 20

@barbadilloit

Manlio Triggiani

Manlio Triggiani su Barbadillo.it

Exit mobile version