“Le due schiavitù” di Beniamino Placido e il razzismo americano

L'autore nel saggio per Feltrinelli affronta il tema della segregazione razziale esaminando innanzitutto due celebri opere letterarie, per estendere poi la sua analisi al cinema anni Trenta, ai fumetti e persino alla pornografia

La schiavitù delle persone di colore in America è stata un fenomeno tristemente reale, ma ha anche trovato espressione in letteratura. Per marcare questa presenza e per considerarne il peso sociale, Beniamino Placido, nel 1975, scrisse il pamphlet Le due schiavitù – ora riedito da Feltrinelli –, nel quale esaminò innanzitutto due opere letterarie, per estendere la sua analisi al cinema anni Trenta, ai fumetti e persino alla pornografia: La capanna dello zio Tom [Uncle Tom’s Cabin] (1852) di Harriet Beecher Stowe e Benito Cereno (1855) di Melville. Questi i due classici passati al vaglio dal celebre critico letterario e televisivo; agli occhi del quale «tentano di organizzare le tensioni ideologiche, emotive della cultura americana», costituendo un grande metatesto in cui confluiscono ideologie di oggi e di ieri.

Placido inizia distinguendo tra letteratura popolare, considerata reazionaria, e letteratura colta, vista come progressista. Tuttavia, respinge questa dicotomia rigida, sottolineando la complessità della realtà culturale. Placido sostiene che entrambe le forme letterarie possono avere valenze politiche e sociali, e utilizza gli strumenti dell’economia politica per analizzarle in profondità.

In particolare, riconsidera l’interpretazione politica delle due opere: mentre la Capanna di Stowe viene vista come un’opera progressista che ha contribuito a sensibilizzare il pubblico bianco del Nord sulla questione della schiavitù, Benito Cereno di Melville viene reinterpretato come conservatore, se non reazionario, poiché riflette le tensioni sociali e politiche del suo tempo in modo meno diretto.

Placido evidenzia anche l’ambiguità presente nella Capanna, suggerendo che potrebbe essere stata influenzata dalla necessità economica di mantenere una forza-lavoro libera per il progetto capitalistico emergente. Questo porta alla sua concezione delle “due schiavitù”: quella strutturale, legata all’economia, e quella immaginata, radicata nella cultura e nell’ideologia dell’America dell’Ottocento. Per quanto riguarda Benito Cereno, Placido sottolinea la sua capacità di sfidare le convenzioni dell’epoca riguardo alla rappresentazione dei neri, presentando personaggi complessi che sfuggono alle semplificazioni. L’opera mette in discussione le distinzioni nette tra bianco e nero, suggerendo che la convivenza e il contatto tra le “razze” sono inevitabili e complessi.

Infine, Placido collega le tematiche affrontate nei due romanzi alla cultura e alla storia degli Stati Uniti nel loro insieme, suggerendo che il Nord e il Sud non possono essere separati e che entrambi sono implicati nelle ingiustizie della schiavitù. Questa visione critica dell’opera di Melville spiega la sua scarsa popolarità al momento della pubblicazione, dovuta alla sua capacità di mettere in discussione le convenzioni e le illusioni della società dell’epoca.

* Le due schiavitù. Per un’analisi dell’immaginazione americana, di Beniamino Placido, (Feltrinelli. – 2023: pagg. 190 – euro 13)

@barbadilloit

Giuseppe Balducci

Giuseppe Balducci su Barbadillo.it

Exit mobile version