Segnalibro. Perche’ leggere “Ezra Pound a Pisa” di Gallesi

Libro di particolare interesse scientifico e storico. Scientifico in quanto analizza gli undici Cantos pisani uno dopo l’altro spiegandone non solo il significato ma anche il senso e il loro legame

Ezra Pound

Luca Gallesi è, fra gli anglisti italiani, il maggior esperto del poeta Ezra Pound. Al poeta statunitense ha dedicato molti studi e saggi scientifici. Gli ultimi suoi tre libri sono stati un compendio prezioso della vita e del pensiero di Pound. Le origini del fascismo di Ezra Pound (Ares ed.) indaga sul pensiero politico dello scrittore Usa e sulle ascendenze ideologiche (socialismo, nazionalismo, anticapitalismo ecc.). Il secondo, I Cantos di Ezra Pound (Ares ed.) si è rivelato un’imprescindibile guida all’opera poetica dello scrittore e prende in esame le scelte stilistiche, gli stilemi e il senso dei singoli Cantos del poeta. Infine, da alcune settimane, è uscito il terzo volume della trilogia, Ezra Pound a Pisa (acquistabile qui). Libro di particolare interesse scientifico e storico. Scientifico in quanto analizza gli undici Cantos pisani uno dopo l’altro spiegandone non solo il significato ma anche il senso e il loro legame. Una guida che facilita di molto il lavoro di ricerca che Pound invitava a fare dopo aver letto ogni singolo canto. E questo è l’aspetto scientifico del volumetto. Un vero invito alla lettura che spiega i percorsi lirici del poeta e il senso di certe scelte poetiche e stilistiche con richiami alle letterature di più paesi non esclusa la cultura cinese alla quale Pound era particolarmente interessato. Passa in rassegna l’analisi dei miti, la cultura confuciana, con tono autobiografico illustra il proprio approccio alla cultura e alla realtà di pensiero. Dal punto di vista storico, il libro di Gallesi rimanda al racconto profondo e senza autocommiserazione di una dolorosissima esperienza. Fine aprile del 1945, ultimi giorni di guerra, due partigiani comunisti si presentarono a casa di Pound, a Rapallo, e, con il mitra spianato, intimarono allo scrittore di seguirli. I due, per farsi belli con gli Alleati, e per collaborare con l’esercito di occupazione statunitense, consegnarono ai militari Usa il cittadino statunitense. Gli Usa cercavano da tempo Pound. Lo presero in carico e dopo averlo interrogato lo trasferirono da Rapallo in un campo di concentramento nei pressi di Pisa, campo famigerato dove erano rinchiusi disertori, assassini, violentatori, insomma il peggio che l’esercito Usa potesse esprimere.

L’unico civile era proprio Pound che fu rinchiuso in una gabbia, in prima fila, esposto in modo da essere controllato – come da ordini del Comando – 24 ore su 24. Di notte i riflettori era sempre puntati su di lui e aveva, per dormire, solo una coperta. Il sole, che in quel luglio del 1945 era particolarmente forte finì per causare un collasso al poeta che, nonostante le difficoltà, continuò a lavorare ai Cantos che il suo editore volle intitolare – con l’assenso dell’autore – Pisan Cantos. Le condizioni difficili  causarono un collasso allo scrittore che fu trasferito in infermeria ma, nonostante le cure, ebbe anche una crisi di nervi. Fu trasferito in Usa, a Washington, per essere posto sotto processo per tradimento e collaborazionismo con l’Italia fascista. Senza preavviso un giorno fu prelevato e trasferito in un aeroporto da dove partì per raggiungere gli Usa. Arrivato a Washington, una commissione medica stabilì che non poteva essere sottoposto a processo per le precarie condizioni fisiche e pertanto fu rinchiuso in un manicomio criminale dove rimase per tredici anni. Gli fu tolta la personalità giuridica e nominata come tutore sua moglie Dorothy. Una prassi che la dice lunga sul sistema giuridico Usa non dissimile da quello dell’Unione sovietica quanto a silenziare gli intellettuali dissidenti.

Nel 1949 ricevette il prestigioso premio Bollingen per i Canti pisani. Amato e ammirato da vari scrittori inglesi e statunitensi fra i quali Joyce, Elliot, Hemingway, questo gigante dai capelli rossisi battè per il rinnovamento di tutte le arti. I tredici anni di internamento non gli fecero smettere di scrivere ma lo segnarono profondamente. Che cosa resta di Pound? Sicuramente la volontà politica che aveva innervato il suo impegno per evitare la guerra fra Usa e Europa, la fede fascista mai venuta meno, il carattere el’insegnamento – trasmesso anche a Pasolini che fu influenzato parzialmente dal poeta Usa – di vivere una vita non all’insegna del materialismo ma dello spirito. Inoltre, l’amore per la giustiziacome esercizio della virtù. Amava Confucio i cui scritti leggeva in campo di concentramento e continuò a tradurre in seguito.

Luca Gallesi, Ezra Pound a Pisa. Un poeta in prigione, Ares ed., pagg. 150, euro 15.00

 

Manlio Triggiani

Manlio Triggiani su Barbadillo.it

Exit mobile version