Segnalibro. Solitudine e ricordi nel romanzo di Peter Handke

Settecolori pubblica un diario del Premio Nobel 2019. Una trasposizione dei taccuini scritti fra il 2007 e il 2015

Di notte, davanti alla parete con l’ombra degli alberi. Segni e presagi dalla periferia 2007-2015

Il diario di uno scrittore rivela, solitamente, il mondo interiore e gli avvenimenti che hanno segnato la sua vita. Il diario di un Nobel come Di notte, davanti alla parete con l’ombra degli alberi. Segni e presagi dalla periferia 2007-2015, è qualcosa di straordinario e speciale se l’autore è proprio Peter Handke, premio Nobel per la letteratura 2019 e autore di saggi, romanzi, poesie, drammi, sceneggiature. E’ autore di centinaia di taccuini conservati negli archivi letterari di Vienna e di Marbach e altri ancora in suo possesso. Un libro non facile, con sprazzi davvero belli, con riflessi che lasciano senza soluzione di continuità la narrazione e la ricerca della parola, della variazione, dei colori del racconto, degli aforismi, dei disegni cupi o solari che arricchiscono il testo. Segni che danno forma all’emozione e alla ricerca dell’espressione più aderente ai sentimenti che hanno colorato le pagine vergate da Handke. Handke che, è noto, non è un autore facile non tanto per la sua scrittura quanto per il suo modo di essere nel mondo. Sono 417 pagine tradotte da una delle maggiori studiose del mondo austrotedesco, Alessandra Iadicicco, che ha scritto una postfazione che è uno studio introduttivo di particolare profondità e interesse. Nel libro si succedono aforismi, pensieri, racconti, bozzetti, riflessioni, tutte trasposizioni dei taccuini scritti fra il 2007 e il 2015, definiti “scritti della periferia” dove non mancano le ossessioni che lo hanno seguito e inseguito per tutta una vita comprese quelle letterarie (si veda quella per Goethe). Per la critica e per l’opinione pubblica Handke è uno scrittore controverso, al centro di polemiche per l’appoggio che assicurò ai serbi durante la guerra di Bosnia. Nato in Austria da madre slovena e padre austriaco ha considerato la letteratura e – ancor più – la scrittura la via di fuga dalla realtà senza istanze nichilistiche, ma con una particolare attenzione alla forma e alla scrittura ben curate. Handke quindi si pone, per scelta, come un uomo esiliato nel mondo, nonostante il suo girovagare per anni fino allo stabilirsi vicino Parigi dove conduce una vita isolata (“Essere soli non è una buona cosa, a prima vista”).

Il nitore dei suoi pensieri e i colori dei suoi disegni offrono una visione davvero inedita della realtà vista dallo scrittore. Il critico e studioso Hans Höller ha definito il libro “il diario più bello e prezioso dell’ultimo secolo, anche per la bellezza indomita e selvaggia delle forme che prende la scrittura”. Per Handke vale il motto latino – in una versione ribaltata – Nulla linea sine die laddove la base per scrivere è l’esperienza quotidiana, ciò che si è vissuto come esperienza diretta e personale. E’ un po’ il segno della vita di questo scrittore che non ha avuto una vita facile e che non si è sempre conciliato con il mondo che lo circonda.

Peter Handke, Di notte, davanti alla parete con l’ombra degli alberi. Segni e presagi dalla periferia 2007-2015, Settecolori edizioni, pagg. 417, euro 26,00

Manlio Triggiani

Manlio Triggiani su Barbadillo.it

Exit mobile version