Il punto (di G.deTurris). La democrazia apparente tra Ue, Uk e caso autonomia

Democrazia, popolo, maggioranza, volontà popolare. Purtroppo non è così perché tali concetti sono spesso condizionati dalla ideologia sia su un piano globale che su un piano particolare

Alcuni concetti (che in alcuni casi sono considerati  dei valori) si ritengono chiari, fissi, determinati, validi dappertutto sempre e comunque, quasi eterni. La pratica invece ci insegna che questo è un errore, o meglio una pia illusione.

Si pensi a democrazia, popolo, maggioranza, volontà popolare. Purtroppo non è così perché tali concetti sono spesso condizionati dalla ideologia sia su un piano globale che su un piano particolare. Il senso che si dà a “democrazia” in Cina, in Russia o in Corea del Nord è diverso se non opposto a quello che si dà in Occidente. Inoltre, sul piano pratico e contingente un bell’esempio di quanto la ideologia dominante a livello apicale, che nonostante tutto continua ad essere quella progressista, cerca di stravolgere la realtà dei fatti a suo vantaggio attraverso giochi di potere dato che continua a controllare i vertici politici, è dimostrato (nel momento in cui si scrive, metà luglio 2024) da quanto accade in Francia e a livello europeo. I fatti sono una cosa, la loro interpretazione ideologica una cosa diversa che prevale su di essi dimostrando che – appunto – “democrazia” è una pura opinione quando la realtà non fa comodo.

Quanto avvenuto alle elezioni europee di giugno scorso è il penultimo caso che lo dimostra in modo eclatante. La gente, gli elettori,  il popolo, usate il termine che volete, ha votato in modo diverso da cinque anni prima facendo prevalere le forze moderate e di destra, cioè un centrodestra, dando una evidente indicazione di massima che non è di sinistra, non progressista, ma questo non ha portato a significative modifiche di vertice, e ci si è accordati sulla testa della volontà della gente. Il Partito popolare europeo che ha ottenuto più voti non ha voluto capire le indicazioni della base e proprio come la Democrazia  Cristiana di Moro guarda a sinistra. La “maggioranza Ursula” come la vecchia DC. Meglio i socialisti e i liberali (meglio i liberal radical chic) che i conservatori che pure sono il terzo gruppo nel nuovo Parlamento Europeo.

Questo il punto, allora: il popolo, la gente, gli elettori sono la voce della democrazia non in senso assoluto, ma soltanto in senso relativo? Tutto a posto, tutto regolare, quando votano a  sinistra, mentre quando non votano a sinistra sono il popolo bue, idiota e condizionato per cui le sue scelte devono essere emendate dai vertici che per fortuna hanno la testa sulle spalle. In Europa, ma soprattutto in Italia dove ancora si continua a delegittimare l’attuale governo contestandone proprio la legittimità di rappresentare la nazione nonostante che ripetuti e diversi sondaggi indicano una percentuale stabile di consensi a Fratelli d’Italia e al centrodestra nel complesso, pur in attesa di “prosciugare le pozzanghere fasciste” come auspicato da un’autorevolissima figura rampante che si muove per diventare il nuovo ministro della Cultura.

L’opposizione fa il suo mestiere ma promuovere una raccolta di firme contro la legge sulla autonomia differenziata sembra una assurdità se il capo dello Stato l’ha firmata senza rilevarne profili di incostituzionalità. Ma ci si deve muovere a priori contro il governo in none di una “unità d’Italia” che, insieme al tricolore sventolato con ostentazione, è sempre stata la minore delle preoccupazioni della Sinistra, fino a oggi, quando il popolo ha scelto in legittime elezioni l’attuale governo. Ora la maggioranza non vale più. Insomma, come detto, democrazia, popolo, maggioranza hanno valore e senso soltanto quando mandano al potere la Sinistra. Al contrario si deve far di tutto per ostacolarlo.

E’ preoccupante che questo modo di pensare e agire vada allargandosi e contagi anche altre nazioni che hanno subito il terremoto delle elezioni europee  come la Francia dove l’avanzata della destra di Marine Le Pen è stato travolgente ed il presidente Macron, confidando in un ripensamento degli elettori a livelli interno, ha indetto nuove elezioni generali nell’arco di un mese. Un azzardo calcolato  che ha portato alle urne, con la paura del “fascismo alle porte” un numero impressionante di francesi specie al secondo turno e che con l’idea della desistenza ha fatto inaspettatamente vincere il resuscitato Fronte Popolare di una sinistra assai eterogenea, ravvivato il partito centrista del presidente ma non ha messo all’angolo la Le Pen, con  una Assemblea Nazionale di difficile governabilità. Se la Destra prevale è a priori un pericolo per la democrazia anche se vince con libere elezioni e si devono trovare, come detto,  tutti i marchingegni possibili per ostacolarla.

Le contemporanee elezioni in Gran Bretagna  con la netta vittoria dei laburisti (ormai molto centristi) confermano quanto sin qui detto: se il “popolo” vota a sinistra è bravo, colto, maturo, emancipato, da elogiare, tutto a posto, tutto normale; se vota a destra è brutto, cattivo, ignorante, condizionato, le elezioni sono contestabili, si temono disordini e proteste dei “centri sociali” et similia, si deve tentare qualunque cosa sino a riesumare il Fronte Popolare per imbrigliarla perché la Destra è per principio sempre uguale a eversione se non a fascismo anche, e forse soprattutto, se  – sottolineamolo ancora – arriva al potere grazie a libere elezioni. 

Appunto: la democrazia è solo una opinione, un concetto relativo a seconda di come fa comodo e vale solo se conviene a chi ritiene di incarnarla per principio sempre e comunque: la Sinistra. Se il popolo vota a destra ci si deve preoccupare. Evviva gli inglesi, abbasso i francesi (e gli italiani)!

Gianfranco de Turris

Gianfranco de Turris su Barbadillo.it

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