I danni inglesi all’Egitto. La testimonianza di Pierre Loti

L'autore, ne "Il Nilo e la Sfinge", racconta le gesta degli anglosassoni nel paese delle Piramidi

Il Nilo e la Sfinge di Pierre Loti

Due recenti articoli apparsi su Barbadillo parlano di Pierre Loti. Non c’è due senza tre perché di Louis Marie Julien Viaud, lo pseudonimo fa Pierre Loti, non si parla abbastanza. Ufficiale di marina, viaggiatore e grande della letteratura, ancora in ombra.
Cos’ha a che fare Loti con gli Inglesi? Li detesta, perché deturpano il “suo” Egitto, mercificandolo. E lui addita le malefatte attraverso Il Nilo e la sfinge, scritto tra il 1907 e il 1909, il libricino della BUR, è un reportage attraverso luoghi e sipari di eccezionale fascinazione, condotto con sofferta sensibilità.
“Appassionata raccolta d’impressioni d’Egitto: l’autore non si limita a descrivere ciò che vede, ma cerca di penetrarne il senso, di afferrare il significato dei monumenti, degli istituti, dei costumi e dei simboli, di comprendere il fine dell’antica arte egizia, espressione grandiosa di un prepotente anelito di fede, di un irresistibile bisogno di eternità. Lo spettacolo dei monumenti contaminati dal dilagare della nuova civiltà meccanica, o addirittura ad essa sacrificati, lo fa soffrire profondamente, suscitando espressioni di sdegno e di scherno.” Così recita l’attuale presentazione.

Non è per tornare sul tema ritrito dei rottami dell’impero britannico, ma è difficile scovare un luogo in cui gli Albionici non abbiano compiuto soprusi su popolazioni e siti, in questo caso archeologici, violentando la storia altrui. Pierre Loti indaga e svela fatti e ambienti esperiti in prima persona, con una penna di impronta “romantica” spesso caustica.
Ecco al proposito qualche esempio: “La donna ci sembra un poco matura. Deve essere tuttavia ancora appetibile per l’asinaio, che la sorregge a due mani, a posteriori, con una sollecitudine commovente e localizzata. Quante cose buffe e strane hanno visto gli asinelli del Nilo, alla periferia del Cairo, di notte. Questa signora appartiene alla categoria delle ardite esploratrici che malgrado la loro alta respectability at home, non si peritano, quando giungono sulle rive del Nilo, di completare la cura del sole e del vento asciutto con un poco di “beduinoterapia.” pag 58.
“A un tratto rumori di macchine, e nell’aria sino ad ora tanto pura, infette spirali nere: sono i moderni battelli a tre piani per turisti, che fanno tanto fracasso quando fendono il fiume, e sono perlopiù sovraccarichi di fannulloni, di snob o di imbecilli. Povero, povero Nilo. Quale decadenza!
Dopo venti secoli di sonno sdegnoso, essere oggi costretto a portare a spasso le caserme galleggianti dell’Agenzia Cook, ad alimentare le fabbriche di zucchero, a sfinirsi per nutrire con il proprio limo la materia prima   occorrente per le cotonate inglesi! pag. 88

“Lungo la riva del Nilo, sorge una prodigiosa foresta di pietra. In epoche di inconcepibile magnificenza, questa fioritura di colonne è sorta alta e serrata per la volontà di Amenofi e del grande Ramsete e viene fatto di pensare alla bellezza che, fino a ieri, doveva spirare da questo tempio che dominava con il suo superbo splendore, le solitudini immense di questo paese votato da secoli  all’abbandono e al silenzio. Invece sotto i colonnati profanati, circola una massa confusa di turisti col Baedeker, e per colmo di derisione, anche qui si e inseguiti dal tonfare dei motori dei battelli dell’Agenzia Cook.” pag 102

“Alle nostre spalle Luxor sarebbe ammirevole lo spettacolo del tempio eterno, se proprio al suo lato non sorgesse, alto il doppio, l’impudente Winter palace, il mostruoso albergo per turisti dal gusto sottile. Chi sa i cinocefali che hanno deposto questa sozzura sul sacro suolo d’Egitto, s’immaginano forse di aver eguagliato il merito dell’artista che sta restaurando i santuari di Tebe.” pag 130

“La cateratta è completamente scomparsa ad Assuan: quella esperta tutrice che è Albione ha giustamente pensato che era meglio sacrificare questo futile spettacolo, e, per accrescere la produzione del suolo, ha deciso di imbrigliare le acque del Nilo, con uno sbarramento artificiale: opera di solida ingegneria che (dice il programma of pleasure trips “affords an interest of very different nature and degree” (sic). Cook & Son industriali non privi di senso poetico si sono incaricati di eternarne il ricordo, dando il nome di un albergo di cinquecento camere, Cataract Hotel , un nome ancora pieno di fascino, non vi pare?” pag 151.

“L’inondazione di File ha aumentato di 75 milioni di sterline il reddito dei terreni circostanti. Incoraggiati da questo successo, l’anno venturo gli inglesi alzeranno di altri sei metri la diga sul Nilo; il santuario di Iside sarà così completamente sommerso e altrettanto accadrà alla maggior parte dei templi della Nubia, mentre il paese sarà infettato dalle febbri palustri. Ma ciò non ha alcuna importanza, poiché si potranno rendere più produttive le piantagioni di cotone inglesi.” pag 164. Amen.

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Lorenzo Ferrara

Lorenzo Ferrara su Barbadillo.it

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