Storia. Alain Roullier Laurens a dieci anni dalla morte: note sul separatismo nizzardo

Scrisse diverse opere: Nice, demain l’indipendence (2003), Garibaldi et Nice (2009), e La vérité sur l’annexion de Nice (2010)

Alain Roullier Laurens

Il 26 gennaio 2014, nella adorata Nizza ove era nato nel 1946, passava ad altro stato di esistenza Alain Roullier Laurens (il secondo era il cognome materno, quello di una famiglia attestata a Nizza già nel 1388, l’anno della dedizione della città a Casa Savoia), scrittore e politico. Mi onorò della sua amicizia e mi rese partecipe di alcune sue iniziative. Tra le sue opere di argomento non nizzardo, una su Rasputin ed una sullo scrittore afro-americano James Baldwin. L’interesse per la storia ed il folclore nizzardo, attestato da numerosi articoli su riviste locali in francese e in nizzardo, assunsero un carattere nettamente politico dopo la fondazione del movimento della Lega per la Restaurazione delle Libertà Nizzarde (L. R. L. N.), appoggiato dal coraggioso mensile Les Nouvelles Niçoises. Ritrovava corpo, così, un movimento che, dal 1860, scorre come un fiume carsico nelle viscere della città rivierasca e che in determinati momenti torna in superficie.

Dopo la cessione di Nizza alla Francia, ceduta da certi politicanti allo straniero, “come un cencio che non apparteneva al miserabile loro corredo” (sono parole di Garibaldi, il nizzardo più illustre), i nizzardi antifrancesi si divisero in due gruppi (va precisato che circa 10000 abitanti della Contea di Nizza furono obbligati a sloggiare, una vera e propria “pulizia etnica”, ancorché senza sangue). Il primo era quello dei cosiddetti “italianissimi”, illusi che, prima o poi, l’Italia li avrebbe riabbracciati. Era una pia illusione: una volta il primo ministro italiano, Luigi Federico Menabrea, che pure era un savoiardo (era nato a Chambéry), anch’egli costretto, per fedeltà all’Italia, ad abbandonare la propria patria, in visita ufficiale a Nizza si incontrò con i rappresentanti degli “italianissimi” e disse loro, papale papale, di non molestare più il governo italiano e di diventare bravi cittadini francesi…

I nizzardi più smaliziati, invece, avevano capito che con quel tipo di politicanti ci sarebbe stato assai poco da fare e che l’antica Contea di Nizza avrebbe dovuto, invece, trasformarsi in staterello indipendente, tipo la Repubblica di San Marino, rimanendo comunque nell’orbita italiana.

Lo stesso Garibaldi, per un certo periodo, rimase affascinato da simili prospettive e sognò Nizza città libera, capitale della futura Europa unita… Ma i più famosi esponenti del separatismo nizzardo (che qualcuno vuole chiamare “nazionalismo nizzardo”) sono stati il cospiratore mazziniano Enrico Sappia, autore del libro Nizza Contemporanea, uscito a Londra nel 1870 (è uno dei libri più rari che esistano: quasi tutta la sua tiratura venne distrutta dai servizi segreti francesi mentre era in viaggio da Londra ad una libreria italiana di Nizza…), il giornalista Giuseppe André, direttore dell’ultimo quotidiano in lingua italiana nella città, Il Pensiero di Nizza, soppresso con una legge ad hoc nel 1895 dal parlamento della patria dei “diritti dell’uomo”, lo scrittore Giuseppe Bres, che continuò ad adoperare l’italiano sino al 1924, anno della sua morte. In tempo di guerra, sotto l’occupazione italiana, uscì un volumetto clandestino, rigorosamente anonimo, che riprendeva l’idea della Contea di Nizza quale stato libero. Una copia del libretto venne recapitata al generale Ezio Garibaldi, nipote dell’Eroe dei Due Mondi, che a Roma dirigeva le riviste Camicia Rossa e Il Nizzardo, tutte e due molto attente alla questione…

Alain Roullier Laurens, molto popolare nella vecchia Nizza, nel quartiere del Porto e tra i giovani, scrisse diverse opere, alcune delle quali ebbero più edizioni: Nice, demain l’indipendence (2003), Garibaldi et Nice (2009), un’opera davvero enciclopedica che meriterebbe una traduzione nella nostra lingua, La vérité sur l’annexion de Nice (2010) e una biografia assai politicamente scorretta del maresciallo Massena. Su suggerimento di alcuni amici, tra cui il sottoscritto, tradusse in francese alcune opere italiane che a Nizza erano del tutto sconosciute o dimenticate, come il succitato, Nizza Contemporanea, che ebbe ben cinque edizioni, un libro di Giuseppe André sulla prima annessione di Nizza alla Francia, avvenuta nel 1792, e i ricordi storici documentati del 1860 dovuti alla penna del magistrato Pier Luigi Caire.

Assieme a lui organizzai alcune manifestazioni garibaldine a Nizza, quella che ebbe più successo fu quella in cui, di fronte al monumento del bisnonno, parlò Giuseppe Garibaldi, figlio di Ezio e Direttore dell’Istituto Internazionale di Studi Garibaldi, la cui sezione nizzarda, se non fosse intervenuta l’improvvisa scomparsa, sarebbe stata affidata proprio ad Alain.

Per Nizza, per quella più autentica e non quella delle gigolettes che transitano sulla Passeggiata degli Inglesi, la perdita di Alain è stata gravissima, anche se il segno lo ha lasciato e sono sicuro che la fiaccola del separatismo nizzardo è tutt’altro che spenta.

Ora Alain riposa nel cimiterino di Torretta Revest, pittoresco borgo nell’entroterra nizzardo, e quando passo di là mi fermo a salutarlo. E’ stato un grande amico e ringrazio questa testata che mi ha permesso di ricordarlo.

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Achille Ragazzoni

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