Ragusa favola&teatro

Il Festival “Ragusa dietro il sipario” è arrivato alla terza edizione. Il tema è il senso del divino, con un occhio al Giubileo del 2025. Tra gli ospiti Marcello Veneziani, Gabriele Vacis e Giordano Bruno Guerr


La parola di Dio tutto risana, si legge nella Bibbia. I corpi e le anime, ovviamente. La parola, per la Chiesa, risuona meglio se la metti dentro un’immagine: dall’arte figurativa alle feste religiose, alle prediche alle sacre rappresentazioni. Perché il Teatro questo fa: dà immagine alla parola, confondendo felicemente vita e scena. Con questa visione dal 25 settembre al 5 ottobre a Ragusa in Sicilia artisti, studiosi e camminatori si daranno appuntamento per parlare del divino. Quali motivazioni danno senso alla nostra esistenza? E’ la domanda che proietterà, nelle parole di Vicky Di Quattro, direttore artistico di  Ragusa dietro il sipario”, il festival nel Giubileo 2025.

Nella terza edizione del nostro Festival, vogliano essere tappa di avvicinamento al Giubileo, il cui tema sarà pellegrini di speranza. Questo ci ha offerto lo spunto per unire il concetto di pellegrinaggio e di peripateia, questo per rendere omaggio alle nostre radici

Magna Grecia e Cristianesimo percorreranno con le gambe di un pubblico, invitato letteralmente a seguire il teatro, i quattro punti cardinali della città per esplorare luoghi dentro e fuori di sé, al seguito di attori della sezione “Teatro in movimento”. Ecco che il connubio città e teatro resta sempre al centro della visioni di Vicky e Costanza Di Quattro, quest’ultima anche autrice di romanzi di successo, drammaturgo e volto Rai. Le sorelle hanno ereditato dalla famiglia il piccolo teatro del Palazzo di Donnafugata. Solo cento posti (vi si accede dal cortile interno e si scende giù fino a farsi cuore del palazzo) che si moltiplicano in bellezza e intensità, visione e cura del cartellone che ogni anno accoglie gli spettatori e artisti. “Invitiamo gli spettatori ad avere riguardo, nella duplice accezione: avere occhi nuovi per guardare ciò che ci circonda e di averne cura. Camminare permette di guardare dentro se stessi, prima di ogni cosa”, continua Vicky Di Quattro. Camminare, dunque, dentro la natura al netto di ecologismi e in cerca di una spiritualità fatta per l’uomo tutto, nel corpo e nell’anima. Riguardo” è parola del vocabolario di Vicky Di Quattro che ha di suo la capacità di guardare con occhi nuovi sempre la propria città in una visione di valorizzazione del territorio che applica la più semplice delle regole: la cultura crea sviluppo. Economico, etico, estetico.

Ecco, allora, arrivare a Ragusa il regista e documentarista Gabriele Vacis, Laura Morante, Franco Arminio, Padre Guidalberto Bormolini, religioso, scrittore e tanatologo, Giordano Bruno Guerri, Marcello Veneziani, la grecista Monica Centanni, Dario Vergassola. E ancora l’archeologo direttore Coordinatore del Ministero Beni Culturali Pierfranco Bruni, lo scrittore Giovanni Ventimiglia, lo storico dell’arte giapponese Paolo Linetti, i registi Manuel Giliberti e Daniele Salvo, la Compagnia PoEM – Potenziali Evocati Multimediali, Fulvia Toscano direttrice artistica NaxosLegge. Nessuno fu musico, mistico e ironico, più di Franco Battiato, che per molto tempo ebbe nel territorio di Ragusa uno dei suoi rifugi pieni di amici. Al Battiato mistico è dedicata la sezione con Angelo Privitera al pianoforte, Fabio Cinti voce e il Nuovo Quartetto Italiano (Alessandro Simoncini, violino; Luigi Mazza, violino; Demetrio Comuzzi, viola; Marco Ferri, violoncello). La parola scritta è quella su cui si muoverà la Summer School di scrittura per il teatro diretta da Claudio Fava

A Eleonora Duse è dedicata la sezione Donne di scena”. In esclusiva per il festival spettacolo itinerante “La Fedra mancata” con la regia di Daniele Salvo. Fedra ovvero il mito dell’aspirazione alla purezza, alla dimensione pura di una convivenza del divino.

Quello che avrà da offrire il Festival si potrà ammirare tra qualche giorno. Ciò di cui ora si ha la certezza è la scommessa vincente di convogliare in un territorio l’interesse di Ministero della Cultura, Regione Sicilia ed enti pubblici e privati, di aprire al rete delle collaborazioni, una per tutte con la Fondazione Inda.

Per far questo ci vuole visione. Che non può essere sempre quella divina. A volte basta quella umana, che è fatta di tenacia, volontà e dalla consapevolezza che esiste un segno del divino che è l’arte.

Daniela Sessa

Daniela Sessa su Barbadillo.it

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