Il ricordo/1. Corrado Basile editore e scrittore controcorrente

Moriva il 25 dicembre 2022 una delle figure più perspicaci e colte, e forse per questo negletto, delle lettere italiane

Corrado Basile

Scrittore ed editore tra i più raffinati e colti d’Italia, militante politico di estrema sinistra negli ultimi anni disincantato ma non spoetizzato, Corrado Basile moriva un anno fa, il 25 dicembre, per le conseguenze d’un cancro, nel silenzio dei pretesi addetti alla cultura, anche di quelli dai quali – forse – ci si sarebbe aspettato un cenno. Un silenzio non meno deprimente e sospetto ne investì l’attività soprattutto a partire dagli anni Novanta, quando fondò da solo, a Genova, le edizioni Graphos, spregiudicata fucina e palestra vòlta alla diffusione di titoli poderosi e rivoluzionari, quali ad esempio gli Scritti 1911-1926 di Amadeo Bordiga, cioè a dire dagli esordi di militante e pubblicista dell’ingegnere rosso partenopeo, sino all’arresto. Un’opera sotto ogni rispetto magistrale purtroppo interrotta al secondo volume per i soliti motivi economici che angariano l’editoria indipendente, ma proseguita da altri sotto differente marchio.

Dopo la Graphos, Basile allestì, ancora a Genova e ancora in totale solitaria, la Altergraf, altra creatura coraggiosa da cui uscì un “trittico” che dovrà fare storia, a principiare dalle centinaia di pagine fitte fitte di perspicaci osservazioni e documenti, per la più parte inediti, sul Biennio rosso ungherese 1918-1919, accurata descrizione e rigorosa indagine sulla disfatta rossa magiara, clamoroso e rimosso capitombolo dei comunisti in Europa. Lo precede L’«Ottobre tedesco» del 1923 e il suo fallimento, analisi dell’altro scacco matto subito dal movimeno operaio. Fino a quel momento, salvo qualche rara e trascurabilissima eccezione, pressoché nessuno storico si era impegnato a raccontare, e tanto meno con l’acume e l’onestà di Basile, quei due eventi cruciali per la storia del Novecento.

Non meno significativo è I bolscevichi e la questione nazionale, composto con traduzioni ampiamente commentate di documenti solitamente negletti tanto dagli storici quanto dalla più parte dei militanti di sinistra. È un libro più pertinente ai dibattiti e alle polemiche interne al comunismo europeo e mondiale; ma tornerà a vantaggio anche di chi abbia in animo di approfondire l’odierna questione ucraina.

A detta di moltissimi militanti e studiosi di varia estrazione, Corrado Basile, persona in generale assai colta, era, almeno in Italia, uno dei maggiori conoscitori del movimento rivoluzionario mondiale. Non c’era nome, data, biografia, recesso e contesto che egli non conoscesse, senza la meccanicità dell’erudito e con la passione dell’attivista fusa alla naturale intelligenza. E questi tre titoli – senza contare l’altra sua vasta produzione – sono a ciò imperituro monumento e testimonio. Quanto allo spirito, Basile fu senz’altro l’uomo più indipendente e libero che si potesse incontrare in quell’ambiente.

Se Basile avesse avuto i sostegni materiali goduti invece da molti inutili papaveri nostrani, avrebbe potuto fare molto di più e, soprattutto, forse sarebbe ancora vivo. Ma siamo comunque grati ai Mani suoi, che ce l’hanno lasciato per qualche decennio. E naturalmente a lui per ciò che ha fatto ed è stato.

Luca Bistolfi

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