Segnalibro. Evita Peron, la rivoluzione sociale nel nome della Destra del popolo

"Il mio messaggio" (Eclettica), testamento spirituale e politico della donna che tanto ha fatto per gli argentini e l'emancipazione della donna

Il mio messaggio (di Evita Peron per Eclettica)

Il suo nome è ancora nei cuori di tanta gente in Argentina e la sua azione politica è ancora di esempio fra le frange della destra come della sinistra. Evita Duarte, più nota come Evita Peron, continua a suscitare risolute difese e pesanti accuse, è un nome che divide nella memoria come nei dibattiti. Ma di certo ha rappresentato una nuova stagione politica per l’Argentina dando dignità ai diseredati e alle donne argentine fondando il Partito Peronista femminile al quale vennero concessi d’ufficio il 33 per cento di tutti gli incarichi che il Partito Peronista otteneva. Donna militante e sempre in prima fila, fino alla morte sopraggiunta all’età di 33 anni, nel 1952, a causa di un tumore, Evita dette anche un contributo all’ideologia del Peronismo, movimento politico fondato dal marito Juan Domingo Peron. Una ideologia innovativa che si basava sulla terza via fra comunismo e capitalismo. Una dottrina che si richiamava agli aspetti sociali del fascismo italiano, qualche richiamo a un socialismo non marxista né materialista e un nazionalismo radicale. In altre parole, una terza via che rifiutava con determinazione il comunismo, considerato un’ideologia contro il popolo. Insomma, Evita svolgeva un ruolo ben differente da quello delle first lady! Ebbe un grande seguito e lottò per il popolo inimicandosi la Chiesa e i vertici militari che riuscirono a impedirle di presentarsi alle elezioni di vicepresidente della Repubblica argentina. La sua testimonianza è il testamento politico e spirituale che lasciò, poco prima di morire, al marito Juan Peron. Testo interessante anche da un punto di vista umano, che mostra tutto il travaglio di questa donna che si battè, insieme con il marito, per la giustizia e per il popolo argentino.

La pubblicazione di questo testamento spirituale fu annunciata nel 1952 da Peron, subito dopo la morte di Evita, ma per ragioni di opportunità preferì attendere momenti migliori, viste le accuse lanciate nel volume contro le oligarchie di alcuni paesi, contro le gerarchie ecclesiastiche e contro i vertici militari argentini. Il rischio era che quel libro potesse fomentare e stimolare i risentimenti degli argentini. Evita capiva bene certe dinamiche relative alla giustizia sociale, provenendo dal popolo e avendo vissuto un’infanzia e una prima giovinezza di stenti e difficoltà. Del libro non se ne parlò più. A distanza di trentacinque anni, il testo originale fu trovato fra i documenti di Evita depositati in uno studio notarile e fu pubblicato quell’anno stesso, nel 1987. Un libro che parla della forza di questa giovane donna, un affresco dell’Argentina e della politica vicina all’ideologia fascista che Evita affermava con determinazione. In appendice, due testimonianze: una sulla condizione della donna in Argentina fino al 1946, anno in cui Juan Peron varò l’emancipazione femminile riconoscendo il voto alle donne, e l’altro sulle ultime volontà di Evita. Sono due opuscoli che furono diffusi negli anni Cinquanta dal Servizio Internazionale Pubblicazioni Argentine. Adesso, il testamento di Evita Peron, Il mio messaggio, è stato pubblicato in italiano dalla benemerita casa editrice Eclettica.

Il curatore del libro, il ricercatore Roberto D’Angeli, in 71 pagine di introduzione ricostruisce la storia del peronismo, la situazione sociale in Argentina e la vicenda di Evita, compresa l’odissea della sua salma sepolta addirittura a Milano, dove rimase per quattordici anni, prima di essere restituita a Juan Peron.

Evita Peron, Il mio messaggio, Eclettica edizioni, pagg. 219, con tavv. f.t., euro 15,00.

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Manlio Triggiani

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