La lettera. La necessità del ritorno dei giovani alla politica

In questi anni la politica è scesa di livello, si fa poca attività politica e molta propaganda e si parla solo per slogan

La giovane politica evento Unimarconi

Il primo di ottobre ho partecipato come spettatore a un evento organizzato presso l’Aula Magna dell’Università Telematica Unimarconi.
Chi vi scrive è oggi un old boy che ha superato gli anta, che ha fatto politica anche lui e che nella sua gioventu’ ha vissuto momenti storici e politici epocali come la Caduta del Muro di Berlino, la fine del Comunismo e quindi la fine della Cortina di Ferro che dal secondo dopoguerra aveva diviso l’Europa, la Guerra del Golfo, la Guerra Civile in Jugoslavia con la nascita di nuovi stati come la Slovenia, la Croazia, la Bosnia Erzegovina e in Italia visse il fenomeno di Tangentopoli che portò alla dissoluzione dei partiti che avevano guidato questo paese dalla fine della guerra ad oggi, ha vissuto la stagione delle stragi di Mafia con la morte di Falcone e Borsellino e anche di Don Pino Puglisi che nel Sud Italia e soprattutto in Sicilia avevano rappresentato un faro di legalità e di speranza per tutti i siciliani onesti, ha vissuto la discesa in campo di Berlusconi e quindi anche di un nuovo modo di fare politica e fu presente a Fiuggi quando Gianfranco Fini inaugurò la svolta di Alleanza Nazionale sancendo il passaggio del Movimento Sociale Italiano Destra Nazionale, un partito fino a quel momento considerato eversivo e fuori dall’Arco Costituzionale in un partito di centrodestra conservatore e liberale di ispirazione gollista.
La serata è stata costellata di interventi importanti come quello del giornalista Andrea Pancani, vicedirettore del Telegiornale di La7 e conduttore della trasmissione Coffee Break, di Nicola Drago presidente del movimento Io Cambio e CEO di De Agostini Editore e successivamente dei giovani con incarichi apicali nei 9 partiti di maggioranza e opposizione dell’attuale panorama politico italiano come Jacopo Gasparetti del Movimento 5 Stelle, Luca Boccoli di Alleanza Verdi Sinistra, Tommaso Sasso dei Giovani Democratici (PD), Luca Di Egidio di Italia Viva, Simone Leoni di Forza Italia, Matteo Hallissey dei Radicali Italiani che ha dato poi la parola una giovane militante dei radicali, Eleonora Lavelli di Azione, Federico Ferrai della Lega e infine di Simone Forte di Fratelli d’Italia.
Mi è capitato in passato di partecipare ad eventi politici che coinvolgono i giovani come per esempio Atreju, si tratta però di eventi organizzati dal partito di appartenenza dove vengono chiamati anche esponenti di altri partiti come per esempio Bertinotti, Conte, Letta o Renzi, ma alla fine resta pur sempre un evento organizzato dal proprio partito di appartenenza. La differenza è stata di essere riusciti a mettere in una aula magna universitaria i giovani di formazioni politiche molto diverse tra di loro a parlare in modo civile su come coinvolgere i giovani in politica affinchè un domani loro possano subentrare alla guida della Nazione.
Purtroppo siamo spesso abituati ad assistere a dibattiti politici infuocati in televisione in cui nessuno si assume la responsabilità quando per esempio una regione d’Italia viene colpita da una inondazione a distanza di poco meno di un anno e di fronte ai cittadini di quella regione anziché dire cosa faranno si rimpallano le responsabilità parlandosi sopra, quando con due guerre una alle porte dell’Europa e l’altra a pochi chilometri dalle coste italiane nessuno è in grado di portare avanti un negoziato di pace ma addirittura prende posizione per uno schieramento o per l’altro come se fosse una partita di calcio.
Da Tangentopoli ad oggi la politica italiana è molto cambiata, è cambiato il modo di fare politica, è cambiato anche il modo di comunicare perché sono aumentati i medium della comunicazione e questo significa che oggi in politica l’informazione, la comunicazione e i media implicano una maggiore responsabilità da parte della politica e quindi anche una maggiore partecipazione dei giovani maggiormente abituati all’uso di internet, dei social e di tutti i vari device.
Altro punto importante è l’occupazione di incarichi, di comparti sia nella gestione della cosa pubblica sia all’interno dei partiti politici di dirigenti politici avanti negli anni.
E’ importante in politica che chi ha un’età a un certo punto è giusto che “schiodi” da un posto che occupa.
Andrea Pancani ha sottolineato nel suo intervento quanto sia importante che i giovani si impegnano nella politica non tanto quella tout court dei partiti ma in movimenti e formazioni politiche che si impegnano in battaglie per l’ambiente o per la pace in Palestina. Tuttavia non bisogna dimenticare che i partiti sono il sale della democrazia, soprattutto in una democrazia matura come la nostra sono i capisaldi.
Rispetto ai partiti della Prima Repubblica oggi i partiti hanno assunto forme e strutture diverse, un tempo avevamo le sezioni di partito in cui erano sempre presenti i giovani nel mio caso era il Fronte della Gioventu’ o la Federazione Giovanile Comunista Italiana, c’erano le scuole di partito come quella di Frattocchie del PCI, oggi sono state sostituite dai social. I partiti della Prima Repubblica avevano dei segretari di partito, i presidenti mentre oggi hanno dei capi, dei sottocapi e degli Yes Man.
C’era una maggiore presenza sul territorio in cui un giovane iniziava con attività come il volantinaggio e attaccare i manifesti e piano piano si faceva carriera all’interno del partito facendosi conoscere anche nel territorio.
Oggi piu’ che mai oltre a una riforma della giustizia, del premierato e una legge elettorale serve una riforma in cui chi vuole essere eletto alla camera o al senato deve prima acquisire una esperienza politica nel territorio partendo dal proprio municipio per acquisire le competenze necessarie, a tutto questo però si deve unire una passione civile accompagnata dallo studio, occore fare cose in cui si crede e “farsi sentire”, andare a bussare nelle stanze dei bottoni del proprio partito.
Oggi la politica attuale e l’attuale legge elettorale fanno si che vi sia uno scollamento tra il centro e il territorio che spesso si sente la periferia dell’Impero e non ci possiamo stupire se oggi molti quartieri diventano zone franche di criminalità perché i politici non si fanno vivi se non in campagna elettorale o gli interventi di riparazione non si fanno se non a ridosso della campagna elettorale.
I social non sono ne buoni ne cattivi ma bisogna vedere come vengono utilizzati, oggi la politica è molto condizionata dai sondaggi, dai social, ci si affida a degli spin doctor, anche se poi abbiamo visto che il caso Sangiuliano non ha cambiato piu’ di tanto le decisioni del capo politico e nemmeno ha intaccato la tenuta del governo che probabilmente arriverà a fine legislatura non tanto per la bravura di Giorgia Meloni (che comunque si è dimostrata un’ottima leader) ma per l’inconsistenza delle opposizioni le quali cercano di trovare una quadra con un campo largo animato solo dalla volontà di far cadere il governo ma che poi al momento di governare non sono in grado di farlo.
In questi anni la politica è scesa di livello, si fa poca attività politica e molta propaganda e si parla solo per slogan.
La politica deve in primis intercettare i bisogni reali della popolazione e deve lavorare per la soluzione dei problemi e non proporre provvedimenti demagogici come il reddito di cittadinanza, il bonus degli 80 euro o fomentare una ideologia del nemico nei confronti degli immigrati con soluzioni come il blocco navale o l’inasprimento delle pene quando in Italia quello che effettivamente manca è la certezza della pena.
In politica servono competenze da cui fare emergere la classe dirigente e non degli yes man che eseguono pedissequamente le direttive del capo ma che quando è necessario sappiano anche mettere in discussione le decisioni del leader quando queste sono sbagliate, occorre avere il coraggio di alzarsi e affrontare il leader anche gridando “Che fai mi cacci?”.
Una forza politica è andata al parlamento attaccando la vecchia politica per via dei costi della politica, dichiarando che avrebbero aperto il Parlamento come una scatoletta di tonno e oggi quella forza politica sta soffrendo un conflitto interno tra il fondatore e l’attuale leader, il problema non sono i costi della politica o gli stipendi dei politici, la politica ha un costo, l’affitto delle sezioni ha un costo, le bollette hanno un costo, anche la porchetta delle cene elettorali ha un costo e che chi fa politica di mestiere debba guadagnare molto ma deve lavorare, deve tenere fede al mandato con l’elettorato, deve essere competente proprio come avviene per gli ingaggi dei calciatori.
Nella vita, nello studio, nel lavoro, nello sport e in politica non esistono i pasti gratis, anche se qualcuno cerca di convincerci del contrario e pensano che tutto ci sia dovuto riparandosi dietro l’alibi dell’inclusione, della parità di genere o dell’ideologia woke. Bisogna studiare, lavorare e impegnarsi per riuscire nella vita come in politica valorizzando anche la capacità di essere se stessi.
@barbadilloit

Giovanni Di Silvestre

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