Palazzeschi e le amicizie con FT Marinetti e Nino Tripodi

Fu volta volta futurista e crepuscolare, interventista e pacifista, iconoclasta e devoto (lasciò alle suore una sua villa alle pendici di Settignano, dove ora si trova una scuola paritaria)

Aldo Palazzeschi

Palazzeschi fu una personalità al tempo stesso complessa e lineare, nel suo gusto della provocazione figlio anche della sua indole all’epoca considerata almeno all’epoca trasgressiva. Fu tutto e il contrario di tutto, rimanendo sempre fedele a se stesso, con un certo gusto monello che l’indusse il 30 giugno 1911 a indicare ai futuristi milanesi venuti per una spedizione punitiva chi fosse quell’Ardengo Soffici che aveva osato stroncare sulla “Voce” la loro pittura.
Fu volta volta futurista e crepuscolare, interventista e pacifista, iconoclasta e devoto (lasciò alle suore una sua villa alle pendici di Settignano, dove ora si trova una scuola paritaria). Il meglio di sé lo diede in poesia nei primi decenni del secolo, ma questo è un destino comune a molti artisti e letterati italiani, a partire dallo stesso Ardengo Soffici. Nell’ambito narrativo, il suo miglior romanzo sono Le sorelle Materassi, reso celebre nel 1972 da uno splendido adattamento televisivo, del tempo in cui la Rai faceva sceneggiati, non fiction (nel più tardo Fratelli Cuccoli si avverte invece una certa senile vena decadente).

Rimase estraneo al fascismo, nonostante i tentativi di coinvolgerlo di Marinetti, che fu suo grande estimatore, ma nel dopoguerra fu alieno da ogni forma di ostracismo e nel febbraio del 1965 presenziò alla conferenza “Con Gozzano e altri poeti nel salotto di Nonna Speranza” organizzata da Nino Tripodi, storico esponente del Movimento Sociale, che l’anno dopo avrebbe pubblicato con le Edizioni del Borghese un bel saggio sui crepuscolari. Polemizzò con Edoardo Sanguineti e le neoavanguardie, lui che le vere avanguardie le aveva conosciute in gioventù, e fu orgoglioso di ricevere a Cascais dal deposto sovrano Umberto II l’Ordine Civile di Savoia. Anche in quella occasione, per parafrasare il titolo di una sua celebre poesia, crdo che il poeta si sia divertito.

Enrico Nistri

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