F1. In Azerbaigian vince Piastri, McLaren ora punta in alto

Battuto Leclerc, il caso dell'incidente Sainz-Perez gli spiana la strada verso la vittoria

Baku ospita il Gran Premio dell’Azerbaigian, il diciassettesimo nella stagione 2024 della Formula 1.

La capitale dello Stato azero, sulle rive del Mar Caspio – oltre ad essere uno dei principali pilastri dell’industria petrolifera globale – risalta grazie all’originale tracciato cittadino ricavato tra le sue vie.

Una pista non permanente di 6003 metri, con 20 curve, due zone DRS, divisa tra una prima parte velocissima e una seconda – intorno alla città vecchia – più lenta, stretta e guidata.

La Pirelli ha scelto le mescole più morbide del lotto, le C5 (Soft), le C4 (Medium) e le C3 (Hard).

 

Le prove libere

La grande novità del fine settimana azero è stato il ritorno di Oliver Bearman: settimo con la Ferrari in Arabia Saudita, all’esordio, il britannico è stato chiamato in Haas, al posto dello squalificato Kevin Magnussen.

Le libere, tutte molto frammentate, piene di contatti e di interruzioni, sono comunque servite per studiare l’evoluzione del tracciato, vista la naturale poca aderenza dell’asfalto.

Il venerdì, nelle FP1, il primo posto l’ha raggiunto Max Verstappen, in 1’45”546 (Soft), nettamente ritoccato da Charles Leclerc nelle FP2, fino all’1’43”484.

Sabato, le FP3 hanno visto il primato di George Russell, in 1’42”514 (Soft).

 

Le qualifiche

Le qualifiche cominciano con la prima posizione di Leclerc nella Q1, in 1’42”775 (Soft) ma anche con risultato importante: Lando Norris, infatti, non è andato oltre il diciassettesimo posto, fuori già nella Q1.

Il rispetto della bandiera gialla (sventolata in curva 15 per il rallentamento di Esteban Ocon) ha costretto il britannico ad alzare il piede, proprio nel corso dell’ultimo passaggio personale.

Di Verstappen, il giro più veloce nella Q2, avendo l’olandese fermato il cronometro sull’1’42”042 (Soft).

Leclerc, però, si dimostra di un altro livello: nella decisiva Q3, il pilota della Ferrari completa il run iniziale in 1’41”610, ottenendo il primato provvisorio.

Dopodiché, nel tentativo successivo, il monegasco valorizza margine e con il riferimento di 1’41”365 ottiene la pole position, la sua quarta consecutiva a Baku, davanti a Oscar Piastri e Carlos Sainz.

Alle spalle dello spagnolo, Sergio Perez, Russell, Verstappen, Lewis Hamilton, Fernando Alonso e le due Williams di Franco Colapinto e Alexander Albon; undicesimo, Oliver Berman.

 

La Gara

Zhou Guanyu (diciannovesimo sabato) è costretto alle retrovie per aver sostituito batteria e centralina.

Dopo le qualifiche, inoltre, Pierre Gasly (tredicesimo) è stato squalificato per un flusso eccessivo di carburante sulla sua vettura, scendendo ultimo.

Hamilton (cambio del motore termico) e Ocon (sostituzione di elementi dell’unità motrice), invece, partono dalla corsia dei box; conseguentemente, la gara di Norris comincia dalla quindicesima posizione.

Per le gomme dello stint iniziale, la scelta maggiormente condivisa è quella delle medie; Albon, Daniel Ricciardo, Norris, Zhou, Gasly e Ocon vanno sulle dure.

Allo spegnimento dei semafori, Leclerc protegge il primato da Piastri, mentre in curva 2 Perez ha ragione di Sainz e Verstappen di Russell, entrambi all’interno dei rispettivi competitori.

Scatenato Lando Norris – abile a districarsi tra i duelli sui lunghi rettilinei azeri – che all’inizio del secondo giro ha già raggiunto la dodicesima posizione; al giro 3, in curva 2, il pilota della McLaren si è portato undicesimo, passando Yuki Tsunoda.

In testa, inizialmente, il ritmo è di sette secondi più lento rispetto alle qualifiche, tanta la necessità di gestire le gomme, per altro su un asfalto abbastanza sporco.

Piastri, comunque, s’impegna per non far scappare Leclerc e comincia a mettergli leggermente pressione, ma il monegasco non si scompone e, da parte sua, abbassa i propri tempi, fino al minuto 47” e sei.

Intanto, in pieno rettilineo – all’inizio del passaggio numero 8 – Noris sopravanza Bearman ed entra in zona punti, decimo.

Alla fine del decimo passaggio, Colapinto è ai box per le Hard; la sosta dell’alfiere della Williams ne ha anticipate diverse altre, fino ad arrivare ai vertici.

A conclusione del passaggio 12, tocca a Verstappen, Russell e Hamilton, con Perez che si ferma (per le Hard) al termine del successivo.

Il messicano rientra sesto, dietro al non ancora fermatosi Norris.

In pista, viste le differenti mescole, non si contano gli scambi di posizione, come quello di Perez nei confronti del britannico della McLaren, proprio in corrispondenza della fermata di Oscar Piastri.

L’australiano effettua il suo pit stop al termine della tornata 15, imitato da Leclerc il giro dopo e da Sainz alla fine del 17.

La classifica prodotta dalla girandola dei cambi-gomme recita ancora Leclerc e Piastri ai vertici, pur con un margine ridotto, visto che la fermata ‘anticipata’ ha dato slancio alla McLaren.

Nel drappello di testa presenziano pure Albon e Norris – sulle dure del via – avendo scelto di allungare massimamente la prima parte del loro Gran Premio.

Alla tornata 20, il pilota della Ferrari si ritrova sotto attacco di Piastri, che lo sorpassa all’interno della prima curva, quasi sorprendendolo al momento di impostare la frenata.

L’evoluzione della pista e l’aumento dell’aderenza condizionano il funzionamento degli pneumatici.

Al giro 23, ancora prima della staccata della prima curva, Sainz costringe Norris al sesto posto.

All’inizio del giro 24, Sainz è quarto su Albon e quasi contestualmente Verstappen, già in difficoltà con la gestione dei freni, si fa vedere da Norris, salvo poi plafonarsi per diverse tornate nel suo retrotreno.

Di fatto, la corsa dell’olandese si ferma lì.

Tutto l’inverso di quella di Leclerc, che – al ventinovesimo passaggio – si riporta nella scia di Piastri, provando ad attaccare all’esterno.

Compreso il momento delicato, l’australiano torna a limare qualche decimo ma il confronto resta serrato; tra l’altro, l’ottima resa delle dure di Albon (si fermerà alla fine del giro 31, per le medie) e Norris consente loro di legittimare il prolungamento dello stint.

Verstappen è sotto scacco di Russell, mentre al giro 33 si rinfiamma il duello tra Piastri e Leclerc, col monegasco intenzionato ad indurre all’errore l’australiano.

Al passaggio numero 34, Russell scavalca Verstappen e sale sesto.

Norris si ferma per le medie al termine del giro 37, preparandosi ad un finale tutto in rimonta, dalla settima posizione in cui ha ripreso la pista.

Il cronometro gli dà ragione, nella misura in cui abbassa presto di due secondi i riferimenti, costruendo il recupero che gli farà riprendere Verstappen: il sorpasso arriva al giro 49, salendo il britannico virtualmente sesto.

Davanti, la volontà di restare nella scia di Piastri, ha consumato le gomme posteriori di Leclerc, che infatti, oltre a desistere, è divenuto al centro del mirino di Perez

È il giro 50, il penultimo: Perez ci prova all’esterno del monegasco, che allunga la frenata in curva 1 e lo rintuzza.

Rispetto alla Red Bull s’infila così Sainz il quale, a sua volta, si sposta di slancio all’esterno del compagno, in curva 2, optando poi per riaccodarglisi nell’arco di pochi metri.

Tuttavia, usciti dalla curva con Sainz più avanti di Perez – sull’allungo successivo – in accelerazione lo spagnolo e il messicano si agganciano, finendo la loro corsa contro le barriere di protezione.

Il Gran Premio termina in regime di neutralizzazione virtuale e così, al termine dei 51 giri in programma, la bandiera a scacchi saluta la seconda vittoria in Formula 1 di Oscar Piastri.

Con lui, sul podio, Leclerc e Russell, terzo grazie alla confusione finale.

L’incidente tra Perez e Sainz ha consentito a Norris di arrivare quarto, poi Verstappen, Alonso, Albon, Colapinto (a punti tutte entrambe le Williams), Hamilton e Oliver Bearman.

Lando Norris è stato l’autore del giro più veloce, con annesso punto bonus, siglato in 1’45”255 alla fine della tornata numero 42.

Il prossimo appuntamento, tra una settimana, poterà la Formula 1 nell’Asia Sud-Est, per il Gran Premio di Singapore.

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

Exit mobile version