Campo Tures tra Evola, Tisserand e Alberto Sordi

Il grande attore ebbe un soggiorno di settimane in quei luoghi, in occasione della lavorazione del film di Ettore Scola, “La più bella serata della mia vita”.

Campo Tures

Che cosa hanno in comune Julius Evola, Eugène Tisserand e Alberto Sordi? Personaggi che non potrebbero essere più diversi, ma che in epoche ed occasioni differenti hanno tutti e tre frequentato il castello di Campo Tures, sentinellla in pietra della valle Aurina.

Evola fu chiamato dalla proprietaria dell’epoca, negli anni 30, per verificare la natura di fenomeni paranormali che inquietavano gli ospiti di quelle mura: in una delle torri del castello si manifestava una presenza che, secondo una leggenda locale, andrebbe identificata con una giovane Castellana dei secoli passati, il cui sposo, sgradito alla famiglia, era stato ucciso sull’altare proprio durante il rito nuziale. La giovane si era poi tolta la vita gettandosi dalle mura: da allora, spesso il suo arcolaio funzionava come mosso da mani invisibili, e di notte si sentiva un urlo disperato dagli spalti.
Il cardinale Tisserant invece, biblista insigne, decano del collegio cardinalizio e profondo conoscitore delle lingue mediorientali (fra le quali il siriaco e l’aramaico), fu ospite del castello, dove poté consultare la ricca biblioteca, che è ancora visitabile, così come la camera da letto del prelato.
Quanto a Sordi, ebbe un soggiorno di settimane in quei luoghi, in occasione della lavorazione del film di Ettore Scola, “La più bella serata della mia vita”. Tratto da un racconto di Durrenmatt, nell’adattamento cinematografico si narra la storia di un imprenditore romano arrivista e cinico, il quale viene sottoposto a un processo dai padroni di casa, tutti magistrati in pensione, che gestiscono il castello come un lussuoso resort. Iniziato come un gioco, col consenso divertito dell’ospite, il processo avrà un esito drammatico.
Quest’ultima parte della storia del castello s’incrocia con alcune mie vicende biografiche: ebbi modo infatti di conoscere e frequentare per un certo periodo Sordi, che mi presento’ il cast del film, comprendente monumenti del cinema francese quali Michel Simon, Pierre Brasseur, Charles Vanel, e ci fece assistere ad alcune riprese del film.

Anche questo è un modo per rendere viva la storia, avvicinandola alla nostra quotidianità. E posso confermare che una visita oggi nelle sale e sulle mura di quel castello, fra i pochi ancora arredato con mobili,suppellettili ed utensili d’epoca, immerge ancora in quelle remote atmosfere. Forse anche per questo,a suo tempo, una notte sono stato svegliato, nella mia stanza nei pressi di quelle mura, da un urlo disperato.

Giuseppe Del Ninno

Giuseppe Del Ninno su Barbadillo.it

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