Focus. Cabona: “Il regista Dino Risi caro più al pubblico che ai critici”

Solo nel 2002 la Mostra di Venezia premiò l'illustre cineasta col Leone d'Oro alla carriera

Dino Risi

Maurizio Cabona, quali registi italiani hanno avuto un film sulla loro vita?

“Federico Fellini, Marco Bellocchio, Nanni Moretti, Pupi Avati, Gabriele Salvatores hanno raccontato loro stessi, parenti, affini e amici inclusi”.
 Quali registi italiani sono stati, in vita, personaggi di film altrui?
Gualtiero Jacopetti. Nell’Occhio selvaggio di Paolo Cavara (1967) lo interpreta Philippe Leroy”.
Ora Massimo De Francovich è Dino Risi nel fiim del figlio Marco. Cabona, lei conobbe Dino?
“Sì, l’ho incontrato spesso a Roma, al residence Aldrovandi, dove visse nel ventennio dopo la separazione dalla moglie”.
Marco Risi racconta ora, nel Punto di rugiada, l’ultimo anno di Dino.
“Già nel 2020, sull’arco delle loro vite in comune, aveva pubblicato Forte respiro rapido (Mondadori).
Milanese prestato a Roma, figlio del medico di Mussolini dal 1916 al 1922, Dino Risi è più ricordato in Francia che in Italia.
“Sì. Michel Marmin, critico del Figaro, raccolse nel 1978 le sue recensioni in libro. Titolo: Fausto, Vania, Kaspa et Véronique. Fausto era  Vittorio Gassman in Profumo di donna di Dino Risi”.
Un aneddoto su Risi e lei
“Luglio 2002, Risi mi telefona. Rispondo camminando per Lamezia. Lo sento ringraziarmi. Gli chiedo perché. ‘Lo sai’, mormora commosso. Insisto e lui infine aggiunge: ‘Per il Leone'”.
Ovvero?
“Aveva appena saputo da Venezia del Leone d’oro alla carriera”.
Perché ringraziava lei?
“Sul Giornale da anni reclamavo quel premio per lui”.
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Eric Cantona

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