Chi risarcirà Mimmo Criscito, vittima della gogna mediatica?

Il giustizialismo è un virus contagioso. Che lascia dolorosi strascichi anche nel mondo del calcio.

Mimmo Criscito non è stato scagionato da nessuna accusa, semplicemente perché non era stato accusato ancora di nulla. Aveva ricevuto il 21 maggio scorso un avviso di garanzia dalla Procura di Genova, un istituto previsto nel codice di procedura penale attraverso il quale si informa che una persona è sottoposta a indagini. I magistrati volevano fare luce su una presunta combine riguardante il derby della Lanterna. Il giocatore era stato fotografato insieme ad ultras e strani personaggi: una leggerezza per i moralisti, ma di fatto la frequentazione sporadica con i tifosi è inevitabile in questo mondo. Il pm ha chiesto di archiviare il fascicolo. Tutto è finito in una bolla di sapone. Criscito, ai tempi, fu stato sottoposto a una tale gogna mediatica da esser costretto a saltare l’ultimo Europeo.

Il presidente della Figc, Giancarlo Abete l’ha commentata così: Criscito lasciò il gruppo di Prandelli “perché il blitz di Coverciano non lo avrebbe lasciato tranquillo e avrebbe generato un clamore mediatico dannoso per lui e per la Nazionale“. Inutile criticare la Realpolitik del massimo dirigente federale, ma sullo sfondo resta un dato: non è misurabile il danno ricevuto da un calciatore, privato della possibilità di mostrare il suo talento nella più importante competizione continentale per nazionali. Anche una probabile nuova convocazione di Prandelli non avrà certo il valore di un indennizzo postumo (l’azzurro lo merita di diritto). Allora resta sullo sfondo il valore paradigmatico di una vicenda:  una macchia – l’ennesima – per l’informazione italiana. E una domanda: chi risarcirà, almeno moralmente, Mimmo Criscito?

Barbadillo

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