Giampaolo Merciai, il portiere del Bari che brillò per simpatia e umiltà

Si e' spento un calciatore ligure che ebbe luminosi trascorsi biancorossi dell'allora presidente De Palo

Nato a Savona nel 1947, lo scorso 16 luglio si è spento Giampaolo Merciai, calciatore, ruolo portiere negli anni Settanta.

Atleta serio e sobrio, rispettoso delle scelte dei mister che ha avuto in qualità di allenatori, Merciai, dopo aver esordito sedicenne in Promozione con il Villetta ed essersi cimentato con il Savona, ebbe l’occasione di misurarsi con il grande il calcio, agli inizi degli anni Settanta, quando indossò maglia verde e calzoncini neri per difendere la porta del Bari, squadra di un certo peso che dopo la retrocessione in B del 1970, l’anno successivo, guidata dal grande Lauro Toneatto – che nel 1969 l’aveva condotta in A – tentò la risalita nella massima serie venendo però sconfitta negli spareggi del giugno 1971 da Atalanta e Catanzaro.
Toneatto lasciò il Bari e la guida dei biancorossi fu assunta da Carlo Regalia che, da autentico scopritore di talenti, inondò il Galletto di tanti giovani promesse.
Proprio Merciai approdò a Bari nella stagione 1972-73, in Serie B, alla corte del presidente De Paolo e di mister Regalia ma, purtroppo per lui, nella conquista del posto da titolare, ebbe la strada preclusa da un altro eterno secondo, Giovanni Colombo che, a Bari dal 1967, nelle precedenti annate in biancorosso, era stato riserva del grande Giuseppe Spalazzi.
Fu quello del 1972-73 un campionato scialbo per il Bari classificatosi all’11° posto, un anno amaro per i tifosi che si aspettavano la promozione in A.
Merciai giocò otto partite. Esordì il 22 aprile 1973 in un Novara-Bari terminato 1-0 per i piemontesi, giocando grossomodo la parte finale del campionato.
Eppure uno dei più ardui compiti fu chiamato a svolgerlo, ovviamente con tutta la squadra, il 13 maggio 1973 quando un Bari ormai senza speranze di promozione ospitò il Foggia guidato dall’ex Lauro Toeneatto, che veleggiava verso la A.
Era un appuntamento ghiotto per i biancorossi, soprattutto per la tifoseria barese che non vedeva l’ora di guastare il cammino verso la A dei cugini foggiani.
Quella domenica, un Bari brillante affrontò un Foggia guardingo che riuscì a portare a casa una vittoria importante.
Il tutto grazie ad un goal impossibile del centravanti foggiano Braglia che, al 25° minuto del primo tempo, saltando più in alto del suo marcatore Spimi, colpì di testa un pallone terminato in rete con un Merciai sorpreso dalla traiettoria della sfera nonostante avesse abbozzato un tentativo di parata (goal realizzato nella porta lato curva sud).
Era quel Foggia una macchina di gioco e possesso palla che annoverava tra le sue fila l’ottimo portiere Trentini, i coriacei difensori Valente e Colla, il libero Pirazzini, autentica bandiera dei rossoneri, i centrocampisti Del Neri – in seguito divenuto un ottimo allenatore – e Rognoni, l’ala destra barlettana Pavone approdato all’Inter nel 1975.
Non fu da meno il Bari che tra i veterani Loseto e Spimi annoverava i navigati Consonni e Sigarini, giovani intraprendenti come Butti – finito al Cagliari l’annata successiva – Marcolini, Casarsa, Ardemagni.
Proprio Ardemagni, in quella domenica radiosa per il Foggia, pochi secondi dopo l’inizio dell’incontro mancò un goal a pochi passi dalla porta lasciando sorpreso perfino lo stesso portiere foggiano Trentini.
Mai più si sentì echeggiare nel mitico stadio della Vittoria un urlo fragoroso e compatto uscito dal cuore dei tifosi biancorossi. Un urlo di rancore e di rabbia dal triplice significato:
non aver realizzato il goal del vantaggio, non aver fatto goal ai cugini foggiani in lotta per la A, non aver siglato una rete all’ex Toneatto.
Il secondo anno, 1973-74 vide ancora Merciai in biancorosso, sempre cone secondo portiere.
Con la partenza di Giovanni Colombo, il posto da titolare fu appannaggio del venticinquenne Franco Mancini, un portiere talmente ottimo che nel 1975 debuttò in A con ol Bologna. È scomparso nel settembre 2006 a 57 anni di età.
Fu quella del 1973-74 un’annata sciagurata per il Bari: dopo tredici giornate Regalia venne esonerato per essere sostituito da Luciano Pirazzini che non riuscì ad evitare la C.
L’unica gara disputata da Merciai fu un Bari-Arezzo del 25 novembre 1973, un’altra partita carica di significato perché gli aretini annoveravano fra le propria fila tre ex del Bari fino a pochi anni prima autentici beniamini del tifo biancorosso: Fara, Mujesan e Marmo.
Altra amarezza per i tifosi del Bari fu il goal in apertura di partita dell’ex Mario Fara, che su punizione infilò la porta (curva nord) difesa da Franco Mancini.
Nel secondo tempo Merciai sostituì Mancini. Con tale ed unica presenza, Merciai concluse sul campo la sua avventura in biancorosso. La retrocessione in C provocò una libera uscita generale per molti calciatori compreso Merciai chiamato ad indossare le maglie di Fasano, Teramo, Reggina e Loano dive concluse l’attività agonistica.
Il treno per volare più in alto Merciai lo perse a Bari, ma non fu colpa sua se ebbe la strada preclusa da due portieri di un certo peso.
Resta il fatto che Merciai, ben voluto da tutti, ricordato per la sua simpatia e per la capacità di saper sdrammatizzare, nella sua umiltà è stato testimone e partecipe di un calcio che aveva certo i suoi difetti, ma che sicuramente era più umano e più pulito di quello attuale, faraonico e spendaccione, burbero e stratosfericamente superficiale, privo di idee ed ideali, capace di collezionare solo figuracce.
Merciai pur non frequentando i grandi palcoscenici del calcio, ha sicuramente vinto tanti titoli, morali in primo luogo, perché, non conoscendo cattiveria ed invidia, fu uomo ed atleta innamorato della vita.

Michele Salomone

Michele Salomone su Barbadillo.it

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