Arriva la traduzione italiana de “L’acqua fresca” di Drieu

Lo scrittore: "Se i miei personaggi dicono cose sgradevoli, non lo fanno per trarne piacere o per sollevarsi da un peso, bensì perché percepiscono di essere influenzati da idee false e desiderano porvi fine non appena queste si manifestano"

Drieu

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La copertina di “L’acqua fresca” di Drieu per Aspis

Pubblichiamo l’introduzione che lo scrittore francese Pierre Drieu La Rochelle firmò come presentazione-introduzione della sua opera teatrale “L’acqua fresca”, ora pubblicata in italiano da Aspis, e acquistabile qui direttamente dalla casa editrice. E’ un documento importante per approfondire il talento di un autore anticonformista tra le due guerre. (Gerardo Adami)


È difficile che il pubblico di un’opera teatrale, al termine della rappresentazione, si ritrovi con opinioni ed emozioni concordanti, forse più di quanto accada con la pubblicazione di un romanzo.

Ad esempio, spesso si potrà osservare che le persone tendono ad esagerare la loro soddisfazione quando un’opera si avvia verso il successo.

Al contrario, in caso di insuccesso, ci si lamenta, a parole, sul piacere relativo che si può aver provato.

Nel caso de “L’Eau fraîche”, ci troviamo di fronte a un’opera che è stata oggetto di discussione e che continua a esserlo, rimanendo in bilico tra un destino più oscuro e uno più luminoso. Ha attirato un pubblico consapevole e appassionato, tuttavia, i giudizi di questo pubblico erano palesemente divisi e non sono confluiti a formare il consenso del “grande pubblico”. In contesti simili, molte persone mantengono una posizione neutrale, oscillando costantemente tra l’approvazione e la disapprovazione. Tuttavia, emergono giudizi parziali su determinate qualità o difetti dell’opera che, per la maggior parte delle persone, finiscono per caratterizzare il loro giudizio complessivo.

Per esempio, per quanto riguarda “L’Eau fraîche”, vi è stato un consenso quasi unanime sul fatto che i personaggi parlino eccessivamente, in modo troppo preciso e diretto.

Devo confessare che era mia intenzione che fosse così. O, per essere più preciso, non volevo che i personaggi parlassero in modo eccessivo, ma che, comunque, esprimessero in modo molto preciso e completo ciò che provavano…

Desideravo che i personaggi assomigliassero ai nostri contemporanei, poiché per me è essenziale raccontare il mio tempo così com’è, non idealizzandolo.

Al giorno d’oggi, molte persone hanno un’opinione molto cruda e amara della propria condotta. Sono in grado di cogliere chiaramente i riferimenti più oscuri e complessi.

Ho voluto mettere in evidenza questo stato d’animo. Non sorprende che gli interessati siano sconcertati da questa situazione. Tuttavia, se decideranno di seguirmi di nuovo, potranno comprendere che questo approccio aperto è sano e proficuo. Perché se i miei personaggi dicono cose sgradevoli, non lo fanno per trarne piacere o per sollevarsi da un peso, bensì perché percepiscono di essere influenzati da idee false e desiderano porvi fine non appena queste si manifestano.

Se Catherine non esprimesse brutalmente il suo desiderio a Jérôme, non potrebbe cogliere la contraddizione tra la vitalità espressa nel suo desiderio e la mediocrità della situazione, convenzionale e superata, in cui si trova, ovvero il matrimonio di convenienza, basato sul suo falso preconcetto del denaro.

Questi momenti di sfogo sono molto utili per il benessere pubblico.

Pierre Drieu la Rochelle,

15 giugno 1931

Pierre Drieu La Rochelle

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