F1. Oltre la sfortuna: cosa è accaduto davvero a Leclerc

Guasto idraulico alla Ferrari? L'unica certezza è che il monegasco non c'entra nulla

Di fronte all’uscita di Charles Leclerc in Brasile, la prima, inconscia reazione è ripetersi all’infinito – a mo’ di autoconvincimento – la massima di Enzo Ferrari, secondo la quale “la fortuna e la sfortuna nelle corse non esistono”. Lodevole intento.

Eppure, in verità, più che altro c’è da rimanere senza parole. Nelle ultime stagioni, in effetti – per ragioni sempre diverse – non di rado un pilota della Ferrari si è ritirato ancor prima che un Gran Premio cominciasse.

Da Sebastian Vettel in Bahrain nel 2016 (guasto al motore nel giro di formazione), a Leclerc a Monaco nel 2021. Poi Carlos Sainz in Qatar quest’anno (nemmeno schieratosi in griglia), per arrivare al monegasco domenica scorsa, a San Paolo. Ormai, sembra quasi che una o due volte l’anno, tassativamente, la Scuderia di Maranello debba correre con una sola vettura, perdendo l’altra in situazioni che oscillano tra il drammatico e il “fantozziano”.

Questa volta, almeno in un primissimo momento, a certificare che il monegasco non avesse commesso uno svarione – sinceramente impossibile in quel frangente – ci ha pensato la dinamica dell’incidente, collegata in primis ad un presunto guasto idraulico sulla SF-23 numero 16.

Idraulica o elettronica

In realtà, anche se uno sconcertato e disperato Leclerc – aprendosi in radio – aveva lamentato appunto un problema di natura idraulica, la questione potrebbe essere stata leggermente diversa, rimanendo ovviamente sempre nel campo delle ipotesi.

Confrontando infatti diverse fonti specializzate (FormulaPassion, RACER), è emerso come il difetto sembrerebbe piuttosto dovuto all’elettronica. Del resto, senza ovviamente sbottonarsi o rivelare troppi particolari, lo stesso pilota ha rilasciato alcune dichiarazioni con le quali ha indirizzato le proprie attenzioni sul secondo punto. L’elettronica avrebbe poi agito a catena sull’idraulica, bloccandola.

La complessità di una Formula 1 contemporanea

L’assunto di partenza è comprendere che nelle Formula 1 turbo ibride di oggi, l’elettronica (con i suoi oltre 8000 componenti) gioca un ruolo preponderante. Per esempio, sono a controllo elettronico sia l’acceleratore (dunque, l’apertura della farfalla e l’erogazione della potenza) che il freno (Brake By Wire). I cari vecchi pedali ci sono ancora, ma quando vengono azionati non agiscono più sul canonico cavetto di acciaio, bensì su dei sensori che a loro volta interagiscono con la centralina.

Senza idroguida e servosterzo, poi, pilotare un prototipo di questo genere sarebbe pressoché impossibile. Dall’elettronica insomma – secondo un complesso giochino sistemico di centralina e sensori – dipende l’intero funzionamento del mezzo.

La causa e gli effetti

Pertanto, si può allora ricapitolare: se di guasto elettronico si può parlare, quest’ultimo ha lasciato il cambio bloccato in quinta marcia – ammutolendosi nel contempo l’unità motrice – irrigidendo il volante (idraulica) e bloccando le ruote posteriori. E l’unità motrice si è spenta perché è entrato in funzione il sistema di protezione deputato a disattivarla “automaticamente”, in caso di nocumento. Praticamente passeggero, il monegasco non ha più potuto controllare la vettura che è partita in testacoda, finendo contro le barriere del circuito brasiliano.

Poi, però, improvvisamente, Leclerc ha rinnestato la prima marcia, riuscendo a districarsi dalle barriere e a ripartire. Soltanto pochi metri (venti per l’esattezza), il tempo di inserire la seconda, comunicare col suo ingegnere di pista Xavi Marcos e il motore si è spento di nuovo. A quel punto, il classe 1997 non ha potuto fare altro che parcheggiare la sua Rossa. Qualora invece la rottura avesse interessato soltanto e direttamente l’idraulica, anche soltanto agire sul volante, girandolo, sarebbe stato impensabile, proprio perché ormai ancorato.

Ora, al netto di illazioni e della verità – che giustamente e legittimamente non sapremo mai – la chiosa finale, dopo un’altra domenica negativa per la casa italiana, resta una. Per quanto banale sia sottolinearlo, le gare – prima che vincerle – bisognerebbe iniziarle. Anche da questo piccolo ma straordinario dettaglio passerà la riscossa del Cavallino.

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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