“La bicicletta di Bartali” sul circuito del Muro di Israele insegue un’utopia

La vicenda è ambientata negli anni '10 del XXI secolo, quando una prospettiva pacifista era meno inverosimile di oggi. Infatti il film è stato messo in cantiere sei anni fa da Israel Cesare Moscati, nato nel 1951, scomparso del 2019

La bicicletta di Bartali

Gino Bartali era un campione del nostro ciclismo tra anni ’30 e anni ’50. Oggi il suo pubblico è scomparso e con esso la memoria delle sue grandi imprese sportive.

I film e i film tv lo ricordano per eventi solo marginalmente sportivi, in particolare il suo allenarsi tra 1943 e 44 andando e tornando a Firenze da Assisi, come racconta La bicicletta di Bartali, co-produzione italo-irlandese-vietnamita sul fatto che il campione era, su quel tratto, corriere clandestino per il Vaticano di documenti d’identità falsi per gli ebrei fiorentini.
Qui Bartali parla con la voce di Tullio Solenghi ed è solo un comprimario. I personaggi principali sono due adolescenti, uno ebreo e uno arabo, che – partendo da Gerusalemme – si allenano lungo il Muro che isola i Territori Occupati. Diffidenti all’inizio, i due atleti diventano amici, forse più che amici, e vengono emarginati sia dalle rispettive squadre, sia dalle rispettive comunità etniche e religiose.
La vicenda è ambientata negli anni ’10 del XXI secolo, quando una prospettiva pacifista era meno inverosimile di oggi. Infatti il film è stato messo in cantiere sei anni fa da Israel Cesare Moscati, nato nel 1951, scomparso del 2019. Nulla di sbagliato nei suoi principi. Ma il film avrebbe dovuto uscire o molto tempo prima o molto tempo dopo.
La bicicletta di Bartali, film di animazione di Enrico Paolantonio, 80′.

Nicola Caricola

Nicola Caricola su Barbadillo.it

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