Perche’ leggere “Economia civile e Terza via partecipativa” di Marrara

Questo focus riguarda una forma di organizzazione del mercato improntata sui principi di reciprocità e fraternità. A questi principi si affiancano alcune parole d’ordine come felicità, onore, virtù, e bene comune

Economia civile e terza via partecipativa di Francesco Marrara

Dopo «La Sfida Partecipativa. Dalle origini del sindacato al dominio della tecnica» (Passaggio al Bosco, Firenze, 2022) è uscito «Economia civile Terza via partecipativa» (2024), il nuovo testo – acquistabile qui – firmato da Francesco Marrara. Si tratta di un pamphlet che nasce dalla collaborazione tra l’Istituto Stato e Partecipazione ed Edizioni Sindacali, la casa editrice del Sindacato Ugl. Il presente lavoro, inoltre, è arricchito dal contributo introduttivo di Francesco Carlesi (Presidente dell’Istituto Stato e Partecipazione) e Francesco Guarente (Vice-Presidente dell’Istituto Stato e Partecipazione).

L’Economia civile consiste in una tradizione di pensiero economico e filosofico che affonda le proprie radici nell’Umanesimo civile del XV secolo, nonché nel pensiero di Aristotele, Cicerone, San Tommaso e la Scuola francescana.

Essa rappresenta una forma di organizzazione del mercato improntata sui principi di reciprocità e fraternità. A questi principi si affiancano alcune parole d’ordine come felicità, onore, virtù, e bene comune. Pietre angolari dell’economia civile sono Antonio Genovesi (1713-1769) e Giacinto Dragonetti (1738-1818). Il primo è l’autore più noto poiché la sua figura è legata all’opera “Lezioni di economia civile”. Il secondo, allievo di Genovesi, scrisse “Delle virtù e de’ premj”. Tra gli economisti che attualmente si occupano di economia civile spicca la figura di Stefano Zamagni. Ex presidente dell’Agenzia per il terzo settore, Zamagni è apprezzato in tutto il mondo per i suoi studi in materia di economia sociale.

L’Economia civile, superando la mera logica del profitto, pensa ad un mercato generativo e a relazioni umane che lo trascendono poiché improntate sulla reciprocità e sulla gratuità. Genovesi, invero, parte dall’assunto secondo cui homo homini natura amicus, per cui ogni uomo è – per natura – amico dell’altro uomo. Ragion per cui, l’homo reciprocans rappresenta il perno su cui si sviluppa tale dottrina economica, sociale e filosofica.

Secondo l’autore, tale incipit risulta di buon auspicio ai fini di una necessaria convergenza tra i principi della Terza via economica e sociale e quelli dell’Economia civile. Da un lato, ciò è possibile mediante la forma mentis dell’Economia civile improntata sulla figura dell’homo reciprocans. Dall’altro, attraverso la struttura ideale dell’art. 46 della Costituzione poiché – nel contesto lavorativo ed aziendale – si verrebbe a creare quell’armonia in grado di fare emergere tra i lavoratori una nuova coscienza partecipativa. Entrambe le prospettive, improntate su una visione etica, spirituale e sociale, trovano la loro essenza in quello che il sindacalista e sociologo Daniel Mothé definì “spirito socializzatore”.

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Francesco Marrara

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