Heliopolis/13. L’assalto al cielo delle classi dirigenti al tempo dell’Intelligenza artificiale

E' necessario formare quelle generazioni in grado di immaginare concretamente, sindacalmente, fisicamente, un modello opposto al nuovo “Ancien Regime Globale” oggi in fase di consolidamento

Il combattente contro l’Ancien Regime

Cosa non torna? La questione è piuttosto semplice. Tutto il mondo del pensiero critico, sia esso di destra che di sinistra, soffre di un eterno complesso adolescenziale. Esso presume che la Politica, a tutt’oggi, debba essere il luogo del confronto e della risposta. Il che cozza con la realtà dei fatti, laddove la Politica risulta ormai da decenni il mero luogo dell’amministrazione, della “messa a terra”, come dicono i manager, delle operazioni decisionali avvenute altrove; un altrove dove il conflitto non è previsto, è anzi congelato, attraverso una gestione moralistica, sempre più “protestante”, del complesso psicologico giudaico-cristiano su cui si regge il modello neoliberista occidentale.

Il tema biblico della responsabilità che affligge le generazioni millennials, quelle che hanno visto il riposizionamento individualista ed utilitarista dei modelli protestatari genitoriali, dunque, si estrinseca in una classe dirigente che, alla fine della fiera, avendo interiorizzato il tema punitivo-religioso del “vivere oltre le proprie possibilità”, non può che avere quale unico orizzonte il solo approccio dello zelante stagista. Nulla di più. Si, in alcuni casi, possono emergere questioni organizzative sulle deadline, sui modelli operativi, in buona sostanza espressioni non critiche, non sindacali, piuttosto di gestione del rapporto lavorativo fra padrone e sottoposti.

Pierre Drieu La Rochelle

Viene in mente una citazione di Drieu, tratta dal Diario di un delicato:

“Come posso salvare la nazione, se tremo difronte al mio capoufficio?”.

Dunque, è ancora il tema del conflitto al centro dell’impasse adolescenziale che ci attanaglia; non basta l’intuizione intellettuale, sacrosanta, decisiva per i nostri tempi, di un ritorno prometeico al vitalismo, di una rinnovata volontà di potenza, di una dominazione eroica e fatalista della tecnica. Se tutto ciò non incontra una prassi neo-sindacale, soreliana, una prassi non tanto culturale o mitopoietica che negli anni, si è visto, ricade in una mera dinamica di vendita e consumo di prodotti a target, difficilmente si potrà mettere in moto alcun divenire.

Proprio mentre la destra di popolo al governo riflette pensosamente su reddito di cittadinanza, sul salario minimo, e rivendica un approccio italiano al modello occidentale, Intelligenza Artificiale e nuovi modelli produttivi, galoppano autonomamente verso la definitiva scomparsa del Lavoratore, non come figura jungeriana, ma quale reale ingranaggio del sistema economico.

Come sempre accade, la realtà accelera più dei sistemi politici, trovando impreparati coloro che non comprendono la forza, la duttilità, del portato religioso del cambiamento stesso. In buona sostanza, la tanto temuta Agenda 2030 altro non rassomiglia che ad un maldestro tentativo, questo sì orwelliano, sì ritrovabile fra le righe del Mondo Nuovo, ma soprattutto goffamente sacerdotale, pretesco, di arrivare all’inevitabile mondo della Tecnica con una divisione castale basata non sulla forza, sul divenire, sull’agonismo e l’equilibrio della contesa, quanto piuttosto sul rango e sulla nascita derivante dal vecchio sistema capitalistico.

Capire questo significa accettare il compito, sul versante critico, utilizzando semplificazioni ancora adolescenziali, di formare quelle generazioni in grado di immaginare concretamente, sindacalmente, fisicamente, un modello opposto al nuovo “Ancien Regime Globale” oggi in fase di consolidamento. Non si tratta più di una semplice presa di coscienza culturale, ma, in termini sia marxiani che futuristi, si tratta di creare i presupposti concreti per un rinnovato Assalto al Cielo.

@barbadilloit

Giacomo Petrella

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