Nel Regno del pianeta delle scimmie si ripropone la guerra delle razze

Miti del passato echeggiano nell'ultima (?) puntata della serie

Regno del pianeta delle scimmie di Wes Ball

Un virus coltivato in laboratorio stermina gli uomini, ammutolisce i rari superstiti, ma dà la parola a oranghi e gorilla. Queste ultime due specie si contendono l’egemonia. Infatti, nel Regno del pianeta delle scimmie di Wes Ball, si vedono molti primati e solo un uomo e una donna; nel primo quinto non si vedono nemmeno loro due: appaiono solo le scimmie e un’aquila reale, simbolo degli Stati Uniti (ma il film è girato in Australia).

Nella miriade di film della serie – apparsi fin dal 1968 della guerra del Vietnam come soluzione data dalla maggioranza silenziosa alla questione delle minoranze sediziose – Pierre Boulle ha sempre meno motivi di riconoscere nei film derivati qualcosa del suo romanzo del 1963.
I gorilla sono assoggettati da un re, Cesare, una sorta di Mussolini peloso che arringa folle altrettanto pelose non un una piazza romana, ma sua una spiaggia sabbiosa. Lì è in corso l’assedio a un grande rifugio antinucleare, che ospita i discendenti degli uomini presso le rovine di un ponte sospeso che somiglia a quello Brooklyn, ma è in una posizione che ricorda quella del Golden Gate di San Francisco.
Regno del pianeta delle scimmie di Wes Ball

Per circa due ore potete tenervi svegli su queste nostre annotazioni vi divertono. in caso ciò non funzioni, potrete assopirvi o aspettare che fuori spiova…

Se vi chiedete a chi alludesse 60 anni fa il romanzo di Pierre Boulle, è all’ascesa dei popoli di colore, detta decolonizzazione. Un altro libro di segno opposto e di grande influenza, I dannati dell terra di Frantz Fanon, l’aveva preceduto.
Ball adatta antiche paure ai nuovi tempi e pensa all’immigrazione latina e alla crescita demografica delle gente di colore negli Stati Uniti. Che non preoccupa solo gli americani protestanti o cattolici.
Gli oranghi di Ball sono gli americani di colore che si sono rassegnati, tipo Obama; i gorilla sono gli americani di colore che non si sono rassegnati, tipo Malcolm X e il reverendo Jackson.
Freya Allan, col suo faccino olivastro, è incaricata della riscossa dell’uomo bianco, che dalla sua ha però, soprattutto, l’american eagle, equivalente allo stellone d’Italia. Insomma, gli Usa non sono messi bene.
Il regno del pianeta delle scimmie di Wes Ball, con Freya Allan, Peter Macon, Owen Teague, William H. Macy, 125′

Nicola Caricola

Nicola Caricola su Barbadillo.it

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