Segnalibro. Il transumanesimo, ideologia terminale e mortifera del progressismo postmoderno

Le edizioni del Cinabro hanno pubblicato un testo di Gianluca Marletta su un fenomeno della decadenza: il postumano

Transumanesimo di Gianluca Marletta per il Cinabro edizioni

Il progresso è il mito fondante della modernità. Le rivoluzioni industriali, gli ideali della Rivoluzione francese e la crescita economica della seconda metà del Novecento hanno in parte avallato questa concezione senza prendere in considerazione le realtà negative sorte dal relativo sistema economico e sociale. La concezione di un progresso indefinito è divenuta una realtà indiscussa. Insomma, il progresso viene considerato come un dato inscritto naturalmente nella realtà dei nostri anni, grazie alla tecnica. Così il futuro diviene indiscutibile e gli aspetti negativi della società non vengono attribuiti a questa errata visione del mondo. Al progresso si è aggiunta la visione prometeica dell’uomo che fa ricerca e tende a migliorare le possibilità di vita e di realizzazione dell’uomo stesso. La storia di Prometeo insegna che ci sono leggi supreme che ordinano il mondo senza consentire a chicchessia di superarle. Nella letteratura greca era evidente che chi mostrava la propria hybris, insolenza, tracotanza, veniva punito pesantemente dagli dei. Eppure nel nome del progresso da alcuni decenni si susseguono ricerche e esperimenti mostruosi, veri incubi distopici. Il progresso consuma tutto ciò che si richiama alla natura, corrodendo anche tutti i valori. Insomma, l’idea è che l’uomo può evolversi al di là della biologia e delle leggi di natura ma bastano sale operatorie e laboratori all’avanguardia, magari nella Silicon Valley, per cambiare tutto, soprattutto il concetto di umano. Gianluca Marletta, che studia questi temi da anni, ha appena licenziato un libro, Transumanesimo. Maschera e volto della post-umanità, che analizza i vari passaggi ideologici e le nuove filosofie che tentano di imporre questa visione transumana dell’esistenza. L’obiettivo finale è quello di costituire, attraverso  questi passaggi, una società dove l’individuo accetta e aspira all’autoannientamento, all’abbandono ai paradisi virtuali, alla creazione di un “totalitarismo democratico” che finirebbe per togliere tutto garantendo solo una dittatura del pensiero che farebbe accettare la propria schiavitù. Mondi che potrebbero essere prossimi alla realizzazione. Già decenni fa George Orwell con 1984 o Mary Shelley con Frankenstein o Huxley con Il mondo nuovo descrivevano questi scenari.  E il transumanesimo è il culto che – nell’ambito del progresso – vuole cambiare con aspirazioni prometeiche la società. Non c’è una dottrina codificata, né un pensiero ben definito. Alcune correnti di questo culto aspirano a una ibridazione uomo-macchina per far divenire l’essere umano un essere post-umano. Cioè la tecnologia diviene un tratto del corredo umano da affiancare al corredo genetico.
Il transumanesimo, in altre parole, è una ideologia del mondo moderno incistata nella visione democratica. A sostenerla sono intellettuali radical chic, circoli di pensatori vicini a lobby o poteri onnipresenti, deriva da mode ideologiche (animalismo, gruppi no child, gruppi gender, intelligenza artificiale e digitalizzazione radicalizzata, ambientalismo di derivazione materialista) che immaginano una evoluzione artificiale – come detto – dalla quale verrà fuori un essere poco umano. Marletta, studioso di tematiche sociologiche e religiose, non solo ricostruisce la dinamica del transumanesimo, risalendo alle ideologie che lo hanno ispirato e diffuso ma offre, dopo analisi attente, ipotesi realistiche per contrastare questo fenomeno facendo riferimento alle idee e alla visione del mondo della Tradizione. 

Gianluca Marletta, Transumanesimo. Maschera e volto della post-umanità, (prefazione di Enrica Perucchietti e un intervento di Enzo Pennetta), Cinabro ed., pagg. 155, euro 16,00

Manlio Triggiani

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