Identitaria. Addio al patriota Chicco Mastellone. Il ricordo dei suoi “fratelli”

"Storico birbante dal cuore grande, sarcastico, infaticabile, generoso, indistruttibile, paracadutista, coraggioso e gioioso militante del Fronte della Gioventù di Via Sommacampagna 29. Sempre al servizio dell’idea e pronto a spendersi per ogni causa"

Chicco Mastelloni, Fdg Roma

E’ andato avanti Chicco Mastellone, lassu’ nella Contea, storico militante della destra romana., tra Sommacampagna, la Trieste, i tanti campi e il Tom Bombadil…

Sempre presente dove l’idea richiedeva impegno, sacrificio, lontano dai riflettori. E’ un pezzo di quella comunità laboriosa, coraggiosa, che ha consentito di superare gli ostacoli e gli ostracismi degli orchetti di sempre. Qui pubblichiamo i ricordi dei suoi fratelli. Da lassù Chicco indica una rotta di impegno e generosità. Da non dimenticare (gerardo adami)

 

Il saluto di Ferdinando Parisella

“In questo maledetto ultimo periodo, è venuto da me a Trevignano Romano tante volte. Anche con le figlie. Spavaldo e mai domo. E anche prima dell’estate, diceva: “A Fè, ecchedevofà? Ce tocca”. E poi risate…con quel tono che, come dicevo ieri sera, mi rimbomba nella testa.
Ti saluto come piace a te, a me, a tutti noi. Presente…”.

Il ricordo di Giuseppe Iellamo

“No, non voglio ricordarmi di Chicco in cima al Colosseo – con Carlo dell’”Aurelio” e Maurizietto della “Flaminio” – mentre tendono lo striscione invitando gli Yankees a tornarsene a casa; né quando Andrea Augello selezionava i “volontari” che con lui e me – Rigoletto, Svizzero, Spaccalegna della “Colle Oppio”, tolto Tonino appena liberato dalla Casa circondariale di Velletri, e altri pochissimi… – ci saremmo dovuti “arruolare” col Fronte di liberazione eritreo nel nome dell’indipendenza dei popoli sovrani.
No, non voglio ricordarmi Chicco così.
Voglio conservarmelo, nel profondo dei miei occhi, addolorato per una storia d’amore finita; preoccupato del lavoro che non c’era o dell’Agenzia dell’Entrate o del futuro delle sue meravigliose figlie.
Voglio ricordarmelo – giù, in fondo, dove nulla e nessuno ci potranno disturbare – con tutta l’amarezza per quel che sarebbe potuto essere di noi e, poi, invece, non era stato affatto.
Voglio rivedermelo a Scandriglia, davanti al fuoco, mentre ridendo cucina per tutti indipendentemente dal reciproco credo politico o con gli occhi che brillano quando sognavamo, come ragazzini, de Il Signore degli anelli, vicini a quella Contea che s’intravedeva dietro al ruscello che scorre lì gelato.
Voglio rivedermelo quando, messo da parte l’abituale sarcasmo, mi regala l’ampolla con la sabbia di El Alamein che, ora, fisso come se mi potesse aiutare. Ma non ci sono Anelli del potere e non c’è alcuna magia a salvarmi: c’è solo freddo e una pioggia che precipita, lava e porta via lasciando dietro dolore.
Ma c’è anche la certezza che quel Dio che ci ha conosciuti – tutti – ancor prima d’esser noi formati, stia ora leggendo il cuore puro, coraggioso e indomito del mio fratello, sorridendogli di nascosto.
E questa è una certezza più forte del dolore.
Dormi, vola, riposa, carissimo Chicco, muore anche il mare.
Proprio come cantò – anche per te, me e qualcun altro – Federico Garcìa Lorca”.

Il ricordo di Fabio Rampelli

“Ieri è andato oltre uno dei ragazzacci cui si deve il ben di Dio di cui siamo beneficiari: Chicco.
Storico birbante dal cuore grande, sarcastico, infaticabile, generoso, indistruttibile, paracadutista, coraggioso e gioioso militante del Fronte della Gioventù di Via Sommacampagna 29. Sempre al servizio dell’idea e pronto a spendersi per ogni causa. Le sue imprese sono tante e tali che descriverle è impossibile, ma occorre che ciascuno memorizzi bene che il nostro mondo non inizia oggi, tantomeno è cominciato nel glorioso settembre del 2022 e non si compone delle nostre attuali belle e paffute immagini… Viene da lontano e si fonda su coloro che hanno dato tutto se stessi senza ricevere e senza chiedere nulla in cambio. Non sono fondamentali i loro nomi, né lo sono le loro idee, sono importanti l’esempio di lotta che hanno dato e danno, la tenacia, l’altruismo, la consapevolezza, l’indisponibilità a lasciarsi corrompere che erano e sono necessari alla causa comune ovunque siano collocati. Perché si può cambiare l’Italia se si riaccendono i cuori e si costruisce una nuova coscienza popolare. Per questo dirigenti ed eletti sono utili, siamo utili, ma non faremo mai la differenza. Vinciamo se sapremo trasferire amore fuori di noi, contaminare chi non fa politica con la cultura del dono disinteressato. Di coloro che operano per avere qualcosa indietro è piena l’Italia, è pieno il mondo. Per una magia della storia da cui proveniamo che si rinnova – con un po’ di fatica – fanno parte del nostro percorso tanti epigoni che rappresentano questa possibilità. Uno stile di vita, non un programma.
Ciao Chicco, puoi godere ora del grande riposo. Nell’altrove non ci sono orchetti, dunque non dovrai più rincorrerli né saranno loro costretti a darsela a gambe levate.
Un’aquila è nel cielo sopra noi”.

Ne scrive Gabriele Marconi

Cieli blu, Chicco.
(…) Dentro mi ero ritrovato in un locale tutto arredato con panche e tavoli di legno, di bel legno. Sui muri correvano, combattevano e cantavano i personaggi del Signore degli Anelli, sui quali spiccava un Tom enorme in fondo alla sala, con il suo boccale alzato e la famosa filastrocca: «Suona un dong / canta ancor / salice bal billo / Tom Bom, bel Tom / Tom Bombadillo!».
E poi avevo visto loro due…
Chicco e Diego stavano coglionandosi come vent’anni prima, solo che adesso, invece della strategia per andare a volantinare davanti a qualche scuola “difficile”, litigavano sulla disposizione dei tavoli nella birreria. Avevano un po’ (Diego un bel po’) di chili in più, ma lo facevano allo stesso modo.
«Non ci credo: pure voi col pizzetto, ma è una malattia!» avevo esclamato. Si erano voltati, guardandomi con un sorriso indeciso che spuntava dallo stesso pizzo che, da quando ero tornato in Italia, avevo notato sulla stragrande maggioranza della gente che m’era capitato di incrociare per la strada (gente di sesso maschile, chiaro). Non riconoscendomi, Chicco aveva messo su il ghigno del tipo “e sto rompicazzo che s’è perso?”. (…)

Il ricordo di Francesco Biava

Quante “mascalzonate” insieme amico mio, quanto abbiamo riso, senza mai prenderci troppo sul serio, vivendo giorni e notti di passione politica con un secchio pieno di colla o con una chitarra. “Spezzato” più volte dalla vita, mai piegato. La settimana scorsa in ospedale Giulio mi ha detto una frase che mi ha molto colpito “ho sempre pensato che Chicco fosse immortale”, ora che non ci sei più ne comprendo il significato, di uno spirito indomito che neanche la morte può sconfiggere. Allora ci ritroveremo ancora intorno ad un fuoco a ridere e a cantare Piccolo Attila. Nel frattempo Cieli Blu fratello mio.

Luca Malcotti

Ciao CHICCO

Noi pochi, felici pochi,
Noi manipolo di fratelli!”

I camerati della Folgore

Il Caporale Paracadutista Maurizio Mastellone, per tutti “Chicco” ha effettuato il suo ultimo lancio. Da guerriero quale è, ha affrontato la battaglia della malattia con estremo coraggio e serenità. Quanti di noi hanno avuto la fortuna di condividere con lui moltissime attività, non potranno dimenticarlo. Il suo abbraccio è per tutti noi. Lui ora starà facendo baldoria con altri nostri Camerati in quell’angolo di cielo riservato a tutti noi. Ciao “Vampiro”
FOLGORE
Per chi volesse salutare “Chicco” l’appuntamento è per
Domenica 06 Ottobre ore 11:00
CASTRVM LEGIONIS – Via Clarice Tartufari, 2 – 02128 – Castel di Decima”

G.A.

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