Nell’articolo “Una strategia per il rinnovamento americano”, apparso su Foreign Affairs, Anthony Blinken mente. Lo sostiene la rivista The American Conservative, a firma diDoug Bandow, del Cato Institute, ex assistente speciale di Ronald Reagan alla Casa Bianca.
Bandow ricorda che, durante il dibattito tv tra Biden e Trump, l’attuale presidente affermava che, oltre a partecipare alla campagna elettorale, governava il mondo intero, la cui “nazione più importante” sarebbero gli Stati Uniti.
“Ciò che l’inquilino della Casa Bianca considerava il ‘grande’ risultato della sua politica, degno di lode, testimonia il suo declino mentale”, commenta Bandow, aggiungendo che, su questa base, l’affermazione di Blinken – gli Stati Uniti “oggi si trovano in una posizione geopolitica molto più favorevole rispetto a quattro anni fa” – è solo un disperato tentativo di salvare ciò che resta della sua reputazione.
L’esperto americano osserva che già nel gennaio 2021, quando cioè Blinken è diventato Segretario di Stato, “il mondo sembrava già meno roseo”, e ora “appare molto peggio in quasi tutti gli indicatori”. In particolare, ciò si esprime nei Paesi della Nato, che intraprendono una guerra per procura contro la Russia dotata di armi nucleari, con oggetto del conflitto l’Ucraina, di gran lunga più importante per Mosca che per l’Occidente.
Bandow considera un tragico errore i “tre decenni di arroganza di Washington nel trattare Mosca come un perdente” e i continui tentativi di espandere la Nato lungo i confini della Russia. Secondo l’analista americano, l’ultima goccia, che ha provocato il conflitto, è stato il rifiuto del governo Biden di negoziare l’espansione della Nato.
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