La morte di Laurent de Brunhoff ha reso orfano l’elefantino Babar

L'autore e illustratore francese, è tradotto in ventisette lingue, venduto in oltre 15 milioni di copie, ispira cinque film di animazione, tre serie e una miriade di prodotti derivati, affascinando i pubblici più vari

Il personaggio-fumetto Babar

Babar, re degli elefanti, è orfano. Il 22 marzo, a 98 anni, ha reso l’anima nella sua casa a Key West, in Florida, Laurent de Brunhoff, che nella scia dei genitori aveva saputo ridare vita all’augusto pachiderma.

Figlio maggiore di Jean de Brunhoff, nipote dell’editore Maurice de Brunhoff, stando alla leggenda familiare, Laurent discendeva dal figlio naturale che Oscar I, re di Svezia e Norvegia, avrebbe avuto con Ida de Brunhoff.
Alcuni ignorano altresì che alla madre del piccolo Laurent, la pianista Cécile Sabouraud, va attribuita la creazione della simpatica monarchia elefantiaca. Inizialmente questi voluminosi personaggi dovevano incantare solo i figli la sera, al momento di addormentarsi.
Di fronte alla passione della progenie per Celesteville e i suoi abitanti, il marito di Cécile Sabouraud, Jean de Brunhoff, autore e illustratore, dà allora vita à Babar. Il primo tomo appare nel 1931. Ne seguiranno altri quattro, venduti in 3 milioni di copie, prima che nel 1937 una malattia fulminante abbia ragione di lui. Il figlio Laurent ha solo 12 anni. Spinto da chi lo circonda, decide di colorare i due titoli lasciati in cantiere dal padre defunto, prima di ideare interamente un nuovo album: Babar e quel cattivo di Arthur, che esce nel 1946. Sarà seguito da una cinquantina di altri, da una creazione musicale di Francis Poulenc, da una canzone interpretata da Chantal Goya, che sarà uno dei maggiori successi, e da un adattamento televisivo nel 1969.
Con la corona d’oro, il papillon rosso e il suo bell’abito verde, Babar diventa un peso massimo della letteratura. Tradotto in ventisette lingue, venduto in oltre 15 milioni di copie, ispira cinque film di animazione, tre serie e una miriade di prodotti derivati, affascinando i pubblici più vari.
Secondo il Sunday Times, che ha reso omaggio a Laurent de Brunhoff, perfino il generale de Gaulle aveva una segreta tenerezza per Babar, eroe candido e buffo, che per il grand’uomo incarnava “una certa idea della Francia”. Pittore, autore, colorista di grande talento, Laurent de Brunhoff, pochi anni prima dellascomparsa, aveva diviso le sue tavole originali tra la Morgan Library di New York e la Bibliothèque Nationale di Parigi. Ora Babar è nella storia…
Point de Vue, n. 3945

Adélaïde de Clermont-Tonnerre

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