L’ortodossia cristiana di Chesterton

Per lo scrittore inglese l’ uomo eterno “vive all’ ombra della fede e ha perduto la luce della fede”

Chesterton

E’ la sua opera più importante del 1908 ed è considerata un romanzo filosofico.
Nasce per le critiche che ricevette dopo la pubblicazione nel 1905 di “Eretici”, in cui criticò il pensiero dominante dell’epoca. “Ortodossia” di Chesterton, quindi, si può considerare come la risposta a chi gli chiedeva quale fosse la sua concezione del mondo che l’ autore definì, dopo un percorso anche travagliato, cristiana. Sulla base di questa fede egli smontò le teorie del suo tempo, quelle materialiste e deterministe come l’ evoluzionismo e più in generale, in alcuni capitoli del libro, il pensiero razionalista chiuso al mistero, al trascendente. Egli diceva che il “ cristianesimo allarga la ragione” ed evidenziava la compatibilità tra fede e ragione, questione attualissima e cardine del pontificato di Benedetto XVI.

C’è un capitolo, in particolare, dal titolo “ in un Mondo di Pazzi”, che potremmo considerare profetico perché anticipatore di quella che è la tendenza fondamentale del nostro tempo: credere in sé stessi. In questo senso Chesterton scrive: “ Ricordo che passeggiavo un giorno con un editore che fece questa osservazione che avevo sentito fare tante volte e capii che non significava nulla. L’ editore aveva detto: “ Quell’ uomo farà strada: egli crede in se stesso”. Come non vedere nel mondo d’ oggi la presenza nei vari ambiti della nostra vita di un atteggiamento del genere? Ci si crede dotati di un uso della ragione autosufficiente, totalizzante capace di spiegare ogni cosa.

Che cosa rimproverava Chesterton agli uomini della sua epoca? Proprio il fatto di credere in ciò in cui non dovrebbero credere: in se stessi. Egli scrive: “L’ uomo dubita esattamente in quella parte in cui non dovrebbe dubitare: la ragione divina; è il fissato, monomaniaco fino alla monotonia”. Per lui chi non sa aprirsi con la propria ragione a ricercare il vero significato, rimane imprigionato nella sua idea come unico punto fisso, riduce cioè la varietà dell’esistenza alla propria misura. Per il nostro autore il pazzo “ non è l’ uomo che ha perduto la ragione ma l’ uomo che ha perduto tutto fuorché la ragione”. Come a dire che quelli che consideriamo i “ veri” pazzi sono i meno ragionatori al contrario di quelli che, scrive Chesterton, “ pretendono di rinchiudere il cielo nelle loro teste”. Con il suo stile brillante, incisivo, provocatore, ci ha dato un’ immagine quanto mai attuale della nostra umanità che, come scrive in un altro scritto, L’ uomo eterno, “ vive all’ ombra della fede e ha perduto la luce della fede”.

* Ortodossia ( ed Lindau) di G.K. Chesterton ( 1874-1936)

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Pasquale Ciaccio

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