Francia. Sotto Macron dilaga la droga (non solo leggera)

Le politiche progressiste del presidente banchiere hanno portato ad un aumento dei consumi

Papa Francesco, il 26 giugno scorso, in occasione della «Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga», istituita dalle Nazioni Unite nel 1987, ha dichiarato in piazza san Pietro che «la droga calpesta la dignità umana», i «trafficanti di droga sono trafficanti di morte» e che – contrariamente ai pregiudizi della sinistra global – se la droga è libera «si consuma di più».

Proprio nello stesso giorno, nel paese ancora guidato dal poco amato Emmanuel Macron, è uscito un importante report intitolato Tendances e curato dall’autorevole «Osservatorio francese delle droghe e delle tendenze additive». Il quale presenta «i primi risultati», a dir poco allarmanti, di una documentata inchiesta sulla «diffusione della droga in Francia». Les niveaux d’usage des drogues illicites en France en 2023 (ofdt.fr)

La particolareggiata ricerca «permette di disporre di dati attualizzati» sui «consumi di sostanze psicoattive all’interno della popolazione francese». L’indagine è stata effettuata durante tutto il 2023 ed ha riguardato «14984 adulti» scelti a campione, su una fascia di età «dai 18 ai 75 anni».

Aumenta il numero di consumatori

Dopo decenni di cultura dello sballo, favorita in mille modi dal progressismo e dal macronismo egemone, ecco che nel 2023, «la percentuale di persone che sperimentano la cannabis ha continuato a crescere» fino al punto che tale percentuale ora «rappresenta più della metà della popolazione francese». L’uso di cannabis poi inizia sempre più presto e sfiora «il 60% delle persone» nella fascia di età compresa tra i 25 e i 44 anni».

Ma per Macron, Jean-Luc Mélanchon e i protagonisti del Nouveau Front Populaire, che si dichiarano favorevoli ad una più grande liberalizzazione, si tratterebbe solo di innocue «droghe leggere». Che però, secondo tutti gli studi finora condotti, costituiscono nel 99% dei casi, il primo passo verso quelle pesanti o meno leggere.

Ed infatti, sempre secondo il report in questione, «il consumo di droghe illecite diverse dalla cannabis», che «si era stabilizzato tra il 2014 e il 2017», registra «un forte aumento nel 2023, indipendentemente dalla sostanza psicoattiva» usata. Si tratta niente di meno che «di un aumento del 50% rispetto al 2017».

A ben vedere, e anche senza essere laureati in psicologia clinica, dopo che si è rotto il tabù psicologico con precoci ed adolescenziali esperienze di droga, fosse pure «leggera», «ludica» e magari «autoprodotta in balcone», sorge facile il desiderio insano di passare ad altro per vivere nuove ebbrezze incoscienti.

L’Osservatorio afferma che «il consumo attuale di cocaina», che nessun chimico al mondo oserebbe mettere tra le «droghe leggere», «tra il 1992 e il 2023» si è quasi «decuplicato, passando dallo 0,3% al 2,7%». Ed è stata usata da poco meno del 3% dei francesi, almeno «una volta negli ultimi 12 mesi», raggiungendo un triste record: «quasi un adulto su dieci ha fatto uso di cocaina in polvere almeno una volta nella vita».

Un adulto su dodici invece «ha fatto uso di Mdma», acronimo che indica l’ecstasy e in generale le droghe sintetiche e psichedeliche, tipiche dei rave party, i quali molto spesso vengono promossi e finanziati dai comuni e dai sindaci dell’Esagono, specie se amministrati da politici di un certo colore. Il consumo di ecstasy, la classica droga di chi cerca paradisi artificiali autoprodotti «è fortemente cresciuto tra il 2017 e il 2023», passando «dal 5% all’8,2». Stesso innalzamento per i «funghi allucinogeni» e per i cosiddetti «poppers», una serie di stupefacenti con proprietà tossiche, che passano «dall’8,7% nel 2017 al 14,9% nel 2023».

La droga è sempre più diffusa e disponibile

Secondo il dossier questi spaventosi aumenti «si verificano in un contesto di crescente disponibilità di droghe, sia in Francia che in Europa» (frutto anche della globalizzazione e del rifiuto di frontiere e controlli) e si fondano su una mentalità egoistica e narcisistica tutt’altro che innocente, improntata al «vietato vietare» e radicalmente opposta a ciò che insegnano gli esperti del settore e tutti gli eroici promotori delle comunità di recupero (San Patrignano, la comunità papa Giovanni XXIII di don Oreste Benzi, etc.).

Ma proprio sotto la presidenza Macron, iniziata nel lontano 2017, si sono diffuse e banalizzate le «Sale di consumo a minor rischio» (Scmr): dei centri, autorizzati dal governo, «che offrono ai tossicodipendenti un ambiente sicuro» in cui «consumare le proprie droghe in condizioni igieniche» e sotto «la supervisione di personale qualificato». La sicurezza di cui si parla però non ha nulla a che vedere con la salute, ma solo con la libertà assoluta di drogarsi, senza che polizia e magistrati possano muovere un dito, neppure probabilmente se si tratta di un minorenne.

La sala di consumo parigina ha aperto le porte nel 2016 e secondo i suoi propri dati ha una frequenza media di «900 utenti» al giorno. Nel 2023, otto associazioni hanno contestato e denunciato queste «salles de shoot», ma il Consiglio di Stato, presieduto da Elisabeth Borne, allora primo ministro di Macron, ha confermato «il proseguimento dell’esperienza». Dagli ospedali per la «dolce morte», altro pallino delle sinistre liberal che piacciono a Elly Schein, ai centri per «drogarsi in santa pace»: speriamo che questa Francia diventi presto nient’altro che un brutto ricordo.

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Fabrizio Cannone

Fabrizio Cannone su Barbadillo.it

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