F1. In Ungheria vince Piastri ma è festival di polemiche

Secondo Norris, l’Hungaroring esalta le due McLaren, Verstappen di nuovo protagonista in negativo

L’Hungaroring di Mogyoród, a 25 chilometri da Budapest, ospita il Gran Premio d’Ungheria, la tredicesima gara del Campionato di Formula 1 2024.

Lungo 4381 metri, con 14 curve – e due zone DRS – il tracciato magiaro è noto per la sua carreggiata stretta. La trazione e il carico aerodinamico sono i principali fattori di competitività.

Per l’Ungheria, la Pirelli ha scelto le mescole più morbide della gamma: le C5 (Soft), le C4 (Medium) e le C3 (Hard).

Le prove libere

I tre giorni dell’Hungaroring cominciano con le libere del venerdì e il primato di Carlos Sainz nelle FP1, con il miglior tempo in 1’18”713 (Soft), poi abbassato al pomeriggio, nelle FP2, da Lando Norris in 1’17”788 (Soft).

Di Max Verstappen, il tempo di vertice nelle FP3 del sabato, in 1’16”098.

 

Le qualifiche

Prima delle prove ufficiali è piovuto e qualche goccia sarebbe rimasta, anche se a intermittenza: le gomme sono comunque sempre quelle lisce, da asciutto, sebbene su pista in parte “umida” fuori dalla traiettoria ideale.

Nella frammentata Q1, non sono mancate le sorprese: su tutte, quella della collisione di Sergio Perez, contro le barriere in curva 8.

Il messicano sarà costretto a partire sedicesimo, davanti a George Russell, eliminato dopo esser rimasto senza carburante nel giro fondamentale per passare la manche.

Alla fine, il più rapido è stato Daniel Ricciardo, sulla Racing Bulls, in 1’17”050 (Soft).

In Q2, il primato è stato invece appannaggio di Lando Norris, in 1’15”540 (Soft).

Nella decisiva Q3, il britannico si conferma, ottenendo dapprima il primato provvisorio in 1’15”227, poi divenuto pole position; la bandiera rossa per l’incidente di Yuki Tsunoda, in effetti, rende pressoché inutile il secondo giro cronometrato

In seconda posizione, l’altra McLaren, quella di Oscar Piastri, poi Max Verstappen, Carlos Sainz, Lewis Hamilton, Charles Leclerc, Fernando Alonso, Lance Stroll, Daniel Ricciardo e Yuki Tsunoda.

 

La gara

La domenica si registrano alte temperature: le scelte degli pneumatici sono varie, per quanto nelle prime file la scelta condivisa è quella delle Medium.

Allo spegnimento dei semafori, Norris non ha uno stacco frizione ottimale e quando si vede affiancare dal compagno Piastri, lo chiude, sterzando repentinamente alla sua destra.

Tuttavia, l’australiano non ha timori e in curva 1 passa a condurre.

Sulla traiettoria opposta, Verstappen non ha impedimenti e alla corda della prima frenata è tutto sull’esterno, ma è obbligato a girare sulla via di fuga, guadagnando la posizione sul britannico.

Dietro, prova a farsi vedere anche Hamilton, ma Norris si protegge: il pilota della Mercedes ha comunque scavalcato Sainz nelle prime battute (poi passato anche da Leclerc), issandosi quarto al termine del giro 1.

Tre tornate dopo, Verstappen fa passare Lando Norris, così da evitare ogni penalizzazione.

Le prime soste ai box – per colori i quali sono partiti sulle Soft – arrivano presto, già al termine del giro 6.

Al contrario, per chi ha scelto la Hard nel primo stint, l’ottica è quella di restare in pista il più possibile, come dimostra anche George Russell: partito diciassettesimo e approfittando delle soste altrui, il britannico al giro 13 ha recuperato fino alla decima posizione provvisoria, con Sergio Perez alle sue spalle.

D’altronde, viste le temperature dell’asfalto, pure la mescola media – quella usata dai primi – è trattata meticolosamente, con tempi intorno all’1’24” basso, proprio mentre si appropinquano i pit stop.

Lewis Hamilton, infatti, si ferma alla fine del giro 16, per le Hard (dalle medie), imitato alla tornata successiva da Norris.

Il capofila Piastri rientra alla fine della tornata 18, riprendendo la carreggiata ancora davanti al numero 4 (quarto).

Verstappen, invece, allunga maggiormente il primo tratto di gara, sebbene le sue gomme medie usurate lo proiettino su riferimenti cronometrici di oltre un secondo più lenti, rispetto ai concorrenti sulle Hard.

L’olandese cambia alla fine del giro 21, poco prima di Carlos Sainz, ma il tempo perso ha legittimato l’undercut di Hamilton, salito allora al quarto posto.

Primo, Leclerc ci resta fino alla conclusione del passaggio 23: archiviata la fermata, per le dure, il monegasco è nuovamente quinto.

Autore di qualche buon sorpasso, Sainz ha ripreso la sesta posizione; intanto, all’orizzonte si prospetta un confronto tra Verstappen e Hamilton.

Il pilota della Red Bull, nello spazio di pochi passaggi, ha ricucito sul britannico: il portacolori della Mercedes ha avuto delle difficoltà con l’aderenza delle dure, scivolando decisamente al posteriore in alcune curve.

Al giro 34, Verstappen si è ormai posto nella sua scia e nella tornata successiva, in curva 1, il classe 1997 prova a farsi vedere all’interno ma arriva al bloccaggio, tanto quanto il suo diretto avversario.

Così l’olandese prende l’esterno, reiterando la manovra.

Tuttavia, in curva 2 arriva largo, quasi sulla via di fuga e perciò deve desistere; della situazione si giova Leclerc, che si riavvicina.

Trascorrono quattro passaggi e Verstappen prova a farsi vedere negli specchietti un altro paio di volte.

Il britannico, però, effettua la seconda sosta – insieme a Leclerc – alla fine del giro 40, montando le dure, una scelta diversa rispetto al monegasco, sulle medie.

In Red Bull, decidono di allungare anche il secondo stint di Verstappen, il quale – al giro 45 – avrebbe virtualmente subito il sorpasso sia di Hamilton, che di Leclerc.

In McLaren, al contempo, fanno rientrare Norris per la seconda sosta (Medium), alla fine del giro 45; Piastri, però, non effettua la sua sosta al giro successivo – coprendosi dall’undercut – bensì, alla fine del 47 (medie).

Uno di troppo, che si traduce nello scambio di posizioni, con Norris davanti all’australiano.

Così, quando Verstappen va ai box per la seconda volta, a fine tornata 49 (per le medie), Norris e Piastri si issano al comando del Gran Premio.

L’olandese, secondo quanto previsto, rientra dietro Leclerc e Hamilton, quinto, staccato di sei secondi dalla coppia formata dalla Ferrari e dalla Mercedes.

Concluse le soste, la classifica provvisoria – al giro 51 – recita: Norris, Piastri, Hamilton, Leclerc, Verstappen, Sainz, George Russell, Sergio Perez, Yuki Tsunoda e Fernando Alonso.

Sfruttando le gomme medie fresche, però, l’olandese recupera decimi su decimi e alla tornata numero 54 è ormai nella scia della Ferrari numero 16.

Ne nasce un confronto al limite, a distanza ravvicinata, con la Red Bull, più veloce nel misto e Leclerc che ce la mette tutta, sfruttando gli spazi di frenata e ogni millimetro di cordolo.

L’Hungaroring, del resto, è un tracciato angusto, dunque la vera chiave di volta è il distacco nell’affrontare il curvone 14, quello che immette sul rettilineo principale.

La situazione di stallo dura fino al giro 57, quando l’olandese si presenta sul rettilineo sufficientemente vicino alla Ferrari e sfruttandone la scia, con il DRS, scarta all’interno, salendo quarto.

Per Verstappen, l’obiettivo successivo diventa quello del podio di Hamilton: già al giro 62, ci prova all’esterno della curva 2, ma è rintuzzato.

Al giro successivo, il sessantatreesimo, approfittando anche del doppiaggio congiunto di Alexander Albon, l’olandese prova a buttarsi all’interno del britannico in curva 1 – a sua volta all’interno dell’anglo-thailandese della Williams – tentando una frenata disperata.

Verstappen è lunghissimo e la curva non l’avrebbe mai percorsa; in più, nell’incrocio la sua posteriore sinistra e l’anteriore destra del britannico collidono: la Red Bull ‘decolla’ nella via di fuga e pur potendo proseguire, si vede scavalcare da Leclerc.

 

In McLaren, intanto, in occasione delle seconde soste era sorto un “interrogativo”, legato al fatto che le tempistiche del secondo pit stop di Piastri (quel giro di troppo fuori) lo avessero sfavorito rispetto a Norris: il conciliabolo e gli scambi, duranti diversi giri, insistevano sulla possibilità che il britannico dovesse effettivamente cedere la testa del Gran Premio.

La conclusione del caso, nonostante Norris si stesse imponendo anche in qualità di pilota più veloce in pista, è arrivata al giro 68: su indicazione del muretto della McLaren, Norris cede a Piastri il primato.

A conclusione dei 70 giri in programma, la bandiera a scacchi saluta la vittoria di Oscar Piastri, la prima del classe 2001 in Formula 1.

Lando Norris, secondo, ha contribuito alla doppietta della McLaren, con Lewis Hamilton che è salito sul podio con loro, terzo.

In zona punti, Leclerc, Verstappen, Sainz, Sergio Perez (sedicesimo al via), George Russell, Yuki Tsunoda e Lance Stroll.

Russell, inoltre, ha ottenuto il punto bonus del giro più veloce, siglato in 1’20”305, al termine del passaggio numero 55.

La Formula 1 tornerà in pista il prossimo fine settimana, sulla celeberrima pista di Spa-Francorchamps, sede del Gran Premio del Belgio.

 

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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