La fatica di Sisifo dell’Inghilterra contro l’onnipresenza delle plastiche

Il divieto inglese per le stoviglie usa e getta sembra misteriosamente applicarsi solo alla plastica utilizzata nei punti vendita da asporto e non nei supermercati o nei negozi

La battaglia del governo inglese contro la plastica

“In Inghilterra si stima che ogni anno vengano usate 4,7 miliardi di cannucce di plastica, 316 milioni di agitatori e 1,8 miliardi di cotton fioc con gambo di plastica. In quest’ultimo caso, il 10% viene scaricato nei bagni e finisce nei corsi d’acqua e negli oceani, mettendo a rischio la fauna selvatica.” Scrive Francesca Mancuso su greenme.it 22-05-2019.
Thérèse Coffey, ministra inglese dell’Ambiente, del Cibo e degli Affari rurali fino al 13 Novembre 2023 aveva detto basta. Un esperto farà le pulci al suo ex progetto allora tanto pubblicizzato.
Secondo il Daily Mail infatti, il divieto riguardava le stoviglie usa e getta per bar, ristoranti e cucine da asporto, non quelle di supermercati e negozi. “Sono determinata a portare avanti un’azione per affrontare questo problema a testa alta. Questo nuovo divieto avrà un enorme impatto per fermare l’inquinamento di miliardi di pezzi di plastica e contribuire a proteggere l’ambiente naturale per le generazioni future.” affermava retoricamente quand’era in carica.

Jane Clinton The Guardian, 14 gennaio 2023: “I piatti, le posate e una serie di altri oggetti di plastica monouso saranno vietati in Inghilterra a partire da ottobre 2023, per frenare il loro impatto “devastante”. Il Dipartimento per l’Ambiente aveva affermato che il divieto riguardava anche ciotole, vassoi e alcuni tipi di bicchieri di polistirolo e contenitori per alimenti in plastica monouso. Tuttavia, il divieto non si applicherà a piatti, vassoi e ciotole utilizzati come imballaggio.” Te ci capisci qualcosa?
John Vidal, a former Guardian environment editor, non ha peli sulla lingua; su The Guardian del 9 gennaio 2023 titolava: “Il nuovo divieto dell’Inghilterra sulla plastica monouso è una resa alle grandi imprese.” E nell’articolo: “Due anni dopo che il governo ha vietato cannucce di plastica, cotton fioc e microsfere in alcuni prodotti di bellezza in Inghilterra, Thérèse Coffey ha deciso di vietare piatti, posate e bicchieri di plastica monouso. Ciò significa che “forse” ogni anno in Inghilterra non verranno più prodotti 1,1 miliardi di piatti e 4,25 miliardi di posate. In apparenza impressionante. Ma il nuovo divieto scalfisce appena la superficie di un problema noto da decenni e ora fuori controllo. il divieto inglese sembra misteriosamente applicarsi solo alla plastica utilizzata nei punti vendita da asporto e non nei supermercati o nei negozi.” Misteri albionici! “La plastica si trova già nei corpi umani e nel cibo che mangiamo, essa piove letteralmente su persone e animali. Il divieto ha una portata troppo ristretta.” “Una forchetta di plastica può impiegare 200 anni per decomporsi”, aveva strombazzato Coffey annunciando orgogliosa il divieto. A questo ritmo ci vorranno più di 200 anni per fermare del tutto l’inquinamento da plastica. il governo ha poca intenzione di agire in modo completo e veloce. E la legislazione appare piena di scappatoie.
Il Dipartimento, afflitto da inerzia e ritardo darà (solo) l’impressione di agire. Minata dall’impegno ideologico di lasciare che la grande industria faccia ciò che vuole, l’ex ministra aveva preso di mira i fast-food, molti dei quali forniscono cibo a buon mercato, inquadrando i rifiuti di plastica come creati dal pubblico. Il vero problema è la produzione di plastica da parte di un’industria petrolchimica globale immensamente potente che produce i materiali per realizzare la plastica del mondo.
Da 70 anni la plastica incombe e dilaga. Svincolata dai governi, l’industria petrolchimica sta contrastando la recessione globale e costruendo vasti impianti, come un nuovo gigantesco stabilimento Shell in Pennsylvania, per creare nuovi mercati redditizi per le popolazioni dei paesi in via di industrializzazione. La portata dell’inquinamento da plastica, specialmente nell’ambiente marino, è ora enorme, e ben nota ai governi.”
E da ultimo: The Week 26 agosto 2023 Elizabeth Kolbert: “La plastica la si trova: dalla placenta umana (microplastiche) ai più profondi abissi marini. Senza plastica non potremmo ricorrere alla medicina moderna, ma con essa abbiamo contaminato ogni angolo della terra. Possiamo uscire da questa trappola?” Qualcuno ha la bacchetta magica? Per la serie: abbiamo creato il mostro che adesso gira in casa nostra, indisturbato.

Lorenzo Ferrara

Lorenzo Ferrara su Barbadillo.it

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