In “The Palace” di Polanski  un mondo grottesco e futile

La critica predittiva alla superficialità della società contemporanea è potente

The Palace di Polansky

Ambientato il 31 dicembre 1999 in un lussuoso albergo di Gstaad, con l’apocalittico Millennium bug alle porte, “The Palace” è diretto da Roman Polanski e prodotto da Luca Barbareschi.

Ora uscito, dopo che in Italia, anche nei cinema francesi, il film – presentato all’ultima Mostra di Venezia – offre un bestiario eterogeneo di personaggi vuoti e stravaganti, resi mostruosi dalla chirurgia plastica e coinvolti in situazioni degradanti.
La critica predittiva alla superficialità della società contemporanea è potente. Se a un’analisi corriva può risultare eccessivamente caricaturale, questa esagerazione farsesca – ma godibile nella frizzante comicità – permette a “The Palace” di trasmettere il suo messaggio sprezzante con forza e chiarezza.

Giuseppe Calandriello 

Giuseppe Calandriello  su Barbadillo.it

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