Brigitte Bardot, l’unico mito che rimane del ‘900 detto “douce France” 

Breve matrimonio, carriera cinematografica chiusa a 40 anni di sua volontà, poi mezzo secolo per proteggere gli animali

Brigitte Bardot

Quasi ogni attrice, ormai, si presenta su Wikipedia anche come attivista. Una sola attrice è veramente attivista da mezzo secolo, senza cioè avere copiato le altre: Brigitte Bardot. Lei amava gli animali fin da bambina. Quando è stata adulta, è diventata più importante e ricca di quanto fosse alla nascita, avvenuta nel XVI arrondissement di Parigi, municipalità costosa per viverci anche nel 1934, anno memorabile anche per l’Italia, che alla Francia (e alla Gran Bretagna) chiedeva di occupare l’Abissinia per chiudere la questione dei compensi della Grande Guerra.

Brigitte Bardot, dunque, attraversa il ‘900, avendo imparato nelle classi elementari l’inno nazional-cattolico, che implorava: “Sauvez, sauvez la France / au nom du Sacré Coeur…”; e anche un altro inno, soltanto politico: “Maréchal, nous voilà...”. Si invocavano rispettivamente Cristo e Pétain come baluardi della Francia occupata.
Charles de Gaulle – che era esule a Londra quando Brigitte era sui banchi di scuola a Parigi – qui tornò il 25 agosto 1944 e abolì quegli inni. Un mese dopo che le  truppe tedesche avevano lasciato la capitale, Brigitte compiva 10 anni. Oggi, a 90 anni, Brigitte Bardot incarna da mezzo secolo una certa idea della Francia più che l’ombra del Generale.
La retorica post-bellica dell’Eliseo non è mai stata congeniale alla Bardot. Lo si sa dal 1959 di Babette [alias Brigitte] va alla guerra di Christian-Jaque, satira sulla Resistenza. E ancora adesso, saputo che Macron meditava per lei un funerale agli Invalides, Brigitte ha optato per riposare tra le sue pecore, nella villa Madrague di St. Tropez, non nella perpetua contiguità di Jean Moulin.
Dagli anni ’50 ai ’70, quelli della carriera, Brigitte Bardot ha brillato sia tra attrici più brave e meno giovani (Jeanne Moreau, Annie Girardot), sia meno brave e più giovani e belle (Brigitte Fossey, Anny Duperey). A fare il divario erano brio, simpatia, sfrontatezza. Insomma, il carattere, che poi coincide col destino.

Gli amori

Gli aneddoti su Brigitte Bardot sono quasi tanti quante le relazioni che le si sono attribuite.
Tiro al piccione

Alcuni italiani, fieri di averla avuta tra le braccia, ne hanno fatto un trofeo. Uno ci ha tenacemente costruito la propria fama. Più discrete sono state le italiane e le francesi.

Meno portata alla nozze seriali che Elizabeth Taylor, Brigitte Bardot ha sposato solo Jacques Charrier: ne era moglie – e madre del loro figlio, non proprio desideratissimo – quando lui stava girando come protagonista, nel ruolo di un militare fascista repubblicano. sul Lago Maggiore Tiro al piccione di Giuliano Montaldo (1961), tratto dal romanzo autobiografico di Giose Rimanelli (Einaudi).

Le idee politiche

Conservatrice nelle opinioni, esposta agli inconvenienti derivanti dalla fama, Brigitte Bardot non si era piegata nel 1961 – a 27 anni – all’Oas, contraria all’indipendenza algerina, che le minò la porta di casa per reclamare denaro; né si è piegata al conformismo, quando si mormorava che lei simpatizzasse per Jean-Marie Le Pen.

L’attenzione per gli animali

La causa animalista, per altri fonte di popolarità, per Brigitte è diventata fonte di antipatie, visto che la tipica forma di macellazione prevista da religioni orientali, non le va a genio. Nell’estate 1999 la sua incursione, una domenica, a Gorizia, per verificare le tremende condizioni dei trasporti transfrontalieri di animali, ha fatto capire anche in Italia che la sua era una milizia, non una recita.
Molti anni dopo, quando l’ho intervistata, ha lei ha premesso che avrebbe risposto solo sugli animali. Col tempo la bellezza non svanisce, se il fascino, che è anche coerenza – l’accompagna.

Eric Cantona

Eric Cantona su Barbadillo.it

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